[Recensione] Unrest – Crudo come la vita

Data di Uscita 23/07/2014
Piattaforme PC Windows, Mac OS, Linux
Versione recensita PC Windows

Il genere delle avventure grafiche sta godendo in questo periodo di una nuova giovinezza, più che altro grazie alla proliferazione dei dispositivi touch, più che adatti a questa tipologia di prodotti.
Per quanto Unrest appartenga proprio a questo genere, le tematiche affrontate e le particolarità del gameplay lo portano in qualche modo a collocarsi in una categoria a sé, per alcuni versi più simile all’ottimo Valiant Hearts di Ubisoft che al più classico dei Broken Sword o Monkey Island.
Un gioco particolare dunque, che però – lo specifichiamo da subito – è in lingua inglese, e presenta delle quantità di testo davvero imponenti, che lo rendono un titolo caldamente sconsigliato a chi non mastichi l’idioma anglosassone con una buona dimestichezza.

Unrest – Crudo come la vita

Unrest è ambientato in una città dell’antica India, un tempo ricca e prosperosa, adesso in decadenza e afflitta da innumerevoli problematiche. Esattamente come nel buon Valiant Hearts, anche in questo caso non impersoneremo l’eroe di turno senza macchia e senza paura, ma piuttosto una manciata di personaggi che faranno del proprio meglio per sopravvivere alle situazioni avverse.

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La diversa provenienza dei protagonisti ci offrirà uno spaccato variegato e ci permetterà di approfondire su caratteri e personalità che potremo plasmare come più ci aggrada.
Fondamentalmente Unrest è più un’avventura interattiva che altro, senza una reale possibilità di rimanere bloccati. Nei panni dei nostri personaggi avremo a che fare con le difficoltà del tirare a campare, le paure che un rigido sistema a caste può instillare negli abitanti, e soprattutto la possibilità di scegliere il nostro destino.
La maggior parte del gioco consisterà infatti in dialoghi (rigorosamente in inglese) con possibilità di risposte multiple, che ci permetteranno di esprimere in modo piuttosto ruolistico il carattere e la personalità del nostro avatar. Tuttavia non aspettiamoci la banalizzazione di prodotti come Mass Effect, Fable e simili: in Unrest “buono” non coincide con “intelligente”. Ciò significa che, molto spesso, avere una condotta perbenista o volta a uno sconsiderato senso di giustizia o di uguaglianza porterà a risultati catastrofici: così come nella vita, sarà saggio mantenersi su un “giusto mezzo” che eviti gli estremi, sempre che si voglia portare a casa la pelle. Bisogna infatti considerare che il contesto storico in cui il gioco viene collocato è certamente diverso dal nostro, ed ha consentito un’impostazione piuttosto originale per quanto riguarda le possibilità di evoluzione della storia. Storia che naturalmente si modificherà sulla base delle nostre scelte, e del modo in cui abbiamo deciso di impostare i dialoghi.

Lo spirito della produzione è dunque per certi versi opprimente, tendente alla drammaticità e in qualche caso al nichilismo, con situazioni che – a prescindere dalle nostre scelte – potranno essere modificate solo in parte, mostrando la volontà degli sviluppatori di raccontare una storia e comunicare dei contenuti piuttosto profondi, che tradiscono comunque forse un eccessivo (ma assolutamente realistico) fatalismo.

A contrastare in modo netto con le tematiche del gioco sono lo stile grafico parecchio cartoonesco, e la scelta di introdurre nella sceneggiatura alcuni elementi tipici della mitologia indiana. A nostro avviso si tratta di una scelta vincente, che non smorza la pesantezza della narrazione, ma piuttosto amplifica l’impatto dei contenuti grazie a un chiaroscuro che crea contrasto e mette in risalto una spaccatura visivo/tematica.

Per completare l’avventura con i personaggi disponibili saranno necessarie circa cinque ore o poco più. I finali disponibili sono tuttavia multipli, e alcuni giocatori potranno voler riogiocare il titolo o sezioni di esso per testare quali cambiamenti potranno avvenire nello scorrere degli eventi. Inoltre, parlare con determinati NPC ci permetterà di attivare delle sottotrame facoltative, comunque gradevoli per chi apprezzi questa tipologia di produzione.

Al momento in cui scriviamo, il gioco è afflitto da qualche bug non esattamente piacevole, che si traduce più che altro in crash improvvisi. Considerato che è passato quasi un mese dalla release del prodotto riteniamo si tratti di una problematica su cui non sarebbe corretto soprassedere.

Conclusioni
Unrest è un’avventura interattiva piuttosto originale, riconducibile a Valiant Hearts per il modo di farci immedesimare in personaggi che non desiderano la situazione in cui si trovano, e allo splendido Dear Esther per la maniera di raccontare una storia senza voler divertire. Il sistema di risposte multiple garantisce un approccio innovativo, se rapportato a quanto fatto dai vari Mass Effect e simili, ed è decisamente apprezzabile per il proprio coraggio. Peccato per la totale assenza di una traduzione in lingua italiana, che certamente avrebbe concesso a questo Unrest di raggiungere una valutazione più elevata. Ad ogni modo, se siete appassionati di storie interattive e l’idea di leggere e tradurre centinaia di linee di testo non vi spaventa, questo prodotto potrebbe rivelarsi di vostro gradimento.
+ Sceneggiatura interessante e ottimi personaggi
+ Ottimo elemento ruolistico tramite risposte multiple
– Manca traduzione in italiano, tantissima roba da leggere e tradurre
– Alcuni potrebbero non apprezzarne la vena fatalistica
– Componente ludica quasi assente

Metascore 70/100
Unrest | Steam | 11.99€

Appassionato di tecnologia, videogame e cinema, Naares inizia a giocare su NES e 386, vivendo le vecchie console war tra Nintendo e SEGA, ma passando durante il periodo 32/64bit al multipiattaforma. Ama i giochi di ruolo giapponesi, i first person shooter, gli adventure e i simulatori di guida. Detesta tutto ciò che è sport e sostiene che l'uomo sia fatto per stare seduto. E' un noto e convintissimo troll.

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