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Hand of Fate – Recensione | Una partita contro il destino

Nel corso dell’ultimo anno, soprattutto grazie ad Hearthstone, i giochi di carte online hanno riconquistato una certa fetta di utenza desiderosa di mettere alla prova la propria capacità di ragionamento ma anche la fortuna, immancabile in questo genere di intrattenimento.
Qualcosa di simile ad Hand of Fate, però, non si era ancora visto, o per lo meno non su Steam: una riuscita mescolanza tra action RPG e card game con elementi roguelike rende il titolo di Defiant Development uno degli ex-early access più interessanti del momento.

Hand of Fate – Recensione

Data di uscita: 17/08/2015
Versione recensita: PC
Disponibile su: PC, PS4, XB1
Lingua: Italiano
Prezzo di lancio: €19.99

Entrando in game si viene subito catapultati all’interno di una partita d’allenamento in cui il mazziere, misterioso mago incappucciato dall’aspetto losco, ci introduce le varie meccaniche in modo piuttosto esauriente.
Avremo a disposizione un mazzo di carte differenziate in categorie e sottocategorie ma principalmente divise in equipaggiamenti e incontri: la prima contiene armi, armature, scudi e abilità per il nostro eroe mentre la seconda alcuni tra i vari ostacoli che si frapporranno tra noi e l’obiettivo, i boss di fine livello.

Il nostro mazzo incontri e quello del nostro avversario andranno a comporre una sorta di percorso costituito da carte coperte su cui muoversi per linee rette per poi giungere all’uscita, ricreando quindi una sorta di dungeon cartaceo generato randomicamente.
Tre le risorse a nostra disposizione: energia, cibo e oro.
Se grazie a quest’ultimo ci riforniremo di provviste ed oggetti presso i negozi incontrati casualmente, con il cibo potremmo curarci se a corto di HP, tenendo comunque conto che ogni passo ne consuma un’unità.

Hand of Fate – Trailer di lancio

Durante l’esplorazione ci si accorgerà di come la formula degli incontri in Hand of Fate sia fondamentale per lo svolgimento e l’esito delle partite.
In generale essi funzionano come mini-giochi di ruolo testuale offrendoci più possibilità di scelta e una buona varietà di contesti, come ad esempio scommesse, dilemmi morali, quest secondarie, trappole, tesori, combattimenti e abilità passive.
Le carte appartenenti al banco (se così vogliamo chiamarlo) hanno spesso effetti negativi e ci faranno incappare in malus come perdita di energia massima, di oro o di provviste ma verranno resettate ad ogni nuova partita, rendendo le singole run uniche, avvincenti e ricche di avvenimenti.
Attraverso il completamento delle sfide contenute nelle carte incontro dette “token”, inoltre, si potranno sbloccare nuove carte ed ampliare il mazzo personale.

Il nucleo di Hand of Fate racchiude, in sostanza, combattimenti interattivi in terza persona, scelta casuale di carte dai svariati effetti e gestione delle risorse.
Veniamo all’aspetto meno ruolistico, ovvero gli scontri fisici.
Come abbiamo detto, si potranno trovare delle carte che costringeranno il nostro alter ego ad affrontare orde di nemici inferociti il cui numero dipenderà, nella quasi totalità dei casi, dal RNG (chiamiamolo pure fattore C) in quanto le carte-ostacolo del mazziere oscuro verranno sistemate sul tavolo in modo, appunto, casuale.

Il combat-system è regolato dal free flow reso ormai celebre dai Batman Arkham e consiste, purtroppo, in un semplice mashing del tasto X, quello dedicato all’attacco; Y ci permetterà di eseguire un contrattacco, A di schivare in rotolata, B di stordire l’avversario e il bumper destro attiverà l’eventuale abilità presente nell’apposito slot. Ricordiamo che ogni equip, abilità compresa, sarà reso disponibile solo tramite acquisto o pescaggio dal proprio mazzo tramite determinati incontri e verrà resettato alla fine di ogni round.

hand of fate recensione

Hand of Fate si è dimostrato davvero molto piacevole

Il sistema è senz’altro legnoso e ripetitivo ma viene supportato a dovere da una pregevole varietà di armamenti con effetti e status molto variegati nonché visivamente gradevoli e intercambiabili in qualsiasi istante, dunque in fin dei conti non deturpa affatto l’esperienza di gioco.

Non possiamo, tuttavia, dire lo stesso delle creature al servizio del dealer poiché le tipologie si fermano a 4 (banditi, scheletri, ratti, uomini-lucertola) e, se escludiamo i 12 boss e creature come minotauri o golem, non persiste una sostanziale differenza tra di esse.
Ad ogni modo la difficoltà delle battaglie, in buona parte triviale, crescerà a dismisura a seconda delle decisioni prese in precedenza e porterà il giocatore a lottare disperatamente per la vita contro mob buffati ed in ampio vantaggio numerico, cosa che renderà i livelli finali – complice una telecamera a volte pessima – abbastanza frustranti.

Questo ci porta al punto successivo, corrispondente alla parte randomica di Hand of Fate.
Hand of Fate, oltre ad essere piuttosto impegnativo, presenta una dose di RNG di non poco conto: capiterà di fallire una run solo perché si è scelta la carta sbagliata tra le quattro mostrateci dal banco o per aver ciccato una risposta errata alle domande del narratore.
Questo eccessivo elemento casuale non gioca a favore del divertimento e, sebbene funzionale allo stile roguelike, sfocia volentieri in punizioni eccessive nei confronti del player.
E’ anche vero che un utente cauto saprà comunque arrivare in fondo al dungeon spendendo oculatamente il proprio oro e non sprecando risorse ma, persino in quel caso, la sconfitta resterà furtiva in attesa sotto i dorsi.

hand of fate recensione

Purtroppo Hand of Fate dipende forse troppo dall’elemento RNG

Dal punto di vista tecnico e artistico Hand of Fate offre una qualità più che decente per un titolo indie e sia scenari che design dei nemici appaiono di buona fattura, servendosi di una palette di colori alquanto sgargiante che valorizza la già ottima caratterizzazione e di una soundtrack ambience gradevole quanto raffinata.

Non abbiamo riscontrato bug e glitch di alcun tipo né cali di framerate e mancanze di ottimizzazione, salvo un fastidioso ritardo dei sottotitoli che vanno fuori sincro rispetto al peraltro eccellente doppiaggio inglese della nostra nemesi (non esiste, sfortunatamente, un’opzione per la lingua italiana).
Proprio la figura del cartomante spicca su ogni altro elemento di lore del gioco e vi assicuriamo che arriverete ad amarlo ed odiarlo allo stesso tempo: il suo commento onnipresente e onnisciente, talora sarcastico, accompagnerà piacevolmente ogni partita e, pian piano, rivelerà degli intriganti dettagli sul proprio conto.
Segnaliamo infine la presenza di una modalità aggiuntiva alla campagna standard in singolo chiamata endless mode, estremamente impegnativa e potenzialmente infinita, e la gradita comparsa delle leaderboard.

Conclusioni
Hand of Fate riesce nell’ardua impresa, mai tentata da nessun altro, di coniugare due generi diversissimi fra loro e lo fa in modo davvero brillante.
Il punto focale dell’intera esperienza risiede nell’enorme varietà di carte disponibili, le quali conferiscono al giocatore il potere di creare la propria avventura e portarla a termine come meglio crede.A movimentare il carteggio ci pensa il free flow system, preso a forza dagli Arkham e forse eccessivamente uguale a se stesso per troppo a lungo.
Le meccaniche sono però soddisfacenti e persino gli utenti che si ritengono maestri dei card game incontreranno parecchie peripezie, spesso mortali, nella parte finale del gioco, complice una componente RNG forse troppo significativa e non di rado irritante.
L’ottima contestualizzazione narrativa di setting e sottotrame, insieme alla figura misteriosa e carismatica del mazziere, infine, gli conferisce un’atmosfera ricca di fascino che vi farà tornare bambini e ricordare con nostalgia i tempi della Zingara.
+ Unico nel suo genere
+ Divertente e impegnativo
+ Potenzialmente infinito
+ Qualità e quantità di carte ed equipaggiamenti
+ Buon comparto artistico/narrativo
– La casualità è spesso frustrante
– Combat system non al top
– Scarsa varietà dei nemici

Valutazione 8.5/10

Metascore 77/100
Hand of Fate | Steam | 22.99€

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