tv e monitor

TV e Monitor – Guida alla comprensione delle tecnologie

Che il vostro scopo sia giocare degnamente o guardare un film nel migliore dei modi, scegliere TV e monitor ideali in base al vostro budget o che facciano al caso vostro non è assolutamente una cosa facile. Questo speciale ha lo scopo di informare, di spiegare in dettaglio cosa sia più adatto alle vostre esigenze, cosa significano le varie diciture sull’etichetta di una TV, quali siano i valori importanti nel momento in cui dovrete effettuare una scelta.

Ogni mese aggiorneremo il nostro speciale sulle migliori TV e sui PC da gioco proponendovi i prodotti a nostro avviso più meritevoli della vostra attenzione. Tuttavia è importante che abbiate sempre e comunque le idee chiare e che, se consigliati malamente dal commesso di turno, possiate rispondere o obiettare con cognizione di causa. In particolare, è bene sapere che tutti i produttori di monitor o TV mentono, o diffondono informazioni falsate sui propri prodotti, come spiegato più avanti.

Addentriamoci allora in questo argomento, complesso e vasto ma assolutamente importante per chiunque voglia rispettare i propri occhi, giocare bene o godersi un film consapevole di aver speso il proprio denaro nel migliore dei modi.

TV e Monitor – I pannelli

Al momento in cui scriviamo (2018) esistono due tecnologie principali utilizzate per la produzione dei pannelli che compongono TV, monitor, smartphone e quant’altro. Parliamo di LCD o OLED. Ciascuna di queste esse si appoggia su tante ulteriori tecnologie, a volte sviluppate da determinati produttori, dunque proprietarie. Un pannello di un tipo o di un altro avrà vantaggi e svantaggi intrinsechi alla natura stessa della tecnologia utilizzata. Analizziamoli in dettaglio.

LCD

TV e monitor LCD sono oggi i più diffusi sul mercato, la tecnologia che ha rimpiazzato i vecchi CRT e che oggi è diffusissima grazie soprattutto ai prezzi di produzione bassi. I pannelli LCD sono quelli a cristalli liquidi, esistono da qualche decennio e per motivi commerciali sono stati sfruttati, modificati e migliorati in tanti modi diversi, intervenendo su numerosi elementi. Le tecnologie utilizzate per questo tipo di schermo garantiscono performance variegate, con soluzioni che possono dare precedenza alla resa cromatica o ai tempi di risposta, all’angolo di visuale o al contrasto.

LCD TN

TV e monitor LCD basati su tecnologia TN sono in genere i migliori per quanto riguarda il gaming. Il merito è in particolare dei tempi di risposta estremamente ridotti. Lo svantaggio principale rispetto alla concorrenza sta negli angoli di visuale. Questi sono ridottissimi nella stragrande maggioranza dei casi. I pannelli TN sono facilmente riconoscibili proprio per tale difetto. Sapete quando in un negozio notate tanti notebook che, se non guardati perfettamente di fronte, appaiono con colori opachi o smorti? Quelli sono pannelli TN. Sono molto più veloci degli altri, ma è necessario che la posizione dello spettatore sia ottimale per garantire risultati apprezzabili. I pannelli TN più recenti e di fascia alta riescono in parte ad arginare questa problematica. E’ comunque bene che le dimensioni restino inferiori ai 30 pollici.

LCD IPS

Una tecnologia oggi molto diffusa. TV e monitor IPS rappresentano circa il 90% del mercato consumer. Sono lo standard per quanto riguarda le TV, mentre sui PC vengono utilizzati nei notebook di fascia medio/alta, alta e nei monitor non preposti ad utilizzo esclusivo per il gaming (esistono eccezioni).
Rispetto ai TN sono dotati di tempi di risposta più lunghi (la variazione dipende dai singoli modelli). Questo li rende poco adatti ai giocatori professionisti o a chi punti a framerate elevati con il proprio FPS preferito.

Il vantaggio sta negli angoli di visione, anni luce superiori rispetto a quelli dei pannelli TN. C’è inoltre una riproduzione dei colori molto più accurata.
Altri nomi: PLS (Samsung), S-IPS (LG)

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LCD VA

I VA stanno iniziando solo di recente a diffondersi nel mercato di massa. Rispetto alle altre tipologie di LCD, TV e monitor VA contano su tempi di risposta più lenti rispetto agli IPS (il che significa che di solito non vanno bene per il gioco), angoli di visione identici a quelli degli IPS e una riproduzione dei colori a cavallo tra TN e IPS. Il maggiore elemento di vantaggio è la riproduzione dei neri, nettamente superiore rispetto a quanto possibile sia con IPS che con TN, e più vicini a quanto è possibile ottenere con un OLED. Per questo motivo i pannelli VA sono dei buoni candidati se il vostro utilizzo principale è la visione di contenuti multimediali o in prevalenza televisivo.
Altri nomi: MVA (Fujitsu), PVA (Samsung)

LCD – Retroilluminazione

TV e monitor basati su LCD si definiscono a matrice attiva (TFT), e la loro qualità dipende in gran parte dal tipo di retroilluminazione a cui si affidano. I pixel non si illuminano infatti da soli, ma sono invece i cristalli liquidi a venire illuminati da una fonte che si trova alle spalle del pannello.

Gli schermi più economici di affidano ad un’unica luce centrale che si irradia a coprire tutto lo schermo in maniera non uniforme. Quelli più costosi utilizzano invece una retroilluminazione a LED, piccole fonti luminose che possono essere collocate sulle cornici del pannello (Edge LED) o dietro l’interno pannello (Full LED).

L’utilizzo dei LED è diventato nel presente lo standard, in quanto garantisce una retroilluminazione ottimale per avere colori ben saturati e contrastati. Per quanto in teoria un Full LED dovrebbe garantire risultati superiori rispetto a un Edge LED (soprattutto su schermi di grosse dimensioni), oggi si preferisce utilizzare una soluzione Edge accompagnata da Local Dimming (Scurimento Locale). Si tratta di una tecnologia che permette di gestire la luce emessa dai LED nelle diverse aree dello schermo, in maniera tale da ottenere contrasti superiori a quelli altrimenti possibili. La qualità del Local Dimming dipende in larga parte dal posizionamento dei LED, ed è migliorata molto nel corso degli anni.

OLED

Già da anni una realtà in campo smartphone, i pannelli OLED si fanno rapidamente largo anche tra TV e monitor, grazie agli ingenti investimenti dei più grandi colossi del settore, LG in testa.
E’ una tecnologia più costosa rispetto alla tradizionale LCD, dunque i dispositivi di grosse dimensioni basati su OLED raggiungono prezzi spesso proibitivi per il mercato di massa. La situazione è comunque destinata a cambiare radicalmente nel giro di pochi anni.

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LG è oggi il maggior rappresentate delle TV OLED

Diversamente dai pannelli LCD, quelli OLED non hanno bisogno di alcuna forma di retroilluminazione, in quanto i pixel producono una luce propria. Questo permette una notevole uniformità nella luminosità dello schermo, non paragonabile a quella dei più comuni LCD. Inoltre un pixel su pannello OLED può essere spento del tutto, creando un nero assoluto improponibile utilizzando tecnologie diverse, LCD VA inclusa.

Gli angoli di visione sono molto simili a quelli dei pannelli IPS, mentre i contrasti riescono ad essere nettamente più elevati (considerato il nero perfetto), permettendo a questa tecnologia di essere l’ideale per la visione di contenuti multimediali o per il gioco.
Non avendo bisogno di retroilluminazione, gli schermi OLED possono essere più sottili rispetto a quelli LCD, che necessitano di uno “strato” in più in cui collocare i LED.

La tecnologia OLED ha trovato applicazione nel mercato di massa solo in tempi molto recenti, ed esistono ancora delle problematiche legate a questo standard. Nella fattispecie, tutte le aziende interessante stanno lavorando per rendere i colori meno caldi di quanto non siano attualmente: il punto di bianco non è affidabile come su uno schermo IPS, può apparire più tendente al giallino o ad altre tinte calde. Anche i colori soffrono di una sovrasaturazione che ad alcuni occhi può risultare addirittura fastidiosa, motivo per cui i dispositivi con schermo OLED offrono spesso la possibilità di impostare diversi profili per il colore.
Al momento in cui scriviamo, Samsung è l’azienda che ha raggiunto i migliori risultati con la regolazione della temperatura dei colori su pannelli OLED, ma ha abbandonato lo sviluppo nel campo televisivo in favore di Quantum Dot.

TV e Monitor – Le tecnologie di supporto

Abbiamo parlato dei pannelli, ovvero la base, lo scheletro che compone lo schermo. Ma a sostenere qualsiasi tecnologia devono intervenire tanti altri elementi che in qualche modo migliorino l’esperienza di utilizzo, dunque ciascun produttore si impegna per creare software e tecnologie in grado di dare quel qualcosa in più, se possibile pubblicizzando il tutto con nomi altisonanti. Riportiamo qui di seguito le tecnologie, i software o i “nomi” in cui potremo imbatterci sentendo parlare di TV e monitor. Abbiamo utilizzato un ordine alfabetico.

AMD FreeSync

FreeSync è una tecnologia open source sviluppata da AMD e concessa gratuitamente a tutti i produttori di hardware che la vogliano implementare nei propri monitor. La funzione principale è quella di eliminare il tearing via hardware, in maniera tale da evitare al giocatore la necessità di attivare il V-Sync (sincronia verticale), particolarmente esoso a livello di risorse. Ciò comporta un miglioramento sensibile delle prestazioni nei giochi, con incrementi di frame rate considerevoli.

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Se lo desideriamo potremo comunque far lavorare FreeSync congiuntamente al V-Sync del gioco: in questo caso non ci sarà un incremento prestazionale, ma il gameplay risulterà leggermente più fluido. Diversamente, lasciando attivo solo FreeSync, i tempi di latenza del mouse saranno ridotti, il framerate incrementato ma non viene esclusa del tutto la possibilità di un tearing occasionale.
FreeSync lavora da 9 a 240 Hz, uno spettro nettamente più ampio di quello di G-Sync di Nvidia, che lavora dai 30 ai 144 Hz.

Nvidia G-Sync

G-Sync nasce con lo scopo di evitare l’utilizzo del pesante V-Sync all’interno dei giochi, eliminando il tearing lato hardware facendo modo che lo schermo “aspetti” che il fotogramma sia stato calcolato interamente prima di proporlo su schermo.
La tecnologia è proprietaria Nvidia, che percepisce un pagamento per concederla in licenza. I monitor che supportano questo standard hanno bisogno di un modulo interno.
G-Sync funziona soltanto su frequenze dai 30 ai 144Hz.

Quantum Dot

Per la serie “Come usare la fisica quantistica per migliorare la mia TV”. I Quantum Dot sono piccolissime particelle (tra 2 e 10 nanometri) che, applicate a uno schermo LCD, permettono di eliminare del tutto la retroilluminazione a LED bianca. Utilizzano invece i LED blu e ne convertono direttamente la luce per creare un ampio spettro di colori dalla saturazione molto elevata, simile a quella dei pannelli OLED.

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Struttura del Quantum Dot

Uno dei vantaggi principali è che tutti i colori possono essere ottimizzati manualmente durante la fase di produzione, creando pannelli che rispettano standard molto chiari, e privi di variazioni di rilievo. In questo modo la precisione del colore e la temperatura sono garantiti da un processo che avviene direttamente all’origine, e che viene stabilito dal produttore stesso, con ovvi vantaggi per l’utente finale.

Il motivo di interesse principale è dovuto alla luminosità massima possibile con tale tecnologia, indispensabile per ottenere un HDR che rispetti lo standard Dolby Vision. E’ proprio grazie a tale luminosità che il pannello sarà infatti in grado di riprodurre colori prima considerati fuori scala, simulando effetti come il bagliore della luce solare diretta e creando livelli di contrasto altrimenti impossibili.
La tecnologia Quantum Dot sarà sicuramente sfruttata in maniera intensiva nei prossimi anni, rappresentando una interessante alternativa ai pannelli OLED e rivitalizzante quelli basati su LCD.

Al momento Samsung e LG sono le due aziende più impegnate nello sviluppo di tale tecnologia.

Retina Display

Marchio utilizzato da Apple per identificare gli schermi dove non è possibile vedere i pixel a occhio nudo. Questo risultato è possibile grazie a un valore di PPI (pixel per pollice quadrato) relativamente elevato. Un display Retina non è necessariamente un display ad alta risoluzione. E’ piuttosto uno schermo dove i pixel sono abbastanza piccoli da non essere percepibili. A patto ovviamente che lo schermo venga osservato da una certa distanza.
Il PPI necessario dovrebbe in teoria variare in base alle dimensioni del pannello, ma Apple ha mostrato negli anni una notevole incoerenza dal punto di vista ideologico e progettuale, e oggi il marchio viene semplicemente utilizzato per identificare i display dei dispositivi venduti dall’azienda di Cupertino, senza avere una rilevanza oggettiva legata alla qualità.

Contrasto

Un milione a uno! No.
Facciamo subito una precisazione: i produttori di TV e monitor parlano sempre di contrasto “dinamico”, non di contrasto. Sono due cose estremamente diverse.
Il contrasto è la differenza di luminosità tra un pixel nero e uno bianco in un pannello. Il contrasto dinamico è la differenza tra un pixel nero con retroilluminazione led al minimo e un pixel bianco con retroilluminazione led al massimo.

Perché tutto ciò?
Fondamentalmente per pompare i numeri e lavorare di e-penis con i clienti, ma anche per cercare di migliorare le immagini. Il contrasto dinamico in qualche caso funziona, ma nella maggior parte delle situazioni è quasi del tutto inutile. In pratica l’engine deve riconoscere una scena chiara da una scura, e impostare automaticamente la retroilluminazione al massimo nel primo caso, al minimo nel secondo. Tutto molto bello, se fossimo in possesso di occhi bionici e non avessimo paura di venire accecati al primo cambio di scena in un film.
All’atto pratico il contrasto dinamico è utilizzato raramente, e non è indicativo del vero contrasto offerto dal pannello.

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