Gloomy Eyes – Recensione | Incantevole adventure gotico

Sviluppato da Atlas V e pubblicato da ARTE France con Untold Tales, Gloomy Eyes è stato pubblicato a Settembre 2025 come reinterpretazione di un precedente progetto in VR. Sulla carta è un’avventura narrativa con enigmi: una storia in salsa horror su un ragazzo zombie e una ragazza umana che cercano di riportare la luce del sole nel mondo. In realtà è un gioco molto più intimo, una fiaba oscura raccontata attraverso diorami suggestivi, enigmi intelligenti e una storia d’amore che osa sbocciare nell’ombra. Il titolo è disponibile su PC Windows tramite Steam (compatibile con Steam Deck, senza certificazione al momento ma lo abbiamo giocato prevalentemente lì), PS5, Xbox e Nintendo Switch al prezzo di 24,99€.

Il cuore di Gloomy Eyes è la sua storia. L’azione si svolge in un mondo dove il sole è scomparso e la notte è eterna. Gli umani vivono nella paura, mentre i non morti vagano liberamente. Da un lato c’è Gloomy, un ragazzo zombie che non si riconosce davvero tra i suoi simili; dall’altro Nena, una ragazza umana legata a uno zio fanatico che vede gli zombie come nemici da cacciare.
L’idea può sembrare familiare – due esseri divisi da una barriera – ma il modo in cui viene narrata la rende tenera e interessante. La narrativa ha il sapore di un libro illustrato, qualcosa che Tim Burton potrebbe abbozzare in un pomeriggio di pioggia. Evita i cliché dell’horror, niente gore o spaventi facili: punta su atmosfera, simbolismo e sui momenti silenziosi tra i due protagonisti. I due personaggi hanno un legame genuino, per certi versi anche impacciato, vero.
La narrazione procede per capitoli, e ogni sequenza di enigmi sblocca un nuovo pezzo della storia. Il ritmo funziona, anche in virtù di una nota malinconica di cui è intriso il mondo di gioco.

Alla base, Gloomy Eyes è un adventure con risoluzione di enigmi basata sull’utilizzo dei due personaggi. Controlliamo infatti sia Gloomy sia Nena, passando dall’uno all’altra premendo un pulsante sul pad. Una sorta di co-op con se stessi insomma, che mi ha ricordato strutturalmente Brothers: A Tale of Two Sons, da un certo punto di vista. Ogni enigma richiede collaborazione tra i due personaggi, che hanno abilità complementari: Gloomy se la cava in aree buie dove Nena non può muoversi; la ragazza invece, con luce e agilità, apre percorsi preclusi a Gloomy.
Ogni livello è costruito come un diorama, un piccolo mondo ruotabile ricco di dettagli, che invita a essere osservato da ogni angolazione. Gli enigmi sono accessibili più che punitivi: ti fanno sentire sveglio senza bloccare l’avanzamento. Forse sul finale sarebbe stato più sensato incrementare un pelo la difficoltà, ma la mancanza di frustrazione e la progressione costante sono comunque apprezzabili.

Ho apprezzato molto come enigmi e storia siano inseparabili. Spesso, nei puzzle game, la narrativa è un premio dopo la fatica o, al contrario, il gameplay è un riempitivo. Qui ogni enigma risolto è un passo naturale del viaggio: non stai solo aprendo porte, stai avvicinando Gloomy e Nena l’uno all’altra e alla comprensione del loro mondo.

Dove Gloomy Eyes eccelle davvero è nella direzione artistica. I diorami sono incantevoli: dettagli gotici, una palette che bilancia il cupo con lampi di calore. Le ombre sono protagoniste – a volte minacciose, a volte protettive – e la luce è usata non solo come meccanica ma come metafora.
Le influenze sono dichiarate: echi di stop-motion, tocchi burtoniani che riportano alla mente La Sposa Cadavere ma anche Edward Mani di Forbice. Sembra di esplorare un libro per bambini come Coraline, che sussurra verità più oscure senza perdere il fascino. Non ricordo un solo jump scare, e lo considero un complimento: la tensione nasce dall’immersione in un mondo dove bellezza e tristezza si intrecciano.
La colonna sonora accompagna questa poesia visiva: pur non rimanendo impressa quanto avrei voluto risulta comunque funzionale e adeguata all’offerta.

Consigliato
Gloomy Eyes è stato piuttosto vivere una piccola fiaba che ti resta addosso, malinconica e luminosa. Il rapporto delicato tra Gloomy e Nena, gli enigmi accessibili ma gradevoli e la fantastica direzione artistica resteranno impressi a lungo nella mia memoria. Non è un gioco particolarmente difficile né longevo (si finisce in 4 o 5 ore), ma se amate le avventure narrative o le fiabe gotiche Gloomy Eyes è da giocare.

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