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Horizon: Zero Dawn – Recensione

Horizon Zero Dawn era senza dubbio l’esclusiva PlayStation 4 più attesa dell’anno. Lo abbiamo giocato fin dal giorno di lancio, ed è risultato indubbiamente un ottimo prodotto. Uscire sul mercato a ridosso di The Legend of Zelda: Breath of the Wild richiede coraggio, ma in fondo i target sono differenti. Si tratta in effetti di giochi molto diversi, tuttavia siamo un po’ spaventati all’idea che uno possa rubare mercato all’altro. Perché, intendiamoci bene, parliamo in entrambi i casi di titoli eccellenti, che meritano di stare nella collezione di qualsiasi giocatore.
Senza dilungarci ulteriormente andiamo a immergerci nei panni di Aloy per scoprire se questa lunga attesa è stata infine ripagata.

Horizon Zero Dawn

Uscita 1 Marzo 2017
Lingua Italiano
Piattaforme PS4
Versione recensita PS4
Prezzo al lancio 74,99€

Siamo sulla Terra, un pianeta molto diverso da quello che conosciamo oggi. Se molti prodotti di fantascienza si accontentano di creare setting post-apocalittici, qui si è fatto di più. Per essere precisi in Horizon Zero Dawn si parla di un post-post-apocalittico. Significa in pratica che gli esseri umani hanno combinato il loro bel casino, le macchine hanno preso il sopravvento e la società stessa è regredita fino all’età della pietra, senza avere più idea dell’avanzamento tecnologico e dei traguardi raggiunti dalla specie in tempi ormai remoti. Parliamo insomma di un tempo in cui ciò che è meccanico regna su una natura che si è ripresa lo spazio rubatole da anni di civilizzazione. Adesso sono però le macchine al vertice nella Legge del più forte.

Interpreteremo Aloy, nel tutorial nulla più che una bimba curiosa nei confronti del mondo. Allevata senza una madre e trattata da esiliata, crescendo Aloy vorrà scoprire la verità sul proprio passato. Nel fare ciò riusciremo anche ad apprendere tantissime informazioni sul mondo in cui viviamo, svelando in parte i misteri del passato.
Nella prima metà del gioco la storia si ferma al “gradevole”, senza mai arrivare ad entusiasmare. La ritmica degli eventi è perfetta, ma la sceneggiatura riesce a sorprendere solo nell’ultimo terzo dell’avventura. Forse si sarebbe raggiunto un coinvolgimento maggiore se si fosse dato più peso alla recitazione e ai doppiaggi. Nella versione italiana questi sono a nostro avviso insoddisfacenti. A parte infatti Aloy e il padre adottivo, gli altri personaggi restituiscono interpretazioni fin troppo sopra le righe. Le voci suonano false, i toni amplificati in maniera irrealistica, sembra quasi uno sceneggiato della Rai. Provando il gioco in inglese la situazione è purtroppo molto simile.
A peggiorare il tutto ci sono delle animazioni facciali appena abbozzate, una cosa che ci ha molto sorpresi. A parte le ottime cutscene, durante i dialoghi sia Aloy che gli interlocutori sembrano statue di sale. Al massimo c’è un abbozzo di movimento nelle sopracciglia, ma nulla di più. E’ un difetto che in tanti giochi non si nota, ma qui la magnificenza grafica ci porta a dargli peso. E’ paradossale immergersi tra scenari così curati per poi parlare con soggettoni che sembrano la versione preistorica di Nicholas Cage.

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Dialoghi a parte, il vero cuore di Horizon Zero Dawn è l’ambientazione e lo splendido mondo aperto a nostra disposizione. Dalla vegetazione alle strutture rocciose, dai fiumi alle costruzioni umane, dalla fauna animale alle gigantesche creature meccaniche che incontreremo sul nostro cammino, la varietà creata da Guerrilla per questo nuovo prodotto è encomiabile.
Passeremo tanto tempo ad esplorare e a perderci tra le terre ormai reclamate dalla vegetazione.
Il sistema di combattimento è in tempo reale, sfruttarlo a dovere sarà necessario per prevalere su uomini e macchine. Aloy è una combattente versatile, molto agile, ma qualcosa non va. Finché ci affideremo alle trappole e al nostro arco tutto filerà per il verso giusto. Passando al corpo a corpo la sensazione non sarà però altrettanto soddisfacente. Gli sviluppatori non hanno inserito alcun sistema di aggancio del bersaglio, ci ritroveremo spesso a litigare con la telecamera. Naturalmente cercare di sistemare l’inquadratura mentre siamo aggrediti da un gruppo di macchine non è il massimo della vita. Gli attacchi con la lancia sono comunque ad area, è possibile colpire più nemici contemporaneamente. Questo non è però sufficiente per riuscire a rendere il battle system efficiente né molto gratificante quando saremo costretti al corpo a corpo. Abbiamo quasi sempre preferito creare una certa distanza con l’avversario e ricorrere all’arco.
Per difenderci dagli attacchi nemici potremo affidarci quasi esclusivamente a una schivata in salto. E’ un po’ limitante, la maggior parte degli scontri si risolve in un “colpisci > rotola > colpisci”. Non c’è una grandissima varietà quando si finisce nel corpo a corpo.
Come dicevamo, con l’arco va invece tutto bene. A parte la precisione dei colpi, Aloy potrà costruire delle frecce capaci di infliggere particolari malus al nemico. A nostra disposizione ci saranno poi delle trappole da piazzare sul terreno per facilitarci la vita. Sempre con l’arco potremo ad esempio fissare per terra le due estremità di un cavo elettrificato che stordirà le macchine al semplice contatto.

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In linea di massima è preferibile collocare questi giocattoli per terra prima di iniziare lo scontro, cercando poi di attirarvi il nemico. Tante volte funzionerà, tante altre no. L’intelligenza artificiale non è infatti il punto forte di Horizon Zero Dawn, né per gli uomini né per le macchine. Queste ultime seguiranno dei percorsi non sempre logici, finendo per evitare i nostri sistemi di difesa. Gli umani, dal canto loro, sembrano essere afflitti da alcuni bug. In molti casi ci verranno incontro facendosi massacrare per tempo, in altri non ci vedranno affatto. A volte si bloccheranno alle spalle di certe strutture nel tentativo di raggiungerci. Non sono bug tali da rovinare il gioco, ma il problema della scarsa intelligenza artificiale ha il suo peso.

Gli strumenti di Aloy possono essere usati anche nella foga della battaglia. Con lo stick destro accederemo ad un menu rapido mentre lo scorrere del tempo viene rallentato. Si mantiene una certa sensazione di urgenza, ma si riesce comunque a gestire gli oggetti senza troppa fatica. A onor del vero, la maggior parte delle situazioni può comunque essere risolta adoperando arco e lancia.
Nelle primissime battute la nostra protagonista entrerà in possesso di uno strumento iper-tecnologico che amplierà ulteriormente le sue possibilità, sia in combattimento che durante l’esplorazione. Si tratta di un oggetto concettualmente molto simile alla modalità investigativa dei vari Batman Arkham o The Witcher 3. Potremo ad esempio analizzare gli avversari meccanici per identificarne i punti deboli, evidenziarne i percorsi, identificare tracce sul terreno e altro ancora. E’ un’idea che funziona, nonostante non aggiunga nulla di nuovo.

Horizon Zero Dawn prevede un sistema di progressione basato sul classico skill tree. Guadagneremo punti da spendere completando missioni principali e secondarie. Aloy potrà potenziarsi in tre rami principali, ovvero la sua abilità con la caccia, il combattimento o la gestione delle risorse. Nessuna novità degna di nota rispetto a qualsiasi gioco di ruolo, e in effetti questo è uno dei più grandi problemi del titolo.
Se escludiamo il setting post-post-apocalittico, Horizon Zero Dawn non innova praticamente in nessun campo. Fin dalle prime battute c’è infatti la forte sensazione di star giocando a un Far Cry in terza persona. Ci sono delle ovvie differenze, questo è indubbio, ma se avete giocato a uno dei prodotti Ubisoft (dal terzo in avanti) è probabile che avrete qualche sensazione di familiarità.

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C’è la raccolta di risorse con tanto di icone, c’è la grande importanza riposta sul crafting, c’è un sistema a missioni primarie e secondarie che fa da riempitivo con tante fetch quest, c’è l’ambientazione pseudo-preistorica. E’ una specie di mix tra lo stile di gioco di Far Cry Primal e il sistema ruolistico e di dialogo alla Mass Effect, dove potremo delineare il nostro carattere e l’influenza sugli NPC in base alle risposte scelte. Una miscela divertente, funziona. Ma pur sempre una miscela.

Dal punto di vista visivo Horizon Zero Dawn è probabilmente il gioco più impressionante apparso fino a questo momento su console. Le splendide ambientazioni contano su un numero di poligoni elevato e su texture quasi sempre ottime. I modelli poligonali dei personaggi sono buoni, ma è il design delle macchine a impressionare di più. Tanta bellezza si paga: c’è un popup a volte fastidioso e un filtro bilineare molto vicino al personaggio. Ciò significa che camminando vedremo entrare in azione la pulizia delle texture, l’effetto non è gradevolissimo.
Ci sono inoltre delle mancanze nel reparto animazioni, in generale buono, a volte insufficiente. In determinate circostanze l’arco scoccherà le frecce perdendo buona parte dei fotogrammi, la fisica dell’acqua sembra non essere pervenuta, l’impatto con la superficie a seguito dei salti è incostante. Problemi non giganteschi, intendiamoci, ma è giusto segnalarli.

In sintesi

Horizon Zero Dawn è un buon gioco, un’ottima nuova IP nel portafoglio di Sony. Se si fosse osato qualcosa in più con trama e sistema di combattimento avremmo rischiato di avere per le mani un capolavoro. Purtroppo non è così.
Si prendono spunti da tanti prodotti, e i giocatori più navigati non faranno fatica a riconoscere le influenze. Un po’ di Far Cry, un po’ di CRPG, un po’ di The Witcher. Il gioco ha una sua identità, diverte, affascina e trascina il giocatore nel suo splendido mondo. Manca giusto quel guizzo che fa la differenza. Horizon Zero Dawn resta un prodotto da acquistare ad occhi chiusi se vi piacciono adventure e RPG occidentali.

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