Alla luce degli ultimi videogiochi iterazioni della serie, i fan di Sonic non possono certo dirsi soddisfatti (Sonic Mania escluso). I fasti dei capitoli in 2D, specialmente il terzo, sembrano lontanissimi e ai più affamati non resta che rivolgersi ai progetti amatoriali della community. Freedom Planet è partito proprio così. Inizialmente l’autore, Stephen DiDuro, aveva infatti intenzione di creare un videogame con il porcospino blu come protagonista. In seguito a un ripensamento ha però deciso di personalizzarlo a dovere per renderlo una sua proprietà intellettuale, riscrivendo da zero storia, personaggi e ambientazione. Approdato su Steam nel 2014, il titolo ha riscosso un grande successo tra gli appassionati del genere. 4 anni dopo eccolo arrivare anche su Nintendo Switch, in attesa della release del seguito, ancora in sviluppo. Vediamo come se l’è cavata nella nostra recensione.
Freedom Planet – Recensione
Data di uscita: 30/08/2018
Versione recensita: NSW
Disponibile su: PC, PS4, NSW, WiiU
Lingua: Inglese
Prezzo di lancio: €14.99
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Freedom Planet è fondamentalmente un’esperienza arcade. Non vi tragga in inganno la presenza di una modalità storia, del tutto opzionale, perché a nostro parere la migliore rimane quella classica, costituita da una successione di livelli nudi e crudi, senza intermezzi. Il motivo risiede nella banalità della trama di fondo, con il classico cattivone intento a rubare un potente artefatto, e nella mancanza di qualsivoglia spunto interessante al suo interno. Sottotono anche i dialoghi e il doppiaggio, che pecca sia in ambito recitativo sia di mixing, con molte voci dall’effetto microfono comprato su Aliexpress a 2€.
Ok, si tratta pur sempre di un videogioco indipendente ma i difetti restano difetti. Qui si è scelto di concentrarsi sul gameplay più che sul contorno. Ed effettivamente Freedom Planet dà il meglio di sé proprio quando tace e si lascia giocare. Chi ha familiarità con i vecchi Sonic si troverà a casa, non senza un pizzico di nostalgia. I livelli sono costruiti in modo intelligente, con un misto di sezioni platform, puzzle e di corsa. Non si tratta di semplici percorsi orizzontali da completare andando da sinistra a destra dello schermo ma di mappe anche complesse che si estendono parecchio in verticale e prevedono svariate strade alternative, oltre che segreti. Un level design che quindi definiremmo convincente.
Freedom Planet – Video recensione
I personaggi utilizzabili sono tre, tutti animali antropomorfi sullo stile furry. C’è Lilac, intraprendente draconide viola, Carol, gatta ferale verde, e Milla, in teoria un bassotto ma in realtà una sottospecie di coniglio bianco dalle orecchie oblunghe. Chiunque voi siate, non azzardatevi a cercare Freedom Planet fan art su Google immagini o altri siti web. Si trova roba piuttosto strana. Quello che dovrebbe interessarvi delle tre tizie è soltanto l’aspetto meccanico. Notevole, peraltro, considerando le peculiarità di ciascun personaggio e il loro funzionamento ben diversificato.
Con Lilac possiamo effettuare un attacco in salto e uno spin-dash alla Sonic, direzionabile anche verso l’alto. Carol scatta in avanti coprendo grandi distanze e rilascia una serie di calci veloci abbastanza potenti. Milla, infine, può creare degli scudi e usare il suo cubo verde come arma a corto e a lungo raggio. Tutte e tre sono dotate di un attacco normale e dello stesso quantitativo di salute, che si recupera distruggendo piante e contenitori sparsi per i livelli. La barra bianca in alto, usata per le mosse speciali, si riempie automaticamente dopo qualche secondo. Tutto molto semplice e calibrato a dovere.
Difatti il ritmo di gioco si mantiene elevato per l’intera durata dell’esperienza (due ore e mezza circa) offrendo velocità e adrenalina quanto basta. Le uniche incertezze nel gameplay riguardano i pattern di alcuni nemici e boss, in linea di massima discreti, rappresentate da mosse quasi impossibili da evitare che possono causare frustrazione nelle fasi intermedie e finali. Non essendoci una vera e propria schivata né mosse dotate di frame di invulnerabilità, il pericolo è sempre dietro l’angolo. E anche la bestemmia. Specie se a seguito di attacchi fulminei o addirittura colpi da KO istantaneo del mega boss di turno.
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Sull’art style, invece, non abbiamo nulla da ridire. Ottima, pulitissima veste grafica che tanto richiama al passato e testimonia la passione degli sviluppatori per l’era 16bit. Bene anche per la soundtrack, anch’essa d’altri tempi in senso positivo e impeccabile la rifinitura tecnica. Zero bug, zero rallentamenti, zero problemi di sorta su Nintendo Switch sia in handheld che sulla TV.
Consigliato
Freedom Planet riesce a esaltare, ricordando da vicino i classici dell’era Genesis e chiamando a grande raccolta tutti i nostalgici e i fan di Sonic delusi dagli ultimi capitoli della serie. Se apprezzate il genere e avete qualche annetto in più sul groppone siamo quasi certi che qui troverete pane per i vostri denti. Se invece odiate i furry e vi aspettate un comparto narrativo decente, fareste meglio a girare alla larga. Ma soprattutto, non cercate Freedom Planet fan art su Google. A meno che non abbiate dei gusti piuttosto particolari.