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Pyre – Recensione

Sono un grande fan dei ragazzi di Supergiant Games. Ho adorato sia Bastion che Transistor, li considero due “pezzi di arte” straordinari, hanno deliziato occhi e orecchie di milioni di giocatori.
Nonostante questo ero un po’ titubante riguardo Pyre. Il terzo videogame di questo talentuoso team di sviluppo non mi aveva affascinato durante le presentazioni, più che altro per via di un gameplay che mi sembrava fin troppo sportivo. Volevo qualcosa di più strategico, magari come Transistor. Oppure più action, come in Bastion.
La verità è che questi signori amano sperimentare e provare idee nuove, senza adagiarsi sugli allori. Il gameplay di Pyre è lontano da quello delle due produzioni precedenti, ma non per questo inferiore.
Cominciamo la nostra recensione.

Pyre

Se seguite Supergiant Games saprete bene che trama e storia non sono elementi che vengono messi in secondo piano.
Ci troviamo in un mondo fantasy abitato da più specie. Vestiremo i panni del Reader, un umano che per qualche motivo è stato bandito dal Commonwealth, una città regolata dalla legge e dall’ordine. Venire esiliati significa finire in una terra di nessuno, abbandonati al proprio destino. In punto di morte incontreremo tre personaggi che ci salveranno e ci porteranno con sé.
Scopriremo che è possibile venire ammessi nuovamente in città prendendo parte ai Rites, eventi in cui ci scontreremo con altri banditi per redimerci.

Pyre – Trailer di lancio

La storia del gioco è appassionante, densa e ben ritmata. La struttura è simile a quella di un gioco di ruolo strategico, con dialoghi, interazioni e scelte da compiere tra un combattimento e l’altro. I personaggi sono caratterizzati molto bene, tutti dotati di un notevole spessore. Potremo approfondire il nostro rapporto con loro, selezionare possibili risposte durante i dialoghi e così via. In questo modo guadagneremo anche dei bonus durante le battaglie.

Per quanto non ci sia un’esplorazione libera della mappa, saremo spesso tirati in causa per prendere delle decisioni sul da farsi. Le conseguenze delle nostre scelte potrebbero portarci a trovare oggetti durante il viaggio, o magari ricevere potenziamenti da sfruttare nel rituale successivo.
La qualità dei testi, la varietà in termini di azioni da compiere e l’eccellente caratterizzazione dei personaggi rendono queste fasi piacevolissime. Non si ha mai la sensazione che siano dei riempitivi, la narrativa dei Supergiant si conferma eccelsa.

Considerate però che Pyre è tutto in inglese, e c’è parecchio da leggere. Certo, potreste semplicemente dedicarvi al gameplay vero e proprio, ma vi perdereste un buon 50% del divertimento. Sia la storia che i personaggi meritano la vostra attenzione.

Pyre: l’inizio di uno dei Rites

Il gameplay vero e proprio si mostra in tutto il proprio splendore durante i rituali. Questi si svolgono in un’arena, e sono a tutti gli effetti degli scontri fra due team di 3 personaggi ciascuno. Immaginatelo come una sorta di basket o di calcio. Dovremo raccogliere una sfera dal centro dell’arena e trasportarla fino alla base della squadra avversaria.
Ciascun personaggio ha caratteristiche sia attive che passive specifiche, e si controlla in maniera diversa. C’è chi è più veloce e agile, c’è chi fa più punti andando a segno, chi danneggia di più l’avversario, chi è in grado di volare e via dicendo. Controlleremo un solo personaggio alla volta, gli altri resteranno fermi.
E’ un approccio molto tattico, si richiedono riflessi attenti ma anche una certa abilità strategica.

Ogni personaggio è dotato di un’aura capace di danneggiare il nemico che ne sia sprovvisto. L’aura è sempre attiva, a meno che non si sia in possesso della sfera. In questo caso diventeremo vulnerabili e il contatto con l’avversario significherà morire e dover attendere un tempo di respawn con quel personaggio. Questo lascerebbe ovviamente campo libero al nemico, che raccoglierebbe al volo la sfera e si ritroverebbe in vantaggio numerico.

Fondamentalmente dovremo imparare a posizionare i membri del team in maniera intelligente, passare la sfera tra loro evitando l’altra squadra fino a raggiungere la base avversaria. In alcune circostanze sarà possibile farlo anche giocando di agilità, magari sfruttando la velocità di alcuni compagni. Procedendo nell’avventura le cose si faranno più complicate.
Pyre concede comunque di modificare la difficoltà in qualunque momento, decisamente un bene.

Pyre, nella foga di uno dei Rites

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Gli otto personaggi tra cui potremo scegliere condividono uno schema di comandi similare. Ciascuno di essi potrà attaccare in linea retta, in modo da far perdere la sfera al nemico. Non aspettatevi però di mirare liberamente e in tutta calma, dovrete essere rapidi e conoscere la velocità del vostro attacco. Il tempo non si ferma, né l’avanzamento del nemico si interrompe mentre cercate di centrarlo.
L’intelligenza artificiale è discreta, offre un livello di sfida interessante. Le cose si fanno però molto più divertenti quando ci scontreremo con un avversario umano. Sfortunatamente Pyre non supporta il gioco online, c’è solo il multiplayer locale. Speriamo che in un prossimo futuro Supergiant si metta al lavoro su una patch per portarci in rete, sarebbe uno spettacolo.

A prescindere dalla modalità scelta, il sistema di combattimento di Pyre si dimostra gratificante, divertente e progettato con grande cura. Parte da idee molto semplici, evita di complicarsi la vita. Tutto viene assemblato in maniera intelligente, in modo da offrire un prodotto rifinito e coerente.
Non commettete l’errore di considerarlo un videogame per soli amanti degli sportivi. Qui c’è tanta tattica e tanta soddisfazione.

Proprio come per Bastion e Transistor, anche Pyre vanta una componente artistica straordinaria. La grafica è quella che rende qualsiasi screenshot meritevole di essere incorniciato. I colori pastello e l’ispiratissimo stile visivo mi hanno ricordato The Banner Saga, senza però tutto quel senso di decadenza. E’ un videogame splendido da guardare, anche se personalmente ho preferito lo stile di Transistor.
La colonna sonora è allo stesso modo superlativa. Non avevamo dubbi in merito e consigliamo caldamente di correre su YouTube per saggiarne la qualità.

Pyre: il ricercato character design

Pyre dimostra la volontà di Supergiant di continuare a stupire e a sperimentare. Non somiglia a Bastion né a Transistor, se non nella magnificenza della direzione artistica e nella bellezza dell’accompagnamento sonoro. Ho impiegato circa 15 ore a finire il gioco, 15 ore divertenti e appassionanti.
Pyre è prima di tutto un videogame divertente. Le meccaniche sono semplici, si apprendono in poco tempo, e funzionano alla grande. Poter variare il livello di difficoltà in qualsiasi momento e le imprevedibili conseguenze delle nostre sconfitte rendono l’esperienza sempre adeguata alle capacità del giocatore e interessante.
La storia appassiona, è scritta molto bene. Gli splendidi personaggi si caratterizzano in modo ineccepibile, e il giocatore ha modo di approfondire il rapporto con essi, se lo desidera.

Se vi piacciono gli strategici in tempo reale o semplicemente i giochi dove sia richiesta una certa tattica, Pyre è senz’altro da avere. Consigliamo caldamente l’acquisto anche a chi sia alla ricerca di un gioco di ruolo non convenzionale con una storia originale e di altissima qualità.

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