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Tutto su Nintendo Switch: vogliamo lo spacciatore di Nintendo

Il successo commerciale di Nintendo Switch dipenderà da un unico elemento, ovvero la percezione da parte del pubblico. La Storia ci insegna che non è sempre stata la console più potente a vincere sul mercato (Xbox), né quella con i giochi migliori (Dreamcast). Lo scettro va a chi sa fare marketing, a chi sa far parlare di sé, a chi sa avvicinare clienti.
La maniera in cui i giocatori vedono l’azienda è il nodo centrale intorno a cui ruota tutto, perfino il prezzo diviene irrilevante. La costosissima PlayStation 2 fu capace di muovere milioni di pezzi in una settimana mentre 3DS rimase praticamente bloccato sugli scaffali. Entrambe erano macchine collocate su una fascia di prezzo proibitiva, nel primo caso è andata bene lo stesso, nel secondo no. GameCube era una console estremamente economica e con ottimi giochi, ma non è bastato.

Detto questo, vivendo in un mondo in cui Apple vende smartphone a più di 1.000 euro, resto comunque sbalordito dalla leggerezza con cui Nintendo continua a operare le proprie scelte commerciali. Abbiamo il flop di GameCube, il successone di Wii che porta tanti soldi con l’hardware e gli spiccioli con le royalties, il salvataggio in extremis di 3DS e infine il disastro di Wii U. Si pensa che questi signori si siano fatti un po’ di esperienza. Ma anche no.

Super Mario Odyssey
Nintendo Switch sarà venduto a 299 dollari negli Stati Uniti (50 in più di quanto ci aspettassimo) e 329 euro in Europa (perché gli europei c’hanno i pugni nelle mani). Secondo alcuni analisti e autorevoli testate finanziarie la console avrebbe dovuto avere un prezzo di lancio compreso tra i 200 e i 250 dollari per avere successo. Stiamo sforando, ma non credo sia determinante. Quello che è più importante è chiedersi per quale motivo si stia sforando.
Switch è nettamente inferiore rispetto alla concorrenza sia per quanto riguarda la potenza hardware che lo spazio di archiviazione. Le capacità di calcolo sono un problema relativo se ci sono possibilità di guadagno. Quei 32GB di spazio d’archiviazione significano invece molto di più. Se non vorremo tagliare fuori il mondo del digitale sarà necessario ricorrere ad una scheda SD, con un dispendio di circa 45 euro per 128GB. Denaro che va aggiunto al prezzo della console. Altro punto fondamentale è che i giochi digitali non potranno andare oltre i 25GB orientativi (consideriamo il sistema operativo). In fondo il buonsenso chiede che non vengano venduti prodotti che non possano girare nativamente su una determinata piattaforma. Bisognerebbe mettere qualche notifica? “Si prega di acquistare il gioco solo se si dispone di spazio di archiviazione addizionale, quei 40GB in più su cui il produttore ha deciso di risparmiare”. È un po’ imbarazzante. E lo è perché Sony e Microsoft si scannano dalla scorsa generazione a colpi di terabyte. Nintendo viaggia ancora nel mondo dei floppy disk, e siamo curiosi di vedere cosa succederà con Skyrim e amenità del genere. Sospettiamo la vendita in bundle con audiolibro complementare.

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Passiamo al discorso dell’infrastruttura online. Su PC sappiamo perfettamente che non è corretto pagare per giocare né per godere dei servizi online. Perché Steam e GOG basano il proprio valore proprio sul servizio, e si decide di comprare in base a chi ha il servizio migliore.
Su console è diverso, senza alcun motivo reale. I produttori hanno delle spese esattamente come Steam, ma invece di sfruttare il proprio valore aggiunto per accalappiare altri utenti preferiscono far pagare. Perché gli utenti si lamentano tanto, ma alla fine mettono mano al portafogli e tendono a mettersi a 90. È la classica pecora che si piega al sistema, e siamo tutti pecore, me per primo. Pago perché voglio giocare online e pagare è l’unico modo per farlo. Abbiamo accettato questa realtà su console, è così da anni e non cambierà proprio a causa della nostra passività.
Nintendo si lancia nella mischia e decide che tutto sommato far pagare è una buona idea. Non si parla di prezzi ovviamente, ma di carote. Non quelle di GameStop, parliamo delle carote che fanno camminare gli asini, ovvero i giochi gratuiti che i produttori offrono ogni mese facendo da surrogato a 20ml di vaselina.
Sony ti regala 6 giochi al mese, spesso indie intorno ai 20/30 euro. Microsoft te ne dà 4, ma preferisce i tripla A, a patto che abbiano qualche annetto sulle spalle. E Nintendo? Nintendo ti regala un gioco, e lo sceglie dal catalogo NES e SNES.
Metabolizziamo.
NES e SNES.

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Nessuno mette in dubbio che su queste piattaforme siano usciti grandissimi capolavori del passato. Capolavori che avremo giocato e rigiocato sulle console originali, su Gameboy, Wii, Wii U e magari emulatore. Capolavori che in uno store online costano tra i 5 e i 10 euro. Capolavori per cui Nintendo non paga assolutamente nulla nel caso in cui fossero prodotti interni. Capolavori che suonano come una maniera triste di fare il verso a una Sony e una Microsoft che di recente sono state parecchio criticate per il calo nella qualità dei giochi offerti con i propri programmi online. E qualcuno in tutta onestà si aspetta un’infrastruttura stabile o completa come quella delle concorrenti? Io mi aspetto YouTube, ma se trovassi anche Netflix a 1080p mi stupirei.

Switch è una console portatile da casa. Nel senso che è progettata per essere trasportata dentro casa. Tutti quei signori che stanotte sono caduti dalle nuvole apprendendo che la durata della carica sarà di circa tre ore avrebbero dovuto fare meglio i compiti: è dell’annuncio della console che è cosa nota. La console è spessa, è terribilmente ingombrante se paragonata a un tablet. Inserire una batteria più grossa avrebbe significato renderla ancora più spessa e pesante. Improponibile se vuoi che i tuoi utenti giochino a lungo senza farsi un paio di bicipiti stile The Rock. Tre ore sono la norma con un software 3D impegnativo, non c’è nulla di nuovo sotto il sole. C’è un ingresso USB e ci sono le power bank. Quello che non ci sarà è la leggerezza e la comodità del Gamepad di Wii U. Qualcuno pensa davvero di andare in giro con questa console “portatile”? No, perché sono 6,2 pollici di schermo con dei frame più larghi di Maurizio Costanzo. A cui vanno sommati i due controller. Vi ci vedete a camminare con un “portatile” del genere? Uno che sia più largo del sedile dell’autobus su cui siete seduti? Switch va benissimo per muoversi in casa, per lasciar libera la TV, per andare al cesso e restare fermi per un’oretta fino a perdere la sensibilità alle cosce. Ma per uscire francamente mi tengo lo smartphone, 3DS o PSV.


Nintendo ha perso il treno della tecnologia e continua a essere indietro di almeno una generazione rispetto alle concorrenti. Le scelte sono quelle che fanno incazzare la playerbase, a parte quegli irriducibili fanboy che trovano motivo di esistere in base all’andamento azionario di una società che campa sui loro soldi.
Comprerò Switch al lancio perché per qualche motivo faccio soldi dicendo cosa penso dei videogame. O almeno mi convinco che il motivo sia questo.
La verità è che faccio parte di una categoria troppo viziata e benestante per dire di no. La verità è che sono la compiaciuta vittima di un sistema che fa bene il proprio lavoro e annichilisce la dignità del compratore vendendo lardo bollito. La verità è che io, come tanti, troppi altri, non ho alcun rispetto per il denaro.

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