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Mulaka – Recensione | Il Messico piace, il gioco meno

Pur non conoscendo Mulaka siamo rimasti affascinati fin dalle prime immagini rilasciate. Il particolare stile grafico è originale, colpisce, inutile negarlo. Elemento distintivo della produzione è la sua vicinanza con la cultura tradizionale messicana.
Si tratta di un adventure classico con alcuni elementi platform. E’ stato sviluppato e pubblicato da Lienzo ed è disponibile su tutte le principali piattaforme. Abbiamo giocato a fondo l’edizione per PlayStation 4 Pro, ma il titolo è disponibile anche su Xbox One, Nintendo Switch e naturalmente PC.

Mulaka

Il gioco prende il nome dall’omonimo protagonista, uno sciamano di Tarahumara che intraprende un viaggio lungo le terre del Messico settentrionale. Nel viaggio, Mulaka attingerà ai poteri degli Dei per combattere il male e la corruzione che stanno lentamente prendendo il sopravvento sulla terra. L’ambientazione e il lore si basano sui reali usi e costumi della località di Sierra Tarahumara e della sua comunità.

In termini di meccaniche e gameplay, Mulaka offre un mix tra adventure e platform, ispirandosi a prodotti noti e sicuramente più validi.
Il gioco è suddiviso in livelli. In ciascuno di essi dovremo raccogliere tre chiavi per sbloccare una porta ed affrontare un boss.
Il nostro Mulaka non ha un grande armamentario. Può contare esclusivamente su una lancia che gli consente di effettuare due tipologie di attacco. In parole povere dimenticatevi di combo e colpi spettacolari, il sistema di combattimento melee è piuttosto semplicistico.

Sono invece gestiti meglio i poteri magici. Il nostro protagonista li acquisirà man mano che proseguiremo nell’avventura e sarà indispensabile imparare a sfruttarli per superare gli enigmi che ci verranno proposti.
I poteri a nostra disposizione includono ad esempio la possibilità di mutare forma assumendo quella di un animale. Potremo diventare un uccello per volare in giro e raccogliere oggetti, o magari in un orso per abbattere certe barriere e accedere ad aree altrimenti irraggiungibili.
Sfortunatamente le telecamere non verranno in nostro aiuto. Il sistema di inquadrature è impreciso, e più di una volta vi creerà problemi per la risoluzione dei rompicapi.

I movimenti ed i combattimenti sono fluidi, con ogni probabilità uno degli elementi più piacevoli di questo Mulaka, anche se non molto variegati.
Non c’è una grande varietà nemmeno in termini di avversari. La ripetitività è in effetti uno dei difetti principali di questa produzione. L’abbiamo riscontrata con i nemici normali, con i boss di fine livello, ma anche con le ambientazioni. E’ chiaro che non ci fosse un grande budget a disposizione, ma se alcuni team di sviluppo riescono a tamponare con le idee, nel caso di Mulaka il risultato finale lascia parecchio a desiderare.

Continuando a parlare di combattimenti, gli scontri con i boss si sono dimostrati all’inizio a dir poco insoddisfacenti. La difficoltà era praticamente nulla, e ciascuno dei combattimenti è risultato, come accennavamo, fin troppo ripetitivo. E’ vero comunque che la qualità tende in generale a migliorare man mano che progrediremo nell’avventura. Si parte insomma da una secca insufficienza, arrivando al di sopra della mediocrità. Niente comunque di straordinario, sia ben chiaro.

Mulaka introduce un sistema di crafting per permetterci di creare oggetti utili. Sfortunatamente si tratta di una meccanica non molto sviluppata, la utilizzerete di rado, più che altro per creare le classiche pozioni curative.

L’ambientazione catturerà subito la nostra attenzione, ma si tratta di un fascino che lascia presto il tempo che trova. Dopo le prime ore di gioco lo stile grafico della produzione smette di interessare, a causa della eccessiva ripetitività che attanaglia l’intera avventura e dell’eccessivo riutilizzo degli asset.
La situazione migliora verso la fine del gioco, con scenari progettati bene, esteticamente convincenti e diversi da quelli visti fino a quel momento.

Graficamente il titolo è sicuramente piacevole per la grande ricchezza di colori ma gli ambienti sono troppo spogli e privi di appeal, lo stile originale viene presto a noia.
La grafica dovrebbe essere del tutto identica a quella delle altre piattaforme, risoluzione a parte. Non si segnalano bug o problemi di sorta su PlayStation 4 Pro.
Le musiche di contorno sono fantastiche, uno degli elementi migliori del titolo.

La longevità complessiva del gioco non è molto elevata, ma tutto sommato resta in linea con altre produzioni similari. Nel nostro caso abbiamo portato a termine il titolo in circa 8 o 9 ore.
Se ve lo state chiedendo non ci sono sorprese di chissà che tipo in termini di rigiocabilità. Il fatto che la storia sia molto lineare e in generale la qualità dell’esperienza non spingono a valutare un secondo playthrough.

il gioco è totalmente localizzato in lingua inglese e non è previsto nessun update per l’italiano, quindi è necessaria un minimo di conoscenza per seguire al meglio la storia.

Mulaka è un gioco che gode di una certa originalità, se non altro per via della cultura messicana intorno a cui ruota l’intera vicenda. Per quanto ci riguarda è stato piacevole imparare a conoscere gli usi e costumi di una cultura semi sconosciuta, almeno all’interno del mondo dei videogame.
Purtroppo Il sistema di combattimento è poco profondo, deficitario sotto molti punti di vista. Anche il level design delude, risulta troppo grezzo e non al passo con i tempi. Volendo dirlo in poche parole Mulaka vi farà annoiare dopo poco tempo.

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