Crypt of the NecroDancer – Recensione | Avventura a ritmo di musica

Per quanto exploitabile e poco chiaro possa rivelarsi il sistema di Early Access su Steam, è innegabile che anche grazie ad esso la piattaforma di Valve sia diventata una vera e propria miniera d’oro per i più fidelizzati al mercato indie.
Grazie alle idee geniali di alcuni sviluppatori promettenti e al supporto della community, infatti, sono nati diversi progetti in grado di tener testa alle produzioni di punta e, spesso, fornire qualità, contenuti e originalità ad un eccellente rapporto qualità/prezzo.
I ragazzi di Brace Yourself Games, in collaborazione con il rinomato compositore Danny Baranowsky, ci presentano Crypt of the NecroDancer, uno di quei titoli che, per quanto apparentemente semplice, non passa affatto inosservato.

Crypt of the NecroDancer – Recensione

Si tratta di un rogue like-dungeon crawler con elementi RPG misto a gioco musicale, in cui sia il personaggio controllato dall’utente che i nemici si muovono al ritmo della soundtrack, basandosi sui beats delle varie tracce disponibili.
Andare a tempo richiede una certa dose di riflessi, premiati però con un moltiplicatore di monete che si rivela alquanto utile in svariate circostanze.
Il giocatore controlla il proprio alter ego con il solo utilizzo delle frecce direzionali (i comandi sono poi riassegnabili a piacimento) e attacca muovendosi nella direzione dell’obiettivo, servendosi poi di combo tra i tasti di movimento per lanciare spell, curarsi, piazzare ordigni e così via.

Crypt of the Necrodancer – Trailer di lancio fase Accesso Anticipato

La fruibilità del sistema è altissima ed esso si padroneggia piuttosto rapidamente, sebbene spostarsi di casella in casella affrontando orde di nemici dai pattern ben differenziati possa scoraggiare i player alle prime armi causando qualche ragequit di troppo.

Le zone sono quattro ed ognuna si suddivide in tre livelli con al termine la bossfight; non essendoci checkpoint né una cosiddetta difficoltà artificiale, la morte risulta davvero fastidiosa e spesso immeritata causa proceduralità dei dungeon, comunque sempre abbastanza complessi.

E’ un titolo piuttosto frenetico ed impegnativo soprattutto nelle zone finali, in cui il numero di mob si moltiplica fino a riempire lo schermo e un solo passo errato può comportare il fallimento dell’intera run.

Ad aumentare lo spirito hardcore ci pensa la natura caduca dei potenziamenti, acquistabili nella lobby attraverso l’esborso di diamanti (diversi dal normale oro che svanisce ad ogni game over) ma soltanto temporanei, nel senso che gli oggetti diventano realmente disponibili solo dopo averli trovati in bauli sparsi per i livelli, stratagemma ideato al fine di evitare che ci si fiondi sull’uscita senza aver prima esplorato a dovere l’ambiente circostante, ricco di segreti e negozi gestiti da simpatici tenori.

In sostanza il nostro personaggio dovrà contare sul modestissimo equipaggiamento base per tutta la durata dell’avventura e, progredendo, i beats si faranno sempre più incalzanti aumentando così di molto la frequenza di movimento nemica.

Crypt of the Necrodancer è uno dei migliori indie in commercio

Mob, appunto, ben caratterizzati seppur non sempre originalissimi, con pattern e prerogative differenti a seconda della zona nonché visivamente gradevoli.
Lo stesso e ancora meglio dicasi per i boss, uno dei pezzi forti del gioco in quanto racchiudono in modo egregio meccaniche interessanti e coreografie esilaranti senza stravolgere il gameplay standard o risultare frustranti. Memorabile, tra gli altri, il combattimento contro una scacchiera durante il quale si doveva neutralizzare la forza avversaria prima che giungesse all’ottava traversa.

Presenti anche numerosi NPC (da sbloccare attraverso chiavi speciali) in grado di aggiungere profondità all’esperienza rendendo accessibili, ad esempio, tattiche avanzate, tutorial sui singoli nemici/boss, negozi di armi, magie e tanto altro; tra i bonus ottenuti completando i dungeon, caverne tematiche dal design non molto ispirato né dettagliato, si annoverano addirittura 8 personaggi, ognuno con abilità uniche, che andranno a variare anche drasticamente l’approccio ritmico standard di Cadence, la protagonista.

Sì, perché c’è una trama.
Le brevi cutscene che introducono e concludono i capitoli narrativi, infatti, raccontano le disavventure della coraggiosa ragazza e della sua famiglia alla ricerca del bardo maledetto e del liuto magico in grado di riportare indietro i morti dall’oltretomba.
Niente di entusiasmante, sia chiaro, ma il racconto svolge perfettamente il suo dovere e non appare fuori contesto, dunque ci fa piacere notare come l’impegno degli sviluppatori si sia esteso fino a questo punto di sicuro trascurabile.
Dopo aver finito la prima run con Cadence sarà inoltre possibile continuare a giocare in modalità storia con Melody e Aria assistendo a cutscene che riveleranno dettagli sull’intreccio e il vero finale del gioco.

La grafica di Crypt of the Necrodancer è di certo particolare

Nella lobby, ad ogni modo, sono presenti svariate alternative alla campagna quali la All zones, relativa alle leaderboard, Dance pad, run facilitata della prima zona, un tutorial e la Daily challenge, che ha come obiettivo quello di raccogliere quanto più oro possibile.
Il titolo, oltre ad essere contenutisticamente ottimo, vanta una rigiocabilità invidiabile e potrebbe assuefare già dopo una manciata di minuti, complice una soundtrack da headbanging continuo e serrato.
L’autore, il già citato Danny B, ha dato il meglio di sé stesso realizzando un capolavoro dalle diverse sfaccettature (si va dalla dance al metal) e soprattutto ogni singola traccia si rapporta magistralmente al gameplay con aumenti e abbassamenti di tensione davvero adrenalinici che conferiscono al titolo un fascino a dir poco ammaliante.

In aggiunta alla cooperativa locale e al fatto di poter sostituire i pezzi di Baranowsky con i propri file musicali preferiti, oltretutto, si ha a disposizione un’ampia gamma di mod e oggetti aggiuntivi gratuiti sul Workshop per ottenere un’esperienza tanto varia quanto perfetta nella sua estrema ecletticità.

Conclusioni

Crypt of the NecroDancer è, senza ombra di dubbio, uno dei migliori indie sul mercato.
Dotato di un sistema di gioco impegnativo ma estremamente appagante, il gioco riesce a mescolare gli elementi classici dei dungeon crawler e dei rhythm games con sbalorditiva maestria. Alla fine è capace di creare un genere a sé stante e ritagliarsi con prepotenza uno posto d’onore tra i titoli più innovativi di sempre.
La struttura di base, fluida e divertente, non presenta alcun difetto evidente. La dovizia di contenuti inoltre prolunga in maniera considerevole la longevità del tutto.

Grazie all’impegno degli sviluppatori e al supporto della community durante la fase di Early Access, il progetto dà in ultimo i suoi frutti dal sapore eccellente. Alla fine poco importa se, a volte, la frustrazione possa prendere il sopravvento e conferirgli un retrogusto amaro.
Riteniamo comunque altissimo il livello di sfida e non ci sentiamo di consigliare l’opera di Brace Yourself al giocatore casuale. Al contrario riteniamo assolutamente obbligatorio l’acquisto da parte di ogni singolo utente di Steam che non abbia paura di mettersi alla prova.

– Incredibilmente divertente e originale
– Arduo ma appagante
– Soundtrack fenomenale
– Contenuti a bizzeffe
– Talvolta punitivo
– Dungeon e alcuni nemici un po’ anonimi

Valutazione 9.3/10

Metascore 87/100
Crypt of the NecroDancer | Steam | 14.99€

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