Pillars of Eternity e Obsidian hanno già avuto modo di farsi apprezzare su svariate piattaforme. I CRPG tendono a trovarsi più a proprio agio su PC, più che altro per via dei controlli attraverso mouse. Negli ultimi anni sono però riusciti a ritagliarsi un certo spazio anche su console, e perfino su dispositivi mobile. Adesso è il turno di Switch, la piccola console Nintendo che è riuscita ad allargare il proprio supporto verso gli sviluppatori di terze parti. Nella nostra recensione riscopriamo questo classico moderno del genere CRPG. Questa edizione include il gioco base più le due espansioni, The White March I e The White March II.
Pillars of Eternity – Recensione
Data di uscita: 08/08/2019
Versione recensita: Switch
Disponibile su: PC, PS4, Xbox One, Switch
Lingua: Italiano
Prezzo di lancio: €49.99
Sponsor: in offerta su Amazon
Da buon CRPG, Pillars of Eternity inizia con un editor del personaggio che ci introduce anche all’ambientazione del gioco. Siamo in un mondo medievale fantasy, abitato da sei razze diverse. Potremo scegliere a quale cultura e a quale specie appartenere, elementi che determineranno la nostra inclinazione verso certe statistiche piuttosto che altre. Ci sono svariati parametri da tenere in considerazione, ed è consigliabile perdere tutto il tempo necessario durante la creazione del nostro avatar, studiando gli effetti di ciascuna statistica. Cercate di creare un personaggio che vada d’accordo col modo in cui intendete giocare.
La storia ci parla di un protagonista capace di vedere le anime dei morti, accedendo perfino ai ricordi delle vite passate. Questa sarà a tutti gli effetti una maledizione, dato che il nostro personaggio non riuscirà più a dormire, e sprofonderà progressivamente nella follia. Scopo del gioco sarà fare il possibile per spezzare il maleficio.
La trama di Pillars of Eternity è buona, ma non è paragonabile a quella dei maggiori esponenti del genere, come Baldur’s Gate e Neverwinter Nights. L’intreccio è ben scritto, i personaggi hanno carisma, e la qualità dei testi è ineccepibile. Si affrontano tematiche spinose, è una storia indicata per un pubblico adulto. Gli scrittori hanno realizzato descrizioni di altissima qualità, che disegnano scene vivide. Le prime ore sono però un po’ confusionarie, a causa della lore imponente.
Purtroppo numerose missioni secondarie non sono state doppiate, elemento che non aiuta nel coinvolgimento con il giocatore. Stiamo pur sempre parlando di lingua inglese, a fronte di testi che invece sono stati tradotti in italiano. Considerato che è un gioco finanziato attraverso Kickstarter, è comunque difficile lamentarsi.
La trama di Pillars of Eternity è, tutto sommato, piuttosto lineare. Non c’è la totale libertà d’azione vista in altri videogame di questo genere, gli sviluppatori volevano raccontare una storia precisa. Avremo ovviamente un certo margine di manovra, e sono infatti presenti più finali. Si tratta però di variazioni sul tema, piuttosto che di vere e proprie diramazioni della sceneggiatura.
C’è comunque parecchia carne al fuoco, razze, storie e build a sufficienza da garantire più completamenti, che di per sé sono già piuttosto longevi. Si parla di circa 35 ore occupandosi solo delle vicende principali, mentre spendendo tempo fra missioni secondarie e potenziamenti vari si raggiungono senza problemi le 70 ore.
Passando alle meccaniche vere e proprie, Pillars of Eternity non ha paura di allontanarsi dai canoni del genere. Fin dalla fase di creazione del personaggio vi accorgerete che le statistiche funzionano in maniera differente rispetto agli altri giochi di ruolo. Si spezza con la tradizione, ma non è un male. Dopo un po’ di abitudine ci accorgeremo infatti che le scelte operate da Obsidian hanno il loro perché. Il giocatore potrà costruire delle build interessanti e, sotto certi aspetti, originali, dando spazio ad alcuni parametri piuttosto che ad altri.
E’ bene tenere presente che Pillars of Eternity è comunque un gioco piuttosto punitivo. Non potrete lanciarvi in combattimento sperando di cavarvela senza il necessario micro management. Il gioco cerca di essere molto chiaro al primo avvio, invitando chi abbia poca esperienza a non selezionare il livello di difficoltà Normale, e consigliando invece l’opzione Facile.
Il sistema di combattimento vero e proprio è in linea con i canoni dei CRPG, ovvero un ibrido fra turni e tempo reale. I personaggi ripeteranno determinate azioni, fino a quando non riceveranno un nuovo ordine. Potremo impartire gli ordini mettendo il gioco in pausa e riflettendo con calma sulla migliore tattica per quella specifica situazione.
Come accennavamo, si tratta di tanto micro management, un elemento ben noto a chi conosce il genere. Può piacere o meno, ma Pillars of Eternity non fa tutto ciò che potrebbe per farcelo andare a genio. Ci sono numerosi problemi con l’intelligenza artificiale, le collisioni e i percorsi automatici scelti dai personaggi. In tanti casi vedremo i nostri personaggi massacrati dagli avversari, mentre i nostri compagni se ne stanno tranquilli a due passi di distanza. Aspettano il nostro comando, certo, ma si creano delle situazioni paradossali che in un gioco di ruolo tendono a far perdere un po’ del coinvolgimento.
Gli scontri veri e propri non competono con la saga di Divinity, ma sono comunque più che funzionali. Da questo punto di vista c’è meno originalità rispetto al lavoro di Larian Studios, o la volontà di rimanere più vicini alla tradizione.
Controllare fino a 6 personaggi contemporaneamente non sarà facilissimo, in particolare durante le sezioni più avanzate. Giocando ai livelli di difficoltà più elevati dovremo faticare parecchio per avere la meglio sui nemici. E’ altrettanto vero che la qualità della strategia potrà metterci in salvo anche da situazioni apparentemente impossibili.
Passando al comparto tecnico, la versione Switch di Pillars of Eternity si è dimostrata all’altezza. Continuano ad esistere i difetti del gioco originale, come alcuni fondali in bassa risoluzione, ma è una mancanza che si nota solo incrementando lo zoom.
Dispiace più che altro che gli sviluppatori non abbiano corretto i problemi legati ai percorsi automatici dei personaggi, che continuano a fare giri assurdi nei momenti meno opportuni (ad esempio in combattimento).
Visivamente siamo ancora su ottimi livelli, più che altro grazie a una direzione artistica che continua a convincere. Tanti giochi di questo genere non riescono ad affascinare in termini estetici, ma Pillars of Eternity vanta scorci di assoluta bellezza, sa farsi apprezzare.
Il framerate è in linea di massima buono, ma non troppo stabile. In più momenti abbiamo notato dei cali, che sono sì brevissimi, ma anche piuttosto evidenti. Nulla che possa minare più di tanto la qualità dell’esperienza, comunque.
Incomprensibile invece la mancanza di supporto al touch screen, che in un CRPG sarebbe stato una manna dal cielo. Obsidian ha preferito affidarsi ai controlli standard, con due menu radiali da richiamare attraverso i tasti dorsali per la gestione dei comandi.
Concludiamo con la colonna sonora, piacevolissima e sempre azzeccata. Ci sono delle tracce molto evocative, che ricordavamo ancora dal nostro primo playthrough su PC, e riscoprirle è stato fantastico. I compositori non si sono risparmiati, offrendo sonorità variegate e in grado di accompagnare il giocatore in tutte le situazioni.
Consigliato
Pillars of Eternity trova in Switch una nuova dimora. Il gioco invecchia bene, continua ad essere una validissima proposta nel mondo dei CRPG moderni, e può adesso venire giocato in completa mobilità.
Il lavoro di ottimizzazione dell’HUD non è proprio perfetto, ma si riesce a giocare senza problemi anche sul piccolo schermo.
E’ una produzione che consigliamo ad occhi chiusi a tutti gli amanti del genere, forte di una storia interessante e di contenuti che vi terranno impegnati per centinaia di ore, tra gioco principale ed espansioni. Una graditissima new entry nel portfolio di Nintendo Switch.
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