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Kamiko – Recensione

Piccoli sviluppatori indipendenti si fanno spazio nello store digitale di Switch, ancora povero di contenuti. Kamiko è una produzione giapponese davvero interessante, molto semplice nelle meccaniche e proposta a un prezzo di soli 5 euro.
Considerato che Switch è perfettamente utilizzabile come console portatile, giochi come Kamiko hanno modo di esprimere il proprio potenziale con diversi tipi di utenti. In questo caso parliamo di chi non voglia passare le ore davanti alla TV con il pad in mano, preferendo piuttosto una sessione da quindici minuti a letto, o la classica pausa cesso.

Kamiko

Kamiko è un hack and slash 2D con visuale dall’alto e realizzato in pixel art. Come dicevamo in apertura si tratta di un prodotto particolarmente economico e la struttura risulta in effetti semplice, senza però scadere nel banale.
Questo è il classico videogame che è possibile iniziare a giocare senza avere particolari esperienze pregresse. Ha un livello di difficoltà accessibile, progressivo e si presta bene a sessioni di gioco brevi.
La storia è basilare, appena qualche riga di testo che vada a giustificare l’azione, un po’ come nell’era dei 16bit.

All’inizio del gioco potremo scegliere un personaggio fra i tre disponibili. Questi corrispondono in realtà alle classi tipiche dei giochi di ruolo. Avremo il classico guerriero armato di spada a due mani, un arciere con arco e frecce e un rogue dotato di coltello e scudo da lanciare. Il gameplay cambia in maniera sostanziale in base al personaggio, sarà necessario usare un approccio diverso con i nemici. L’arciere è probabilmente la classe più avvantaggiata sugli avversari, potendo infliggere notevoli danni senza esporsi troppo.
Non esistono combo elaborate, ma sarà possibile concatenare fino a tre attacchi ottenendo effetti diversi in base all’arma disponibile. L’arciere scoccherà progressivamente più frecce, espandendo il proprio raggio d’azione a ventaglio; il rogue lancerà prima lo scudo, poi si lancerà in avanti con il coltello; il guerriero avrà un buon raggio d’attacco e avanzerà scattando.

Il gioco è strutturato su livelli, nessuno dei quali è particolarmente ampio. L’obiettivo sarà sempre attivare quattro pilastri che daranno accesso allo scontro con il boss. Impiegherete fra i 10 e i 15 minuti per completare ciascun livello, mentre per arrivare ai titoli di coda sarà necessaria circa un’ora, tre per raggiungere i finali con i diversi personaggi e sbloccare i contenuti aggiuntivi. Considerato il costo del gioco direi che non ci si può lamentare più di tanto, anche perché l’esperienza risulta piuttosto piacevole.
Kamiko ha infatti l’appeal tipico degli hack and slash di una volta, viene voglia di giocare giusto per rilassarsi.
Parte del fascino deriva senza dubbio dall’aspetto visivo della produzione. La pixel art si appoggia su un design riuscitissimo, dove colori pastello accompagnano un character design ottimo. Sebbene sia necessaria solo un’ora per finire il gioco, i nemici che incontreremo sono innumerevoli. I modelli 2D sono curatissimi, simpatici alla vista, ispirati. Gli avversari si muovono e attaccano in maniere diverse, la varietà non è solo estetica.

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Come in altri hack and slash, anche qui abbiamo il repop costante dei mostri. Non sarà quindi sufficiente uccidere tutto ciò che si muove sullo schermo per spostarsi liberamente. Avremo qualche istante di pace, ma sarà sufficiente andarsene un po’ in giro perché i nemici appaiano nuovamente. In questo modo si pone maggiore enfasi sul sistema di combattimento, comunque gradevole, e si aggiunge un pizzico di sfida in più in un level design di per sé riuscito, ma che purtroppo soffre appunto delle dimensioni non troppo generose. Ritrovarsi i nemici in giro rallenta la nostra avanzata e dà la sensazione di star percorrendo distanze maggiori. Va bene così.

All’interno dei livelli sono presenti anche dei semplici puzzle. Questi consistono nel trasportare oggetti da un punto X a un punto Y per attivare delle porte, oppure nel passare velocemente attraverso dei sentieri a tempo. Tali sezioni non sono state progettate nel migliore dei modi.
Quando trasporteremo degli oggetti non potremo attaccare e, considerato che i nemici riappaiono ogni volta, spostarsi diventerà molto difficile, anche perché venire toccati o colpiti significherà perdere l’oggetto stesso e dover quindi ricominciare da capo. Stesso problema per le sezioni a tempo, che non danno molto margine di errore, e non consentono ovviamente di fermarsi strada facendo per combattere.

In sintesi

Kamiko è un gioco semplice e senza molte pretese. Riesce a divertire in virtù di un sistema di combattimento accessibile accompagnato da una veste grafica piacevolissima. C’è qualche imperfezione nella struttura dei puzzle, ma è tutto perdonabile.
Gli sviluppatori hanno lavorato davvero bene sia in termini di level che di character design. Ci farebbe piacere scoprire dove si potrebbe arrivare con un budget più generoso tra le mani. E’ chiaro che ci sia un notevole potenziale dietro questo team di sviluppo.
Se apprezzate gli hack and slash o se siete alla ricerca di un gioco per Switch disimpegnato non ci sono modi migliori di spendere i vostri 5 euro.

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