Eriksholm The Stolen Dream – Recensione | L’eleganza dello stealth

Non sono un amante del genere stealth, non lo sono mai stato. A parte il primo Metal Gear Solid e videogame come Mark of the Ninja, di solito ho grosse difficoltà ad immergermi in questo genere. Ed è soprattutto per questo che ho potuto rendermi conto della notevole qualità di Eriksholm: The Stolen Dream, nuova produzione di River End Games che ha saputo appassionarmi fin dalle primissime battute e fino ad arrivare alla sua conclusione.
Il gioco è stato rilasciato il 15 Luglio su PC Windows tramite Steam, PS5 e Xbox Series, è verificato con Steam Deck (buona parte del nostro playthrough è stato fatto appunto su Deck) ma non è presente la lingua italiana tra i sottotitoli, dovremo accontentarci di un ottimo inglese.

Il gioco è ambientato nella città immaginaria di Eriksholm, fortemente ispirata all’architettura e all’atmosfera di città nordiche di inizio Novecento. La storia comincia con la protagonista Hanna che intraprende una ricerca per ritrovare il fratello, catturato per qualche motivo da parte della polizia locale. Da qui si innescherà l’impianto narrativo, che avrà a che fare con giochi di potere nel corso di una pandemia e tradimenti ad alto livello politico.
Il racconto si svolge attraverso scenette animate di altissima qualità (il performance capture regge tranquillamente il confronto con produzioni tripla A molto più blasonate), e sequenze di dialogo che avvengono invece con la grafica di gioco, da un’impostazione isometrica. Questo è senza dubbio il frangente dove si nota di più la natura indipendente della produzione, che avrebbe senza dubbio potuto beneficiare di una maggiore quantità di scene in performance capture.

Il gioco è strutturato a livelli, ciascuno più difficile e soprattutto più complesso del precedente, tutti ambientati tra le vie di Eriksholm, ma anche presso ville ben sorvegliate, miniere e strutture sotterranee. Guideremo Hanna attraverso una visuale dall’alto, cercando le maniere più efficaci per proseguire nella mappa evitando di farci scoprire dalle innumerevoli guardie. Non c’è un approccio aperto, ma ciascun incontro con gli avversari è strutturato un po’ alla maniera di un puzzle game. Sarà quindi necessario un certo spirito di osservazione e l’utilizzo attento degli strumenti a nostra disposizione per riuscire ad andare avanti.

Fortunatamente Hanna non è una sprovveduta, ed ha dalla sua un paio di assi nella manica. La ragazza può infatti utilizzare una cerbottana con cui sedare i nemici, a patto di non essere vista. Inoltre, è in grado di passare attraverso grate e aeratori facendosi strada all’interno degli edifici. Altri personaggi che incontreremo saranno ad esempio capaci di creare diversivi, lanciare sassi, arrampicarsi, nuotare o soffocare gli avversari.
Ciò significa quindi che giocheremo sia nei panni di Hanna che in quelli di altri individui, con la libertà di passare dall’uno all’altro al tocco di un pulsante. Proprio lo switch tra i diversi membri del gruppo sarà assolutamente necessario per risolvere determinate situazioni, magari creando un diversivo per far girare una guardia, quindi colpendola con un dardo subito dopo per farla cadere al suolo. Ci sono in realtà più soluzioni e, proseguendo nei livelli, saremo chiamati ad usare in sequenza le abilità di più personaggi anche con un certo tempismo, sfruttando al meglio i pattugliamenti dei nemici dopo averne studiato con attenzione le diverse posizioni.

I livelli di Eriksholm si affidano a un caro, vecchio level design di alta qualità, lanciandoci in situazioni sempre nuove, che non scadono nel ripetitivo, e che sanno gratificare. Il livello di difficoltà è inizialmente basso, ed anche alla fine dell’avventura non troveremo mai dei punti davvero difficili o frustranti. Forse non sarà sempre chiarissimo come procedere, ma qualsiasi soluzione risulta in realtà risolvibile anche con un minimo di trial and error. In ogni caso, è bene chiarire che Eriksholm non desidera essere punitivo né metterci in croce richiedendoci chissà quale abilità o capacità di analisi. Vuole prima di tutto raccontarci una storia e immergerci in un contesto credibile e ben organizzato, accompagnando il tutto con un gameplay elegante, raffinato ma anche piuttosto semplice. E va bene così.
Chi poi volesse destreggiarsi nella ricerca può dedicare una manciata di ore in più alla ricerca di cartoline e collezionabili sparse per i livelli di gioco, giusto per il completismo.

La direzione artistica di Eriksholm The Stolen Dream lascia pienamente soddisfatti. C’è una grande ricchezza di dettagli nella riproduzione di ambientazioni sempre credibili, riprodotti nei più piccoli particolari, tanto che spesso e volentieri avrei potuto zoomare più del consentito per poter apprezzare la bellezza di certe aree esterne. Nessun problema inoltre nella pesantezza del software, che gira senza difficoltà anche su Steam Deck a dettagli alti a 45 frame al secondo, più che sufficienti per questo genere di giochi.

Consigliato

Non si può non consigliare questo Eriksholm a qualsiasi appassionato di stealth game, ma mi sentirei di raccomandarlo anche agli amanti di puzzle game, o a chi sia vecchio come me e ricordi ancora i grandi tempi andati di Commandos (ovviamente qui parliamo di un livello di difficoltà sensibilmente inferiore). Il gioco ha una bella storia, un gameplay semplice ed elegante, amplificato da un level design di alto livello e da un generale senso di coinvolgimento che deriva da una regia solidissima. Un lavoro raffinato.

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