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[Recensione] Bravely Second – Le due facce della Luna

Data di Uscita 26 Febbraio 2016 Lingua Italiano
Piattaforme 3DS Versione recensita 3DS

Da grande amante dei giochi di ruolo e dopo aver molto apprezzato Bravely Default ho deciso di non documentarmi in alcun modo su Bravely Second e di acquistarlo a scatola chiusa, senza guardare voti o leggere recensioni. Non vedevo l’ora di scoprire cosa i ragazzi di Silicon Studios avessero tirato fuori dal cilindro e se avessero o meno risolto le problematiche di Default, che più di tutto soffriva di una trama non eccellente, o comunque non ai livelli dei migliori Final Fantasy. Dopo le mie brave 70 ore di gioco posso finalmente esprimere un parere completo.

Bravely Second

Il gioco è un JRPG ambientato due anni dopo la conclusione di Default, che consigliamo caldamente di completare prima di dedicarvi a Bravely Second. A onor del vero il gioco svolge un buon lavoro nel sintetizzare alcuni (tanti) eventi accaduti nel primo capitolo, ma se desiderate immergervi nel lore creato dagli sviluppatori ciò non sarà sufficiente. Considerato poi che un gran numero di personaggi arrivano direttamente da Default non possiamo che rimarcare il consiglio.

Protagonista della vicenda sarà Yew Genealogia, ragazzino di nobili origini al servizio della papessa Agnès che ben presto si ritroverà ad avere a che fare con il temutissimo Kaiser Oblivion e con i suoi piani per sovvertire il tempo.
Abbiamo molto apprezzato il fatto che anche i “cattivi” della situazione siano spinti in realtà da motivazioni più che comprensibili, che ci portano a valutare il loro punto di vista e non a identificarli realmente come crudeli: sono piuttosto vittime di circostanze che ne hanno segnato la vita in maniera irreversibile. Tra le new entry abbiamo adorato la piccola Minette e il folle Geist, entrambi accomunati da background strazianti.
I protagonisti della vicenda sono invece molto meno interessanti: Yew è lo stereotipo dell’idealista buono e integerrimo, una specie di riproposizione di Tiz del precedente capitolo, che dimostra forza in alcuni frangenti ma che in linea di massima non sembra mai capace di rivestire un ruolo da leader. Forse è anche un po’ colpa di Edea, che torna sulla scena dal primo episodio rubandola in tantissimi casi, grazie al caratteraccio e alla parlantina pungente che avevamo già conosciuto in passato.
Tutto sommato al di là di Edea e di un paio di cattivi si tratta di un cast che non esalta, e che viene massacrato da una qualità della registrazione del parlato pessima, in particolare per quanto riguarda le voci femminili. Difficile dire se sia un problema di compressione audio, ma la lettera S suona sempre biascicata, tanto che sospettavo di possibili problemi hardware agli speaker del mio 3DS. Non era così, e vi consigliamo caldamente di impostare il parlato originale in giapponese, tra l’altro di altissima qualità.

Ma parliamo di questa trama, l’elemento in assoluto più deludente di Bravely Second. Si parte molto bene, delineando una situazione di emergenza e proponendo un paio di colpi di scena già nelle primissime ore di gioco. Poi la sceneggiatura si appiattisce riducendosi al tipico “vai qui, fai il dungeon, sconfiggi il boss” per circa una ventina di ore, ma tutto sommato possiamo anche tollerarlo: in fondo neanche Bravely Default aveva una trama straordinaria, ma era comunque godibilissimo grazie alle sue meccaniche.
Quando, arrivati a circa 20 ore, avremo la sensazione di essere sulle battute finali, Bravely Second ha la malsana idea di ricalcare al 100% l’espediente usato dal suo predecessore, che ovviamente non vogliamo svelarvi per evitare possibili spoiler. Si tratta di una scelta affatto ispirata, che sa di auto-plagio ma che ha il pregio di farci analizzare storia e personaggi sono una prospettiva diversa, più ricca.
Continuiamo per un’altra dozzina di ore e torniamo alla sensazione di essere sul finale. Sensazione sbagliata, perché Bravely Second forza un inutile prolungamento della storia incorrendo nello stesso errore di sceneggiatura del vecchio Final Fantasy VIII, e introducendo un cattivone sbucato fuori dal nulla. Molto deludente.
A peggiorare il tutto c’è un’ironia che francamente abbiamo trovato ridondante e monotematica, interamente incentrata su scenette che hanno a che fare col cibo e la cucina. George Martin sarebbe forse felice di leggerne i dettagli, ma personalmente ho avuto la sensazione che il gioco si sforzasse un po’ troppo di apparire divertente, sfruttando stereotipi della cultura giapponese che anche in un amante di anime e manga possono far sorridere solo fino a un certo punto, per poi venire inevitabilmente a noia.

bravely second end layer

Per fortuna la solidità del gameplay del primo capitolo non è stata in alcun modo intaccata. Il sistema di combattimento è quasi identico a quello di Bravely Default, con qualche modifica che riguarda esclusivamente alcuni job (classi) addizionali, comunque ibridi dei pilastri storici stabiliti da Enix, Square e prima ancora da Dungeons and Dragons.
Tornano dunque sia i comandi Brave che Default, che ci permetteranno rispettivamente di usare più turni tutti insieme o di metterci in difesa e guadagnare un turno addizionale. Nulla di nuovo sotto il sole, ma la meccanica funziona ancora in maniera eccelsa e permette di gestire gli scontri con un elevato tatticismo, specie quando ci ritroveremo contro boss capaci di uccidere con un unico attacco i personaggi che non siano in difesa.
Gli avversari sono stati in parte riciclati dal primo capitolo, in parte creati ex novo o rinnovati nelle skin e nelle caratteristiche, lasciando però immutato il modello poligonale originale. Sono passati un po’ di anni da Bravely Default e tutto sommato incontrare nuovamente alcuni degli avversari ci ha fatto anche piacere. E’ un po’ come quando in un Final Fantasy incontri una mandragora o un tomberry, sono vecchie conoscenze ormai di famiglia.
Ciascuno dei nostri personaggi potrà cambiare classe in qualsiasi momento. Alla fine dei combattimenti otterremo due tipi di punti esperienza: il primo farà salire di livello il personaggio stesso, il secondo incrementerà l’esperienza sulla classe scelta.
Ogni classe ha ovviamente delle abilità specifiche, ma ciascun personaggio potrà tenere attive un massimo di quattro abilità già apprese, indipendentemente dal job selezionato in quel momento. In questo modo potremo avere ad esempio un Monaco capace di contrattaccare grazie alle abilità del Maestro di Spada, o un Mago Nero capace di lanciare spell curative. Le possibilità sono moltissime e i giocatori più perfezionisti vorranno documentarsi su ciascuna singola skill di ogni job per trovare la combinazione perfetta.
Fanno il loro graditissimo ritorno la possibilità di impostare la frequenza degli scontri casuali (fino a disabilitarli del tutto) e il controllo con una sola mano grazie all’intelligente gestione della croce direzionale.

Dal punto di vista tecnico Bravely Second è quasi identico a Default. L’unica differenza sta nella presenza di alcuni dungeon sviluppati con inquadratura laterale invece che isometrica, che aggiungono un tocco di varietà a quanto avevamo conosciuto nel precedente capitolo.
Ancora una volta ottimo l’effetto 3D, che garantisce profondità ma anche rilievo nel caso di alcune ambientazioni particolari.
La colonna sonora si rifà in parte al primo capitolo ed è di buona qualità. Discorso diverso invece per quanto riguarda i doppiaggi in lingua inglese che, come vi abbiamo accennato, sembrano essere stati registrati o compressi male.

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Conclusioni
Se cercate un JRPG con una trama solida, avvincente o anche semplicemente sensata Bravely Second non fa per voi. La sceneggiatura parte bene, con ritmi sostenuti, ma si appiattisce inevitabilmente e finisce con l’introdurre elementi del tutto gratuiti e fuori posto. La trama segue un filo logico che non ci sentiamo di premiare e che francamente è fin troppo contorto per risultare appagante. Non c’era motivo di “spezzare” il gioco in questo modo, sarebbe stata sufficiente una storia senza infamia e senza lode come nel precedente episodio.
Detto questo, Bravely Second ha un sistema di combattimento e di progressione dei personaggi ancora eccelso, capace da solo di reggere l’intero titolo e di giustificarne l’acquisto per tutti gli appassionati del genere.
Si tratta in pratica di una situazione molto simile a quella dell’indimenticato Final Fantasy III, capitolo dotato di una trama semplice ma di meccaniche di gameplay che funzionano alla grande.
Se avete apprezzato Bravely Default vi consigliamo senza dubbio l’acquisto di Bravely Second. Ma non aspettatevi una storia che possa rimanere impressa nella vostra memoria.
Valutazione

7.9
+ Sistema di combattimento gratificante ed eccellente
+ Progressione dei personaggi interessante
+ Tante possibili personalizzazioni
+ Visivamente delizioso
+ Ottimi doppiaggi giapponesi
+ Geist e Minette sono uno spettacolo
– Trama buona all’inizio, forzata nel proseguimento
– Pochi personaggi davvero interessanti
– Il sistema del Bravely Second è dimenticabilissimo
– Cattivone finale insensato stile Artemisia
– Difetti nei doppiaggi inglesi

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