Data di Uscita 21 Febbraio 1991 | Lingua Inglese |
Piattaforme NES | Versione recensita NES |
La serie di Lolo è stata una delle più interessanti e originali dell’epoca NES. Prima della nascita di Kirby, i ragazzi di HAL Laboratory avevano già dimostrato di essere molto capaci, grazie appunto alla creazione di questo franchise, purtroppo relegato al periodo degli 8bit. Ma di cosa si tratta esattamente?
Adventures of Lolo
Adventures of Lolo è un puzzle game con una punta di adventure, dove nei panni della palletta blu Lolo dovremo attraversare una miriade di livelli per salvare la nostra amata, opportunamente chiamata Lala.
Ciascun livello è formato da un unico quadro, dove potremo muoverci attraverso una visuale a volo d’uccello e comandi piuttosto reattivi.
Nostro obiettivo sarà aprire una sorta di cassa del tesoro per sbloccare una porta che darà accesso ai livelli successivi, cercando se possibile di salvarci la pelle dalle innumerevoli insidie ideate dagli sviluppatori.
Il tesoro di fine livello si aprirà non appena avremo raccolto tutti i cuori presenti nello stesso. Una moltitudine di nemici di vario tipo cercherà di impedire la riuscita del nostro piano, limitando i nostri movimenti, dandoci la caccia senza sosta, cercando di colpirci a distanza, addormentandosi una volta a contatto con Lolo (!) o semplicemente sostando in posizioni a noi scomode.
Lolo non è in alcun modo un gioco d’azione, motivo per cui nella maggior parte dei casi dovremo risolvere le difficoltà con l’ingegno piuttosto che con la forza bruta. Forza che potremo comunque utilizzare, in quanto il nostro fido eroe potrà lanciare delle uova che avvolgeranno il nemico per alcuni istanti, dandoci nel contempo la possibilità di spostarlo in una zona a noi più conveniente. I colpi a nostra disposizione saranno limitatissimi, dunque dovremo capire in che modo affrontare il livello e gestire le munizioni in nostro possesso in maniera intelligente.
L’ingegno del giocatore si rivelerà fondamentale quando dovremo spostare i classici blocchi quadrati per risolvere svariati enigmi, un po’ come accade anche negli episodi bidimensionali di The Legend of Zelda.
La diversità proposta dagli sviluppatori in quanto a bestiario che a puzzle veri e propri, comporterà anche che il nostro Lolo impari a muoversi in maniera precisa: spesso e volentieri, ci ritroveremo infatti con avversari alle calcagna, che dovremo riuscire a ingabbiare o a fermare in qualche modo prima che abbiano la meglio su di noi. In questo caso sarà necessario un notevole tempismo, una certa precisione nel muovere il personaggio e una certa reattività a livello nervoso, in quanto le titubanze si tradurranno spesso in morte. All’interno dei livelli non esiste alcun sistema di checkpoint, quindi la nostra dipartità significherà dover ricominciare il livello da capo. Considerato comunque che ciascun livello è piuttosto breve, questo non è in alcun modo un problema, anche perché imparando la sequenza di azioni da compiere sarà possibile replicare le nostre precedenti performance (morte a parte, si spera) in breve tempo.
Lolo è più di tutto un gioco di riflessione, dove bisognerà capire in che modo risolvere gli enigmi e prevedere le mosse dei nemici, comprenderne le caratteristiche. Fatto questo, si tratterà solo di mettere in atto il nostro piano.
A dispetto dell’età del titolo, Adventures of Lolo è invecchiato decisamente bene, in quanto i puzzle proposti sono ancora oggi intriganti e abbastanza impegnativi, e le meccaniche sufficientemente variegate da garantire una certa soddisfazione per qualsiasi giocatore che apprezzi il genere. Senza dubbio, il franchise di Lolo è consigliatissimo a chi sia alla ricerca di un buon puzzle game, magari tramite emulatore, se possibile tramite la versione originale, che non è in fondo costosissima. Si tratta di un dei pochi titoli NES che ancora oggi hanno qualcosa da dire, e di una IP che ci piacerebbe molto vedere nel presente.
Sono passati circa 25 anni, ma Adventures of Lolo continua ad essere un grande puzzle game, un titolo invecchiato decisamente bene e che avrebbe motivo di esistere anche nel nostro presente. La varietà nel bestiario, la struttura dei puzzle, la necessità di ragionare e la generale impostazione mordi e fuggi sarebbero più che adatte a una console portatile. L’aspetto estetico e la colonna sonora sanno inoltre dire ancora moltissimo, grazie a uno stile intramontabile. Ci auguriamo davvero che Nintendo rispolveri prima o poi questo franchise, siamo certi che ne verrebbe fuori qualcosa di buono.