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Recensione: Yakuza 0 – Un inizio spumeggiante

Ryu ga Gotoku, conosciuto in Occidente come Yakuza, è un franchise di storica importanza nel Sol Levante. Dal 2005 ad oggi SEGA ha continuato senza sosta a sfornare nuovi capitoli, spin-off e remaster ottenendo sempre un grande successo in patria, peraltro comprensibilmente viste le tematiche trattate che affondano le proprie radici nel moderno tessuto sociale giapponese. Qui, però, Yakuza lo conoscono o lo apprezzano in pochi e i motivi non sono neanche poi tanto oscuri. In primis i limiti tecnici della serie, arrancante in tal senso addirittura su console di next-gen. Poi il sistema di combattimento, considerato legnoso e basilare dai più. Infine la storia, intrisa di una nipponicità in grado di spiazzare chiunque non vi sia avvezzo. Mentiremmo se negassimo l’esistenza di questi difetti, presenti in parte anche in Yakuza 0, di cui parleremo a breve. Non mentiamo, invece, quando affermiamo che nonostante tutto il titolo si è dimostrato incredibilmente valido.

Yakuza 0

Uscita 24 Gennaio 2017
Lingua Inglese
Piattaforme PS4
Versione recensita PS4
Prezzo al lancio 59,99€

Yakuza 0 funge da prequel dell’intera serie, ragion per cui si colloca cronologicamente a ridosso degli anni ’90. Il periodo è quello finale dell’era Showa, durante il boom economico provocato dalla produzione industriale di beni di consumo, specialmente nel settore elettronico, con la conseguente modernizzazione di città e stile di vita nei grandi centri. Tra essi spiccano Tokyo e Osaka, con i loro quartieri pseudo-fittizi Kamurocho (Kabukicho) e Sotenbori (Dotonbori). Due sono le città in questione, due i protagonisti. Da un lato Kiryu Kazuma, dall’altro Goro Majima, entrambi icone indiscusse della serie. In Yakuza 0 assistiamo al loro debutto nella scena della mafia locale, a degli eventi fondamentali nello sviluppo psicologico di due tra le personalità più amate dai fan di Ryu ga Gotoku.

Nel corso dell’avventura controlleremo uno alla volta, circa ogni due capitoli, sia Kiryu che Goro. Mentre il primo sarà impegnato nelle faccende di “famiglia” che lo vedono coinvolto in un bizzarro omicidio avvenuto in una locazione strategica cruciale al centro di Kamurocho, il secondo dovrà barcamenarsi tra un mare di problemi nella speranza di rimediare all’espulsione dal proprio clan. Non riveliamo ulteriori dettagli sulla trama perché rischieremmo di rovinarvi l’esperienza, a nostro parere una delle migliori degli ultimi anni. Definibile in piena regola come un film di Kitano per intensità e forza espressiva, l’intreccio alla base di Yakuza 0 appassiona, diverte e commuove in modo straordinario dall’inizio alla fine. Raramente ci eravamo trovati di fronte a una narrativa videoludica tanto elaborata, coerente, pressoché perfetta sotto molti punti di vista. Il taglio registico delle cutscene non lascia spazio all’immaginazione, in egual misura alla magistrale direzione sonora forte di un doppiaggio stellare e una soundtrack che accompagna splendidamente ogni situazione. Heavy Rain? Beyond Two Souls? Quantum Break? Neanche per idea, qui siamo anni luce avanti. Si respira un’atmosfera cinematografica vivida, reale e tagliente come in pochissime altre produzioni, e il buon Swery 65 ne sa qualcosa. Non a caso anche lui è un fan della serie.

Ma passiamo ad altro. Concentriamoci sul gameplay, da sempre punto fermo della serie. Trattasi in sostanza di un brawler basato su brevi combinazioni e l’utilizzo di armi ad impatto. Bisogna dunque picchiare i nemici con pugni, calci, testate e quel che capita a tiro, dai coni stradali alle biciclette.

Yakuza 0

Con un buon quantitativo di mosse a disposizione e ben tre (un quarto è sbloccabile nel postgame) stili di combattimento per personaggio, la tipica legnosità dei vecchi capitoli risulta qui attenuata. Kiryu si avvale di uno stile veloce incentrato sulle schivate, su uno lento ma potente e su un altro equilibrato. Goro combatte usando armi indistruttibili, movenze rissose e la divertentissima break dance offensiva in stile Eddie Gordo. Le abilità dei due si potenziano separatamente utilizzando i soldi, ottenibili proseguendo nella campagna o svolgendo compiti secondari. Niente da dire sugli skill tree, ben articolati e zeppi di potenziamenti utilissimi a conferire profondità al gameplay che nelle fasi iniziali può sembrare semplicistico appunto a causa del mancato sblocco di tali abilità. Nell’atto pratico il combat system evidenzia comunque alti e bassi. Soddisfacente il feeling di potenza dei colpi, spettacolari le mosse contestuali da eseguire al caricamento delle barre Heat. Al contrario il bilanciamento, in certi frangenti, lascia a desiderare. Non ci riferiamo alle eccellenti boss fight ma agli incontri in cui dobbiamo far fronte a situazioni d’inferiorità numerica. In quel caso i nemici, specie se dotati di armi, si limiteranno ad accerchiarci e impedirci il movimento colpendoci persino a terra senza darci tregua. Ciò accade a partire dal capitolo 9, in cui il gioco inizia a diventare frustrante anche a difficoltà normale. Capiterà di ripetere svariate volte la stessa sezione tirando giù l’intero calendario e distruggendo porte e finestre. In quel caso assicuratevi di prendere una piccola pausa e poi abbassare temporaneamente il grado di difficoltà.

Yakuza 0

Procediamo ora con l’analisi della struttura di gioco. Yakuza 0, come i predecessori, offre al giocatore la possibilità di muoversi liberamente all’interno di aree circoscritte di media grandezza. Già, niente open world. Kamurocho e Sotenbori possono solo invidiare Los Santos in quanto a dimensioni nonché fruibilità, dal momento che sono presenti parecchi muri invisibili e non è possibile mettersi alla guida di alcun veicolo. Senza parlare del motore grafico, in ritardo di una generazione e definibile sufficiente solo grazie ai 60fps mantenuti pressoché stabilmente. Brutti i modelli dei personaggi secondari, bassissima la qualità delle texture, assente qualsiasi effetto di post processing. In compenso il mondo appare vivo e pulsante. Se avete già visitato Tokyo e Osaka vi renderete conto della cura maniacale -a tratti spaventosa- con cui gli sviluppatori hanno realizzato i due quartieri fin nei minimi dettagli. Le insegne, gli oggetti ai bordi delle strade, i venditori ambulanti e persino i commessi che distribuiscono fazzoletti omaggio. Nulla suona pleonastico nell’eccellente caratterizzazione del territorio in esame. E attenzione, non si tratta solo di osservare bensì di toccare con mano. Il gioco contiene un numero spropositato di missioni secondarie e attività extra da scoprire esplorando l’esplorabile. Per quanto riguarda le subquest basterà interagire con NPC particolari disseminati per le vie dei quartieri i quali offriranno ricompense di vario genere se sapremo soddisfarne i bisogni più curiosi (dare lezioni di sadomaso a un’aspirante dominatrix, improvvisarsi produttore di spot televisivi di serie B e un altro centinaio di compiti simili), diciamo pure tipicamente giapponesi.

Le attività, invece, si svolgono all’interno di appositi edifici. Essi vengono divisi per scopo e comprendono ristorazione, shopping e svago. Le prime due si fermano all’acquisto di cibo e medicinali utili al recupero della salute, la terza a tutto il resto. Con ciò intendiamo: ballo, karaoke, arcade (OutRun e Space Harrier in versione completa), baseball, freccette, biliardo, scommesse, una decina di giochi da tavolo, corse con auto radiocomandate, vari passatempi a sfondo erotico e tantissimo altro ancora. Vedremo il buon Kiryu cimentarsi in gare di canto all’ultima nota cantando Judgement in modo a dir poco epico, oppure tentare di sedurre ragazze birichine per telefono con il suo metodo a metà tra il goffo e il sexy. Inoltre sarà possibile gestire un locale e un’agenzia di riscossione allo scopo di migliorarli gradualmente traendone profitto. Vi ritroverete di sicuro a voler portare a termine tutti  gli obiettivi secondari non tanto per spirito di completismo ma perché sono dannatamente divertenti. La maggior parte delle suddette attività appare infatti ben integrata nel sistema e riesce a costituire un serio prolungamento alla già altissima longevità della campagna, attestata sulle 30 ore. Ah e se non bastasse ci sono anche sfide e minigiochi in multiplayer, sia locale che online. Ne avrete per decenni.

In sintesi
Non si vedono tutti i giorni dei titoli come Yakuza 0, neanche all’interno del suo brand di appartenenza. Noi ci aspettavamo un buon gioco, e invece SEGA ha tirato fuori dal cilindro un’opera d’arte in forma videoludica. Intenso, divertente, ricco, ispirato, in poche parole memorabile. Peraltro, oltre ad essere una vera panacea per i fan della serie, rappresenta un perfetto punto di partenza per chiunque voglia approcciarsi alla celebre hit nipponica. Probabilmente non esiste momento migliore per imparare a conoscere Yakuza. Attendendo Kiwami, il 2017 di Sony inizia col botto perché Zero diviene subito un candidato da GOTY. Quanto a noi, abbiamo ancora degli impegni in sospeso a Kamurocho, dunque vogliate scusarci.
Valutazione scala 1/10

9.2
+ Comparto narrativo maestoso
+ Direzione artistica notevole
+ Il Giappone si tocca con mano
+ Una valanga di missioni e attività secondarie di ottimo livello
+ Gameplay reso più solido…
– …ma ancora non perfetto
– Comparto tecnico indietro di una generazione
– Componente free roaming zoppicante

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