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[Recensione] Broken Sword 5: The Serpent Curse – Episodio 2 – L’ultima avventura di George e Nico

Data di Uscita 16/04/2014 (PC, Mac, Linux) – (17/07/2014) iOS – 24/07/2014 (Android)
Piattaforme PC Windows
Versione recensita Android

Dopo un’attesa che si è fatta sentire, è finalmente arrivato negli store digitali il secondo capitolo di Broken Sword 5: The Serpent’s Cure, avventura grafica punta e clicca finanziata attraverso Kickstarter, che porterà alla conclusione le avventure delle due icone del gaming, George e la bella Nico. Naturalmente la trama ha inizio esattamente dove avevamo lasciato il precedente capitolo, portandoci in altri luoghi più o meno sperduti fino a risolvere i misteri de La Malediccio e della Tabula Veritatis.

Broken Sword V: The Serpent Curse – Episodio 2 – L’ultima avventura di George e Nico

Dopo il finale semi-adrenalinico del primo episodio, la sceneggiatura continua su ritmi tendenzialmente meno incalzanti, permettendoci di approfondire una trama che tocca tematiche come lo gnosticismo, il cattolicesimo, Lucifero, Jeovah e l’immancabile sete di potere del genere umano.
La varietà di situazioni creata dai designer è comunque più che apprezzabile e permetterà agli appassionati di scorgere delle citazioni davvero gradite, che ci hanno più volte strappato dei sorrisi. Impossibile ad esempio non citare la doppia presenza della capra, animale detestato dal buon George per ottime motivazioni, che hanno radici addirittura nel primo capitolo della fortunata serie.

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Il gameplay è ovviamente rimasto del tutto invariato rispetto all’episodio precedente, quindi possiamo aspettarci un’avventura grafica vecchio stile, col classico menù degli oggetti raccolti e la possibilità di farli interagire gli uni con gli altri, oppure con gli elementi dell’ambiente circostante.
In linea di massima abbiamo apprezzato il lavoro svolto dai designer nel realizzare puzzle spesso più elaborati di quanto visto nel primo episodio: alcuni di questi ci hanno messo in difficoltà, e hanno richiesto un po’ di pazienza per essere risolti, senza comunque divenire mai frustranti.
Ad ogni modo, qualora si incappasse in enigmi troppo impegnativi o fuori dalla nostra portata, un comodo sistema di suggerimenti ci permetterà di venire a capo di qualsiasi problema, permettendo anche ai giocatori meno avvezzi di gustarsi il dipanarsi della vicenda.

Parlando di puzzle, abbiamo trovato molto intriganti quelli basati sulla decrittazione di messaggi in codice, o sull’interpretazione di lingue sconosciute. Entrambi si sono rivelati impegnativi al punto giusto, e il cercare di tradurre dei pittogrammi basandosi sull’intuizione e sul lavoro di logica si è rivelato estremamente gratificante, a nostro parere uno degli enigmi meglio realizzati dell’intera serie. Il che è quanto dire.

La storia riuscirà dunque a procedere con una certa fluidità, senza prendere forse alla maniera di un Monkey Island o di un Grim Fandango, ma raramente Broken Sword è riuscito, come franchise – a raggiungere vette di eccellenza paragonabili a quelle di Lucas Arts, limitandosi ad essere una buona serie, caratterizzata da tematiche più serie e un clima meno scanzonato.

Dal punto di vista tecnico non abbiamo purtroppo notato miglioramenti rispetto al primo capitolo. Le animazioni continuano a non superare la sufficienza, risultando fluide nel momento in cui il personaggio camminerà in una direzione, ma mostrando delle brutte incespicazioni in numerosi frangenti, come ad esempio nel cambio di direzione. Del tutto assente, di nuovo, la sincronizzazione del parlato, che spesso e volentieri riporterà alla memoria alcuni cartoni animati low budget del finire degli anni ’80.
Il reparto audio continua invece ad essere di buona qualità. I doppiaggi convincono, affidandosi a professionisti che sanno svolgere bene il proprio lavoro e che, pur non raggiungendo le vette di Joel ed Ellie, sanno comunque dimostrarsi adeguati al generale livello (e prezzo) della produzione.
La colonna sonora è gradevole, non invasiva, senza risultare straordinaria, ma anche in questo caso adeguata alla produzione.

Conclusioni
Il secondo capitolo di Broken Sword 5: The Sepent’s Curse è un buon epilogo per un’avventura che, finanziata attraverso Kickstarter, ha saputo ritrovare parte dello smalto dei primi due, bellissimi episodi. Il livello di difficoltà appare ben bilanciato, con un plauso particolare da rivolgere ad un enigma dove saremo chiamati a interpretare i pittogrammi di una lingua dimenticata, usando la logica e il ragionamento; davvero un ottimo lavoro di design. Peccato per un reparto animazioni ancora un po’ deficitario, ma considerato l’investimento (poco più di 10 euro su dispositivi mobile) forse non potevamo davvero chiedere molto di più. Consigliato a chiunque abbia apprezzato il primo episodio.
+ Buoni puzzle
+ Citazionismo gradevole
+ Trama interessante
– Reparto animazioni solo sufficiente


Metascore 72/100
Broken Sword 5: The Serpent’s Curse | Steam | 22.99€

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