Stygian Outer Gods incrocia atmosfera, horror e GDR

In questi giorni abbiamo avuto modo di giocare l’interessante Stygian Outer Gods, un horror in prima persona con elementi da gioco di ruolo. Ne abbiamo apprezzato in particolare l’atmosfera, ambientazione e sistema di gioco, a dispetto di una serie di mancanze che speriamo possano essere risolte nel corso dello sviluppo. Il titolo è infatti stato rilasciato in accesso anticipato su Steam lo scorso 14 Aprile al prezzo di 19,99€, dunque è ancora in fase di lavorazione. Sono presenti i sottotitoli solo in lingua inglese, mentre al momento risulta non compatibile con Steam Deck.

Il gioco è ambientato negli anni ’20, nel periodo precedente al cosiddetto Black Day, l’apocalisse che caratterizza gli eventi del precedente Stygian: Reign of the Old Ones. Il protagonista della vicenda è Jack, un ex soldato che verrà invitato a partecipare a una spedizione verso Kingsport, città su cui circolano voci inquietanti riguardo oscuri rituali. Cominceremo il racconto in seguito a un naufragio, ritrovandoci feriti su una spiaggia che dovrebbe trovarsi nei pressi della città.
Fin dalle prime battute ci renderemo conto che il nostro personaggio sembra avere un qualche tipo di disturbo o conto in sospeso con il proprio passato. Attraverso l’utilizzo di incubi o visioni, l’ambiente di gioco diventerà tante volte uno strumento narrativo per esprimere lo stato mentale del protagonista, toccando argomenti come il senso di colpa e la perdita. Stygian Outer Gods trae molto chiaramente spunto da alcuni dei più celebri racconti di Lovecraft, costruendo un mondo di gioco cupo e opprimente.

In linea di massima la storia è stata strutturata bene. Gli ambienti che esploreremo sono disseminati di lettere, note e biglietti che ci consentiranno di mettere insieme i diversi pezzi del puzzle per farci un’idea più o meno chiara di cosa sia successo. La scrittura è valida, stimolante, c’è un certo interesse nell’esplorare le stanze degli edifici, nell’andare alla ricerca di ulteriori dettagli. In effetti, proprio la componente narrativa e il world building sono gli elementi migliori della produzione: le fasi survival non sono infatti pronunciate come in altri giochi, e il racconto ne esce fuori come vero protagonista.
Unico appunto in questo senso è forse il rapporto tra il protagonista e l’amica d’infanzia Victoria, che fa da innesco narrativo ma che non viene approfondito come avrei desiderato.

Passando al gameplay, è bene chiarire che la ritmica di Stygian Outer Gods è piacevolmente lenta, puntando per l’appunto sull’esplorazione e sulla narrazione. Dovremo quindi cercare di sopravvivere mentre facciamo luce sugli eventi soprannaturali che stanno devastando la cittadina di Kingsport.
Come in molti altri horror, ce ne andremo in giro raccogliendo materiali, munizioni, medicinali e altri oggetti utili alla sopravvivenza. Tutto scarseggia e nulla viene regalato: questo senso di precarietà è accentuato da un sistema di crafting che obbliga a scegliere come usare le risorse recuperate, in quanto determinati oggetti possono essere utilizzati per ottenere diversi prodotti finiti, quindi dovremo scegliere a cosa dare la precedenza. Ad ogni modo, la costruzione di strumenti artigianali, armi improvvisate o kit medici è parte integrante della progressione.

Il combattimento è possibile ma non sempre la soluzione migliore. Ci sono armi da taglio e da fuoco, ma queste ultime sono piuttosto limitate. E’ comunque possibile sopraffare gli avversari anche con strumenti corpo a corpo, sfruttando magari un approccio un po’ più stealth e avvicinandoci di soppiatto. Proprio lo stealth è una meccanica incoraggiata, che ci consente di muoverci nell’ombra senza essere notati, o magari scegliere percorsi alternativi per evitare interi gruppi di avversari. Procedete in base alle vostre preferenze.

Nel corso del gioco incontreremo più personaggi con i quali dialogare. In questo frangente sfrutteremo un interessante elemento ruolistico, con scelte multiple sul modo di affrontare le conversazioni. Le decisioni che prenderemo avranno conseguenze fondamentali sulla storia, tanto che alcune possono portare alla morte prematura del protagonista o alla modifica permanente di alcuni elementi della storia.

Molto importante è poi la “sanity”, ovvero la salute mentale del nostro personaggio. Se ricordate l’epoca GameCube forse vi tornerà alla memoria il mai dimenticato Eternal Darkness. Anche in questo caso, confrontarsi con entità sovrannaturali ha un impatto diretto sulla mente del protagonista. Quando la sanity diminuisce, non solo si attivano effetti visivi e sonori disturbanti, ma cambiano anche le opzioni nei dialoghi, i comportamenti del personaggio e la nostra percezione dell’ambiente. L’effetto finale è molto gradevole, coinvolge e incrementa il senso di suspense.

In un contesto già positivo, ho apprezzato che lo sviluppatore abbia voluto implementare in Stygian Outer Gods anche una progressione del personaggio che non si vede spesso in questo genere di videogame. C’è infatti un sistema basato su carte che permette di sbloccare abilità sia attive che passive. Potremo scegliere due percorsi differenti, ovvero Sinner (Peccatore) e Seer (Veggente). Il primo porta a vantaggi più concreti nell’esperienza di gioco, mentre l’altro si concentra sul migliorare la nostra comprensione degli eventi. All’atto pratico si tratta di modificare la maniera in cui interagiamo con gli elementi del mondo. Potremo ad esempio impara a persuadere gli NPC nei dialoghi, apprendere lo scassinamento, o sviluppare la sensibilità agli elementi sovrannaturali. Questo sistema non si basa su una classica progressione a livelli, ma su una serie di scelte permanenti che caratterizzano in modo netto l’identità del personaggio. Ogni abilità ottenuta può aprire o chiudere possibilità, rendendo l’esperienza più ramificata e meno prevedibile.

👍 Pro

  • Ottima base per sviluppi futuri;
  • Ambientazione solida e lore ben scritta;
  • Invita all’esplorazione;
  • Buon senso di tensione;

👎 Contro

  • Sistema di combattimento da rivedere;
  • Poca varietà nel design delle creature;
  • Appare ancora troppo grezzo;
  • Storia buona ma migliorabile;

Consigliato
Stygian Outer Gods è un horror atmosferico che consigliamo nonostante qualche incertezza, specie su un sistema di combattimento un tantino rudimentale. Siamo curiosi di sapere come diventerà nella sua versione finale, ma già questa Early Access dimostra un buon carattere, così come un piacevole world building. L’enfasi sull’esplorazione, la buona gestione della narrativa e la maniera di presentare una realtà alterata sono tutti elementi che contribuiscono a creare un videogame dotato di carattere. Ne seguiremo senza dubbio lo sviluppo.

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