[Recensione] In Verbis Virtus – Meno fatti, più parole

Data di Uscita 3 Aprile 2015 Lingua Italiano
Piattaforme PC Windows Versione recensita PC Windows

Non capita spesso di trovarsi tra le mani dei prodotti come In Verbis Virtus.
Generato dall’estro creativo del team nostrano Indomitus Games, questo interessantissimo action/puzzle che, per certi versi, richiama le meccaniche di Portal, aggiunge alla formula un tocco di classe di non poco conto rappresentato dai comandi vocali.
Nel gioco, infatti, è possibile lanciare incantesimi attraverso l’utilizzo del microfono e, neanche a dirlo, tale feature ha attirato un folto gregge di utenti intenzionati a diventare, o per lo meno sentirsi, gli Harry Potter della situazione.

In Verbis Virtus

Il background narrativo è oscuro e incerto fin dall’inizio dell’avventura e, dopo un breve tutorial, il giocatore viene subito catapultato in medias res senza troppi fronzoli, chiarendo già da subito che non ci saranno aiuti di alcun genere e si dovrà contare solo sulla propria capacità di puzzle solving.
Tutto ciò che ci è dato sapere lo si ottiene attraverso conversazioni mistiche con un’avvenente dea, la quale assegna al nostro pellegrino il compito di chiudere un misterioso portale al fine di isolare la terra sacra dalle invasioni che la deturpano.

Durante il percorso, arduo e ricco di momenti morti in cui ci si trova spesso fermi a riflettere su come risolvere un determinato enigma per proseguire, impareremo svariati incantesimi (sia d’attacco che di supporto e interazione ambientale) da attivare tenendo premuto il tasto sinistro del mouse e pronunciando la formula in lingua Maha’ki, linguaggio degli dei, attraverso un qualsiasi dispositivo di registrazione audio connesso al pc.
La suddetta meccanica è senza dubbio immersiva e coinvolgente poiché mette a dura prova i riflessi e la memoria del giocatore in circostanze di estrema tensione e velocità ma non possiamo affermare che In Verbis Virtus sarebbe stato poi tanto diverso senza tale funzione.
Il sistema, almeno per noi, si è rivelato piuttosto comodo e riconosce le parole in modo agevole anche quando parzialmente incomplete ma non è altresì infallibile e potreste venir costretti a pronunciare più volte una spell prima che essa venga attivata.

L’obiettivo del gioco è, fondamentalmente, quello di sbloccare meccanismi e aprire porte servendosi delle magie, con occasionali scontri, non molto vari, e boss fight piuttosto rade.
Se la formula funziona, però, la realizzazione mette in mostra delle lacune più o meno evidenti e fastidiose che non siamo riusciti a mandar giù.
In primis, l’incredibile ammontare di tempo speso a girovagare per le labirintiche strutture prima di capire dove andare e cosa fare, giacché la totale assenza di un tasto dedicato alla mappa (tra l’altro situata fisicamente presso i punti di controllo e non interattiva) impedisce una qualsiasi consapevolezza di posizione o orientamento che dir si voglia; ma anche quando si riesca a sbrogliare la matassa ed avanzare a piccoli passi, ecco che entra in scena il backtracking pesante come un macigno che ci costringe ad attraversare di nuovo l’intero livello per raccogliere un oggetto indispensabile al prosieguo del nostro cammino.
I puzzle, di per sè, non sono troppo impegnativi ma neanche soddisfacenti rispetto a quanto visto, ad esempio, in Antichamber, e il level design a tratti confusionario, specialmente nei primi capitoli, potrebbe frustrare una buona fetta d’utenza già dopo le prime fasi di gioco, complice un’inutile complicazione della struttura delle ambientazioni e la totale mancanza di suggerimenti o direttive da parte degli sviluppatori.

Per quanto riguarda il comparto tecnico, invece, siamo rimasti davvero colpiti dalla maestria di Indomitus nel padroneggiare l’Unreal Engine e creare architetture complesse, fenomeni magici ed atmosferici di grande impatto e scorci mozzafiato che, pur non brillando in dettaglio, conferiscono uno smodato fascino al mondo di gioco.
Buoni gli effetti di illuminazione (salvo un eccesso di bloom) e discreti quelli provocati dalle magie lanciate, mentre solo sufficienti le animazioni e i comportamenti dell’IA non sempre reattiva e coerente; presenti sporadici bug e glitch, tra cui un problema con i salvataggi che può comportare la perdita di progressi.

Conclusioni
In Verbis Virtus è tutto ciò che promette di essere: un brillante action/puzzle ricco di misteri e con un’ambientazione davvero ispirata, a tratti lovecraftiana, che trova il proprio punto focale nella gestione degli incantesimi tramite comando vocale, quasi sempre fluido ed efficace.
Non crediamo, tuttavia, sia un titolo adatto alle masse in quanto presenta un elevato, a volte frustrante, livello di difficoltà dovuto non tanto alla cervelloticità degli enigmi ma ad una cattiva gestione del free roaming e pecche di level design che costringono ad un backtracking incessante e snervante, coadiuvate in negativo dall’assenza di una mappa degna di questo nome.
Se siete alla ricerca della versione hardcore di Portal, ad ogni modo, IVV è proprio ciò che fa per voi.
+ Atmosfera da vendere
+ Comandi vocali
+ Impegnativo…
– Troppo backtracking
– Mappa indegna
– …ma talora frustrante

Metascore ND
In Verbis Virtus | Steam | 19.99€

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *