The Book of Aaru – L’Egitto non basta

Se Hades ci ha deliziati con storia e ambientazione tratte dalla mitologia greca, The Book of Aaru cerca di fare qualcosa di simile in un setting tipicamente egiziano. Il gioco è a sua volta un roguelite con visuale dall’alto, sviluppato da Amenti Studio. Aggiunge qualche elemento interessante alla già rodata struttura del genere, ponendo più enfasi sulle trappole che non sul combattimento vero e proprio, comunque presente. Il gioco è stato pubblicato lo scorso 27 Maggio su PC Windows tramite Steam, dove è proposto al prezzo di 14,79€.

Il gioco è ambientato in un Egitto antico dove la mitologia si incontra con elementi più tipici della fantascienza: piramidi, reliquie del passato e tecnologie retro-futuristiche si mescolano in ambienti sotto terra e in caverne gotiche. Il mix è interessante, nonché abbastanza originale.
Il giocatore veste i panni di Emily Sands, un’archeologa scomparsa nel 1926 durante le ricerche sul Tempio di Osiride. A causa di una maledizione Emily ha perso parte della sua umanità. Dovremo adesso sopravvivere alle insidie del Tempio di Osiride e possibilmente scoprire i segreti che vi si celano.

Il gioco è strutturato come un classico roguelite, con un labirinto generato in maniera procedurale che cambia ad ogni run. Ciò significa che la morte è parte integrante dell’esperienza: il nostro personaggio muore o fallisce, ma a ogni nuova partenza porta con sé potenziamenti permanenti ottenuti nelle run precedenti. Nulla di nuovo sotto il sole da questo punto di vista.
Nel corso delle run incontreremo avversari di vario genere con cui confrontarci. Il sistema di combattimento prevede la possibilità di impugnare due armi contemporaneamente, concatenare combo ed usare abilità di vario tipo con specifici cooldown. Elemento interessante è la capacità di Emily di rallentare il tempo in determinati frangenti, guadagnando un enorme vantaggio sui nemici.

Utilizzare in simultanea due armi non è facilissimo, e la curva d’apprendimento è in effetti un po’ più ripida del solito. Elemento importante del combattimento è la parata, che si basa su due livelli, ovvero la parata standard e quella perfetta. Chi proviene da giochi impegnativi, come soulslike e simili, vorrà probabilmente puntare sulle parate perfette, ma purtroppo la situazione non è proprio straordinaria.
Se infatti sulla carta sembra tutto piuttosto valido, in realtà il gioco è afflitto da numerose problematiche che gli impediscono di raggiungere la sufficienza. Gli scontri con gli avversari non riescono a coinvolgere, anche in virtù di parate che sembrano funzionare un po’ a fortuna. In svariate situazioni non sarà chiaro se la vostra parata non abbia funzionato per un vostro errore nella lettura delle animazioni, o semplicemente perché il gioco non ha registrato il vostro input al momento giusto. Questo può ovviamente dare spazio a una frustrazione non indifferente.

Per qualche motivo The Book of Aaru non consente un respec delle build: i punti che spenderete nella vostra progressione rimangono lì, senza poter di essere modificati. Naturalmente è possibile – nonché auspicabile – che questo difetto possa essere sistemato in futuro con un qualche aggiornamento da parte dello sviluppatore. Per adesso però il team si sta concentrando sul fix di bug e glitch considerati più urgenti, ma la situazione attuale appare per tanti motivi piuttosto grezza, in linea di massima non allineata con ciò che ci si aspetterebbe dalla release di una 1.0.
Anche la gestione della stamina appare discutibile, con un bilanciamento troppo punitivo, che nelle fasi avanzate del gioco porta a non poter recuperare le redini degli scontri.

Infine, per quanto il setting egiziano sia piacevole, in realtà ci accorgeremo presto di una notevole ripetitività negli scenari e negli asset, creando un senso di deja vu che in un roguelite è un problema piuttosto serio.

Da evitare

Per il momento The Book of Aaru rimane un gioco potenzialmente interessante, che però a conti fatti non riesce ad esprimere il proprio potenziale a causa di troppe mancanze, sia sul piano meccanico che tecnico. Il sistema di parate è frustrante ed impreciso, gli scontri con gli avversari non gratificano, l’intero sistema di movimento e di combattimento non restituiscono un feedback sufficiente, la ripetitività delle ambientazioni non aiuta. Ciò che rimane è un setting originale e un concept sulla carta valido. Ma non è abbastanza per giustificare l’acquisto del prodotto.

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