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Recensione: Yomawari – Night Alone

Non deve essere stato facile coniugare uno stile grafico chibi con il tono horror di Yomawari – Night Alone. Pubblicato da NIS America, questo piccolo (letteralmente) prodotto è quasi una contraddizione interna. Lo stile tenero e delizioso del superdeformed si sposa infatti con il paranormale, l’incubo e l’oscurità, elementi che ci accompagnano in una notte di terrore insieme alla giovane protagonista della vicenda.
Il gioco è stato rilasciato sia su PC Windows che su PlayStation Vita. Il publisher ci ha invitato a provare la versione rilasciata su Steam, che ci ha piacevolmente sorpreso a dispetto di una longevità piuttosto ridotta.
Andiamo a scoprire in cosa consiste questa nuova produzione di Nippon Ichi Software.

Yomawari – Night Alone

Uscita 25 Ottobre 2016
Lingua Italiano
Piattaforme PC, PSV
Versione recensita PC
Prezzo al lancio 19,99€

Il gioco si apre in maniera piuttosto cruda, catapultandoci rapidamente in un’atmosfera dalla grande tensione. Yomawari è un horror con visuale isometrica, dotato di uno stile evidentemente giapponese e di ambientazioni disegnate a mano.
Senza fare alcuno spoiler, diciamo solo che la bambina protagonista della vicenda si ritroverà a smarrire sia il proprio cane che la sorella maggiore, e deciderà dunque di mettersi sulle loro tracce andando in giro per la città, di notte.
In circostanze normali non sarebbe una grande idea. Le circostanze però, sono decisamente diverse dal normale. Le strade sono infatti divenute dominio di demoni e creature prive di forma, non si sa come o perché.

La piccola non avrà dalla sua alcun tipo di arma. Tutto ciò su cui potremo fare affidamento sarà una torcia che illuminerà il nostro cammino. Per il resto saremo costretti a darci alla fuga o a nasconderci.
La città ha dimensioni abbastanza generose, ma ciascun segmento del gioco ci porta a visitare solo determinate aree. Attraverso l’uso di transenne e simili, gli sviluppatori hanno delimitato infatti le aree esplorabili nei vari momenti dell’avventura, in maniera tale da rendere l’esperienza meno dispersiva, ma limitando nel contempo le nostre possibilità di movimento.
Le creature saranno disposte per le strade in maniera casuale. Ciò significa che il vostro playthrough sarà diverso da quello di un altro giocatore.

Per raggiungere i diversi obiettivi dovremo arrangiarci con ciò che abbiamo. La torcia è un elemento indispensabile per individuare molte delle creature, ma all’atto pratico sarà sempre necessario fuggire o evitare gli scontri.
Un indicatore posto nella parte bassa dello schermo riporterà le nostre pulsazioni e la stamina. All’incrementare della paura diminuisce la stamina. Naturalmente anche correre consuma stamina, ma il nemico più grande sarà appunto la paura.
Quando ci troveremo in prossimità di un mostro potremo sentire il battito della bambina. Dopo aver identificato la posizione della creatura dovremo scegliere come procedere. In molti casi sarà possibile fare un piccolo sprint per evitare di essere presi, in altri serviranno soluzioni alternative.
Considerato che non c’è una barra degli HP e che essere toccati da un mostro equivale a morire è consigliabile farsi bene i conti in tasca. Tante volte sarà saggio prendere tempo nascondendosi dietro qualche cespuglio sperando di non essere visti. Quando ci nasconderemo la telecamera si avvicinerà alla piccola, e tramite un rosso pulsante sullo schermo potremo farci un’idea della distanza che ci separa dal mostro.

Yomawari

Poco chiara è la questione dei salvataggi. Nel gioco capiterà di raccogliere delle monete da spendere presso alcuni tempietti per ottenere un salvataggio rapido. O almeno questa è la dicitura scelta dagli sviluppatori. In realtà si tratta di semplici checkpoint, che ci permetteranno di ricominciare da quel punto qualora morissimo. Sarebbe stato il caso di essere un minimo più chiari, dato soprattutto che il gioco tende a spiegare pochissimo riguardo le meccaniche.

In Yomawari ogni elemento dell’ambientazione lavora per creare una sensazione di suspense costante. Il gioco mette una certa ansia, giocarlo in una stanza al buio e accompagnati da un paio di cuffie è un’esperienza coinvolgente. C’è una notevole cura per il dettaglio, sia nella grafica che nel comparto sonoro. Elementi come un pallone che rimbalza senza che nessuno imprima forza, creature che sembrano uscite dai lavori di Kentaro Miura, effetti sonori sinistri che ci accompagnano nell’esplorazione, o anche semplicemente il verso dei grilli creano una sensazione di pericolo imminente.
Sono presenti i classici jump scare, ma fortunatamente non sono troppo frequenti. In linea di massima Yomawari punta più sulle atmosfere e sulle meccaniche piuttosto che su espedienti gratuiti o grossolani.

In sintesi
Yomawari – Night Alone è un horror originale nella sua mistura tra suspense e stile grafico chibi. Sfortunatamente l’esperienza è piuttosto breve, in molti raggiungeranno il bizzarro finale dopo circa tre ore. C’è un minimo di rigiocabilità in virtù della disposizione casuale dei nemici, ma tutto sommato un unico playthrough sarà sufficiente per la maggior parte dei giocatori.
Abbiamo molto apprezzato lo stile grafico e l’impostazione generale del gameplay, che ci porta quasi all’interno di un incubo ponendoci nell’impossibilità di difenderci. L’unica soluzione sarà sempre la fuga o il nascondersi.
Ottima la sensazione di suspense e l’attenzione degli sviluppatori per il dettaglio. Il gioco è consigliato a chi abbia fame di horror e voglia provare un titolo originale, anche se piuttosto breve.
Valutazione scala 1/10

7.7
+ Ottima sensazione di suspense
+ Visivamente splendido
+ Bel design delle creature
– Molto breve
– Prezzo eccessivo

*Recensione basata su una copia promo fornita dal publisher*

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