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Omega Strike – Recensione | Passabile non basta

Omega Strike è un platform 2D con elementi metroidvania sviluppato dai debuttanti Woblyware e rilasciato lo scorso ottobre su Steam. A meno di un anno di distanza il gioco fa capolino su console e, vista la mancata copertura precedente, abbiamo deciso di provarlo su PlayStation 4 per capire se si tratti di un prodotto valido e originale o dell’ennesimo indie ordinario realizzato con lo stampino.

omega strikeOmega Strike

Data di uscita: 13/06/2018
Versione recensita: PS4
Disponibile su: PC, PS4, XBO
Lingua: Inglese
Prezzo di lancio: 39,99€

L’introduzione di Omega Strike racconta l’ascesa al potere del losco Dottor Omega, scienziato dell’esercito talmente assetato di potere da trasformare i soldati in mutanti e assumerne il controllo minacciando la pace mondiale. Noi guideremo tre eroi facenti parte di un commando speciale. L’obiettivo è, naturalmente, uccidere Omega e i suoi scagnozzi evitando al contempo di lasciarci le penne.

Sorvolando l’approfondimento di una trama volutamente pretestuosa e quindi di bassa lega, parliamo di gameplay. All’inizio dell’avventura controlliamo, uno alla volta, i tre protagonisti, con la capacità di sostituirli al volo con il tasto apposito. Ognuno possiede un’arma e un’abilità diversa utilizzabili per superare determinati ostacoli. Il fucile d’assalto, ad esempio, serve ad eliminare i nemici più distanti, lo shotgun quelli a distanza ravvicinata mentre il lanciagranate a colpire in traiettorie curve.

Detto ciò il kit del secondo eroe, il ninja robotico, non teme assolutamente rivali. Già il fatto di avere un doppio salto e uno scatto direzionale rapido lo rende la scelta migliore in assoluto per tutto il corso del gioco. Questo, ovviamente, dopo averlo sbloccato di nuovo perché rapito nelle fasi iniziali. Un po’ deludente avere tra le mani la squadra al completo per il primo livello e doverla poi riassemblare progredendo. E’ appunto l’idea di progressione degli sviluppatori non ci ha entusiasmato a causa di alcune scelte discutibili.

Omega Strike – Video recensione

In primis l’impossibilità di cambiare l’arma del singolo eroe o modificarne abilità e aspetto in qualsivoglia maniera. In secondo luogo il sistema di upgrade a dir poco spoglio con cui aumentare solo danno e rateo di fuoco. Manca, insomma, la varietà. Manca nello sviluppo dei personaggi come nella costruzione del mondo di gioco, formato da aree interconnesse abbastanza simili fra loro, non stimolanti da esplorare e strutturate in modo tale da rendere particolarmente tedioso il backtracking.

Per lo meno i 12 boss e gli oltre 45 tipi di nemici riescono a conferire un pizzico di dinamismo al titolo, sebbene a livello di diversità nei pattern non si possa affatto gridare al miracolo. C’è qualche sprazzo di ispirazione qua e là, tra Metal Slug e Mega Man, lievissimo ma presente. Pertanto l’esperienza non può essere definita mediocre e riuscirà sicuramente ad avere un minimo di presa sugli appassionati di metroidvania, con le dovute cautele.

Sul lato tecnico riscontriamo infine dei buoni risultati. L’aspetto grafico retrò e la palette cromatica convincono, il sonoro è abbastanza curato e non ci sono problemi di ottimizzazione o compatibilità di sorta.

Accettabile

Quello che rimproveriamo a Woblyware è il non aver puntato sull’innovazione e di essersi accontentati di creare un metroidvania semplicemente utilitario. Omega Strike non è fantastico né tremendo, proprio passabile. L’errore lo hanno commesso e lo commettono tutt’ora molti tra gli studi indipendenti di piccole dimensioni. Potenziali tributi al passato che scadono in banali copia-incolla, blandi a tal punto da non suscitare più neanche l’attenzione dei fan sfegatati del genere. Trattasi pur sempre del loro primo lavoro, dunque li perdoniamo. Ci auguriamo ad ogni modo di vederli riscattarsi in futuro, anche perché le potenzialità ci sono.

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