The Wild Eternal – Recensione

The Wild Eternal è un gioco molto particolare, con una storia fuori dal comune. Il tema portante è più o meno filosofico, legato alle culture orientali. Si parla di reincarnazione e la protagonista è una vecchietta determinata a evitare il ciclo della rinascita. Decideremo così di recarci in un luogo sperduto nella natura selvaggia dell’Himalaya, alla ricerca di un modo per morire definitivamente ed evitare quindi di venire condannati a un’eternità di sofferenze sul piano terreno.
Secondo la cultura buddista le incarnazioni dovrebbero infatti servire a un processo di evoluzione spirituale che, nel corso dei millenni, permetterebbe infine di ascendere al Nirvana. Il mondo può essere inteso come una specie di palestra, un luogo dove affrontare paure e le debolezze, procedendo man mano verso un miglioramento che permetta infine una definitiva separazione dal materiale.
Contenuti lontani dal cattolicesimo, molto radicati tra India, Cina e Giappone.

The Wild Eternal

Attraverso un’impostazione in prima persona guideremo Ananta -la protagonista- in una regione remota, tra le montagne. Vestendo i panni di una donna anziana dovremo fare i conti con tante mancanze fisiche. La protagonista si muove lentamente, non riesce a mettere bene a fuoco, ha difficoltà a sentire i rumori, tende a farsi male.
Sulle prime battute incontreremo un semi-dio dalle sembianze di volpe, che si offrirà di aiutarci a sfuggire dal circolo della reincarnazione se in cambio faremo qualcosa per lui. Ossessionati dalla volontà di non tornare su questo mondo acconsentiremo e inizieremo a darci da fare.

La struttura generale è quella di un adventure in prima persona. Il cuore di The Wild Eternal è l’esplorazione, ma c’è spazio anche per alcuni enigmi. All’inizio gli ostacoli principali saranno in effetti i sensi della protagonista e la sua incapacità di muoversi agevolmente. Per fortuna incontreremo dei tempietti dove potremo fare delle offerte per ottenere abilità specifiche. Le offerte consistono in particolari oggetti che troveremo andando in giro per la mappa di gioco.
Ogni tempietto ci permetterà di sbloccare più abilità, molte delle quali sono legate concettualmente all’età. Potremo ad esempio ottenere agilità per non farci male durante le cadute, diventeremo in grado di correre e di saltare lontano, la nostra vista potrà essere notevolmente migliorata. Ci saranno anche opzioni più particolari, che ci aiuteranno ulteriormente nell’esplorazione o nella risoluzione dei puzzle.
Il sistema di progressione è molto valido, è come se la vecchietta ringiovanisse riacquisendo qualità che il tempo le aveva portato via.

La mappa esplorabile è discretamente vasta, graficamente piacevole. The Wild Eternal non ha comparto tecnico impressionante, è tutto piuttosto semplice, ma la direzione artistica è valida. La natura indipendente del progetto è chiarissima, ma considerato tutto non ci vogliamo lamentare. C’è tra l’altro un minimo di diversificazione tra le ambientazioni.
Andarsene in giro potrà essere complicato all’inizio. C’è un senso di smarrimento e di dispersione a causa dell’assenza di una mappa. Riusciremo presto a trovare dei luoghi sopraelevati da cui avere una panoramica più chiara dell’area, a quel punto orientarsi sarà più agevole.
Procedere nell’avventura comporterà la ricerca costante di tributi da offrire ai tempietti per acquisire nuove abilità. Queste saranno fondamentali per superare ostacoli e impedimenti che bloccheranno il nostro cammino.

C’è un bel senso di coinvolgimento, quasi un’intimità che si crea grazie all’ambientazione misteriosa e allo stesso tempo affascinante. Non ci sono moltissime righe di dialogo, ma potremo esaminare oggetti e leggere dei testi antichi sparsi su certi monumenti.
The Wild Eternal non prevede alcun sistema di combattimento. Ci capiterà di incontrare delle creature pericolose, ma non avremo alcun modo di difenderci direttamente. Del resto, considerata la protagonista, è anche sensato.

Per quanto il gioco sia stato sviluppato con fondi modesti, la colonna sonora ha ricevuto le giuste attenzioni. Le tracce sono rilassanti, accompagnano bene tra riflessione e meditazione, si sposano perfettamente con l’ambientazione. Anche il campionamento degli effetti sonori è adeguato, offre una discreta varietà.
The Wild Eternal è piuttosto leggero, gira tranquillamente anche su configurazioni vecchie. Sia le strutture poligonali che le texture sono semplici, ma il particolare stile grafico scelto dai designer fa sì che ciò non venga percepito come un difetto.
Si nota insomma che è una produzione a basso budget, ma il lavoro è comunque soddisfacente.

In sintesi

The Wild Eternal è un gioco meditativo che tocca tematiche interessanti. Non è certamente per tutti: non c’è azione di alcun tipo, invita alla riflessione e si incentra sull’esplorazione. Il mondo di gioco è imperfetto e risulta un po’ dispersivo, specie nelle prime battute.
L’affascinante ambientazione, l’argomento trattato e il bell’accompagnamento sonoro permettono comunque al gioco di farsi apprezzare. Gli enigmi non sono impegnativi, ma la vera protagonista dell’offerta è per l’appunto l’esplorazione.
Se la tematica vi affascina vi consigliamo di dargli una possibilità, senza ovviamente aspettarvi i livelli di produzione di un tripla A.

Appassionato di tecnologia, videogame e cinema, Naares inizia a giocare su NES e 386, vivendo le vecchie console war tra Nintendo e SEGA, ma passando durante il periodo 32/64bit al multipiattaforma. Ama i giochi di ruolo giapponesi, i first person shooter, gli adventure e i simulatori di guida. Detesta tutto ciò che è sport e sostiene che l'uomo sia fatto per stare seduto. E' un noto e convintissimo troll.

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