Destiny 2 I Confini del Destino – Recensione | Poteva andare meglio

Destiny 2: I Confini del Destino segna l’inizio della nuova saga e inaugura l’Anno della Profezia con un modello a espansioni semestrali. In questo nuovo DLC “medium sized”, i Guardiani sono trascinati verso il confine del Sistema Solare, in una destinazione inedita, ovvero il pianetoide Kepler. L’espansione include anche una ristrutturazione radicale di progressione e loot, introducendo il nuovo sistema Armor 3.0, i bonus dei set e un nuovo hub, il Portal, per scegliere e modificare le attività.

La trama de I Confini del Destino si sviluppa immediatamente dopo il finale della saga “Light and Darkness”. I Nove, le entità arcane di materia oscura che abbiamo più o meno conosciuto nel corso della storia, hanno mandato un invito tramite l’ex Emissaria Orin, che ora disconosce il loro mandato.
Tra i nostri alleati spiccherà un nuovo personaggio, Lodi, un viaggiatore temporale venuto dall’età spaziale terrestre, catapultato su Kepler a seguito di un’interferenza del tempo. Lodi è a mani basse il personaggio più interessante introdotto in Destiny 2 I Confini del Destino, credibile e sfaccettato. A differenza di altri alleati, non è un Guardiano, non ha mai avuto uno Spettro e non è vincolato alla Luce o all’Oscurità. La sua presenza è il risultato di un evento legato alla singolarità instabile che domina il pianetoide: un “strappo” nel tempo lo ha trascinato lì, facendolo sopravvivere in un’epoca e in un contesto che non gli appartengono.

La nuova espansione di Destiny 2 cerca di aggiungere un po’ di varietà in fase di esplorazione, aggiungendo alcune abilità che modificano la maniera di muoverci. L’accesso a molte aree di I Confini del Destino è legato allo sblocco progressivo di poteri ambientali come Matterspark, Matterweave o Relocator Cannon. Si tratta di variazioni sul tema che in effetti danno un senso di freschezza, ma solo entro certi limiti. Personalmente non ho trovato troppo piacevoli questi nuovi “gimmick”, perché sì, a tutti gli effetti si tratta di semplici gimmick di cui francamente non si sentiva il bisogno. Si aggiunge un po’ di diversificazione, ok, ma dal mio punto di vista l’esplorazione non è mai stato un reale problema per Destiny 2, e le novità possono risultare addirittura fastidiose.
C’è la sensazione che Bungie abbia cercato spunti in Metroid, con il nostro Guardiano che cerca di fare il verso alla morfosfera di Samus, creando situazioni lente che non hanno molto a che fare con il gameplay del gioco. La sensazione è che si tratti più di limitazioni che non di possibilità addizionali.

Il gunplay è ancora quello solidissimo a cui Bungie ci ha abituati da anni e anni, ma viene ancora una volta compromesso da una qualità generale dell’esperienza che lascia tanto amaro in bocca.
La nuova revisione al sistema di equipaggiamento utilizza 6 attributi e bonus di set, con armi e armature che adesso vengono strutturate su 5 tier differenti. La creazione delle build appare molto diversa rispetto al passato, da un certo punto di vista più chiara, ma forse anche un po’ meno versatile e libera. Si tratta di modifiche che con ogni probabilità fanno bene all’economia di gioco, da troppo tempo stagnante nella gestione delle statistiche.

Tuttavia, se in passato siete riusciti ad ottenere i famigerati “god roll”, con ogni probabilità riuscirete ad avere prestazioni ancora migliori rispetto a quelle possibili con i nuovi equipaggiamenti. Se questo sia un pregio o un difetto lo lasciamo decidere a voi. Naturalmente i nuovi pezzi hanno bonus tendenzialmente più forti, quindi è un po’ difficile mettere tutto sulla bilancia e capire come muoversi. Insomma, per il momento c’è parecchia confusione, forse inevitabile quando si cerca di ristrutturare profondamente un sistema che durava ormai da tanti anni. Magari sarà solo necessario attendere ancora un po’, affinché il sistema si stabilizzi con nuovi equipaggiamenti e con un rimpiazzo completo dei vecchi oggetti.

Accettabile

Per il momento credo che I Confini del Destino non sia proprio un must buy. Destiny 2 ha bisogno di un rinnovamento più profondo, in particolare per quanto riguarda progressione e gameplay loop, da troppo tempo vero tallo d’Achille della produzione. Questa espansione ha messo in piedi una buona narrativa, ma le nuove meccaniche non mi hanno affatto convinto, in particolare la trasformazione in spark e le fasi simil Metroid. Il gunplay resta eccellente, ma ci sono dubbi riguardo la bontà del nuovo sistema di armamenti, che sulla carta potrebbe andare bene, ma si scontra un po’ troppo con le struttura del passato. Comprate questa espansione solo se siete fan irriducibili di Destiny 2, altrimenti credo sia preferibile aspettare tempi migliori.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *