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Recensione: Deus Ex Mankind Divided – Paura del diverso

Deus Ex è uno dei franchise più amati di sempre, senza dubbio una delle migliori creazioni del game designer Warren Spector, che sul proprio curriculum annovera alcuni dei prodotti più importanti della storia dei videogame.
Giusto qualche anno fa il potenziato Adam Jensen ci aveva immersi in un mondo sci-fi straordinario grazie all’eccellente reboot Deus Ex Human Revolution, e adesso è il momento di riprendere le redini della storia con Deus Ex Mankind Divided, proprio da dove l’avevamo interrotta, osservando le conseguenze dell'”incidente” e l’inevitabile spaccatura che si creerà sulla popolazione mondiale.

Deus Ex Mankind Divided

Uscita 23 Agosto 2016
Lingua Italiano
Piattaforme PC, PS4, One
Versione recensita PS4
Prezzo al lancio 64,99€

Gli eventi di Human Revolution e di Mankind Divided sono correlati, ma anche chi non ha giocato al capitolo precedente riuscirà ad apprezzare la trama, perdendosi magari un po’ di sfumature e con qualche difficoltà in più. Gli sviluppatori hanno inserito un lungo video (12 minuti) che riassume gli eventi narrati in Human Revolution, e che permette di farsi un’idea generale della situazione.
Vestiremo ancora una volta i panni del potenziato Adam Jensen, ma questa volta le cose saranno molto diverse. Dopo il disastro avvenuto nel precedente episodio gli umani naturali hanno sviluppato una enorme diffidenza nei confronti di chiunque abbia degli innesti meccanici, portando alla creazione di veri e propri ghetti all’interno delle città, una presenza capillare delle forze dell’ordine, documenti e punti di controllo dove poter monitorare ogni singolo potenziato e un razzismo dilagante.

Deus Ex Mankind Divided si svolge a Praga, città riprodotta con grande attenzione per il dettaglio, ricchissima di NPC (la maggior parte dei quali non hanno alcun ruolo) che donano una sensazione di vitalità che mancava al precedente capitolo della serie, dove tutto sembrava fin troppo statico e vuoto.
Non si tratta di un open world, nel senso che le aree che potremo visitare dipenderanno dalle missioni principali. C’è dunque un po’ di limitazione dal punto di vista esplorativo, ma non ci si sente infastiditi. Il punto è che la qualità generale è molto elevata: potremo arrampicarci su cornicioni e ponteggi, aprire finestre o forzare serrature per entrare negli appartamenti, interagire con NPC nei negozi, attivare missioni secondarie, farci i fatti degli altri hackerando PC e notebook, raccogliere informazioni utili e inutili e molto di più. Ci sono tante cose da fare, e difficilmente le farete tutte.

La storia di Deus Ex Mankind Divided segue un filone narrativo principale ma ci permette di approfondire su innumerevoli personaggi attraverso le quest secondarie. La caratterizzazione e il background sono più che buoni, e il nostro Adam Jensen avrà sempre la possibilità di esprimere le proprie opinioni durante i dialoghi con possibilità di scelte multiple. In questo modo cambieremo il nostro rapporto con taluni personaggi, ma potremo anche modificare il modo in cui la storia andrà a dipanarsi, portando tra l’altro a diversi finali.

Dobbiamo purtroppo segnalare come la sceneggiatura sia vittima anche in questo caso della complessità della trama, e qualche volta abbiamo avuto difficoltà a seguire l’accavallarsi degli eventi, la pletora di nomi e di sigle. Una cosa simile era avvenuta anche con Human Revolution, ma dobbiamo dire che in questo caso le cose sono un po’ più ardue (almeno per me, ho una mente molto semplice). Consapevoli del problema, gli sviluppatori hanno inserito un comodo riassunto degli eventi accaduti che si aggiorna ad ogni missione.
Complotti e manipolazioni sono comunque stati scritti discretamente bene, e considerato il carisma del protagonista tante volte sarà davvero difficile mettere giù il pad. Se volessimo fare un discorso molto generale, le tematiche sollevate sanno parecchio di già visto. Si parla di discriminazione e di mega-corporazioni, né più né meno, non si dà spazio ad alcun approfondimento. La narrativa è insomma accettabile, ma non sarà ricordata negli anni a venire.
Qualche delusione anche per il finale, che ha dato l’impressione di essere un po’ affrettato, ma ci sono due DLC in arrivo, speriamo che si riesca a mettere una pezza (a pagamento of course).

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Il gameplay vero e proprio è notevolmente migliorato rispetto a Human Revolution. Il giocatore sarà libero di scegliere se affrontare l’avventura procedendo ad armi spianate, prediligendo lo stealth, o cercando un compromesso intermedio e adattandosi in base alle circostanze della missione o alle opzioni offerte dalle nostre abilità.
Adam otterrà punti esperienza proseguendo nella storia, esplorando le diverse aree, crackando i sistemi di sicurezza eccetera, e ogni volta che salirà di livello potremo scegliere come spendere i punti abilità (Praxis) a nostra disposizione. Le abilità sono correlate ai potenziamenti del personaggio, includono sia skill attive che passive e permettono di affrontare il gioco con una grado di libertà notevole.
Potremo ad esempio decidere di potenziare il corpo di Adam per incassare più colpi e per ripristinare più velocemente i punti vita perduti, o magari potremo perfezionare le nostre abilità di hacking per oltrepassare porte protette e cercare vie alternative. Nulla vieta inoltre di migliorare le gambe meccaniche del protagonista affinché facciano meno rumore e permettano di prendere il nemico alle spalle, o magari godere di una temporanea invisibilità piegando la luce e muovendoci indisturbati davanti agli avversari. Le possibilità sono davvero tante.
Elemento che ha fatto storcere il naso a molti è la presenza delle micro transazioni. Per sbloccare tutte le abilità di Adam sarà necessario svolgere un gran numero di missioni secondarie, oppure recarsi nello shop ingame e acquistare Praxis in cambio di valuta reale.
La questione è piuttosto controversa. Parliamo di un gioco da 65 euro, dunque riteniamo del tutto folle l’inserimento di micro transazioni in app. Tuttavia c’è un importante elemento da considerare: Mankind Divided è perfettamente bilanciato. Il livello di difficoltà (modificabile) non risulta mai troppo punitivo, la nostra libertà di scelta ci permette di evitare del tutto un enorme numero di scontri, i potenziamenti a cui avremo accesso seguendo la sola storia principale sono più che sufficienti per apprezzare il prodotto. Riteniamo che queste micro transazioni siano pensate più che altro per gli impazienti, una sorta di cheat a pagamento che – a nostro avviso – rovina l’esperienza del gioco, rendendo tutto fin troppo facile. E’ anche vero che qualcuno potrà desiderare un Adam Jensen con tutti i potenziamenti da subito, non possiamo fargliene una colpa perché si tratta in fondo di un target molto specifico, ma non ci sentiamo di attaccare Square Enix come sta avvenendo in questo periodo su internet, proprio perché gli sviluppatori hanno comunque avuto la decenza di creare un prodotto perfettamente bilanciato e adatto ad un’esperienza tradizionale.

Tornando a parlare dell’offerta, in Mankind Divided saranno in tanti a cercare di farci la pelle: nemici umani, droni, avversari potenziati, robot, torrette o anche semplici elementi ambientali, come zone ricolme d’aria irrespirabile o pavimenti elettrificati.
La polizia stessa rappresenterà un problema in più di un’occasione, monitorando il territorio e assicurandosi che non ce ne andiamo in giro a stendere chi capita.
Adam Jensen può contare su un arsenale di tutto rispetto, ma anche su una notevole agilità e capacità nel corpo a corpo. Avvicinandoci a un nemico sarà sufficiente schiacciare cerchio per eseguire un attacco che lo manderà al tappeto. Naturalmente ciò significa doversi avvicinare al bersaglio di soppiatto.
Le armi da fuoco offrono soluzioni utili da distanza ravvicinata (vedi la pistola o il fucile a pompa), che altre ideali per la media e lunga distanza (tra cui il fucile d’assalto e il fucile di precisione).
Considerata la varietà a nostra disposizione è chiaro che potremo affrontare la quasi totalità delle situazioni un po’ come preferiamo, merito soprattutto di un level design ineccepibile, zeppo di percorsi alternativi e ostacoli dietro cui ripararsi, che dà spazio alla creatività del giocatore. Quasi sempre abbiamo trovato punti ciechi da cui portare a segno i nostri colpi affrontando un nemico alla volta, condotti d’areazione per intrufolarci senza essere visti, posizioni elevate per fare una strage con il nostro fido fucile di precisione.

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Jensen è in fondo un potenziato, e il suo vantaggio rispetto alla maggior parte degli avversari sarà palese fin da subito, molto più di quanto non fosse in Human Revolution. Mankind Divided ci fa sentire quasi scorretti quando utilizzeremo la visione a raggi infrarossi per scoprire la posizione dei nemici dietro le pareti, ed è una soddisfazione incredibile sfondare un muro con un pugno per fare il culo a strisce al malcapitato di turno.
La possibilità di potenziare e personalizzare le armi è solo la ciliegina sulla torta di un sistema che funziona alla grande, in particolare appunto grazie al level design e alla varietà degli approcci disponibili.
Sorprende come alcune delle missioni più divertenti siano tra quelle secondarie, che sono state curate un po’ alla The Witcher, senza aggiungere contenuti tanto per incrementare la longevità.

Abbiamo provato il gioco su PlayStation 4 e dobbiamo ammettere che la situazione tecnica non è esattamente rosea. Il gioco gira a 1080p e 30 frame al secondo molto ballerini, con situazioni in cui si scende a occhio intorno ai 15-20 e un po’ di casi di stuttering che non passano inosservati. Il framerate non rende Mankind Divided ingiocabile, ma ci sono alcuni momenti (specie nella Praga notturna) in cui la fluidità risulta insufficiente e l’esperienza poco gratificante. Non è un caso che gli sviluppatori abbiano previsto la maggior parte degli scontri a fuoco all’interno di aree al chiuso. In questo modo si garantisce una maggiore fluidità, la soluzione funziona.
Dove le cose proprio non funzionano è invece durante i dialoghi, con una sincronizzazione labiale disastrosa. Abbiamo provato il gioco sia in italiano che in inglese, e la qualità è rimasta pessima. Tralasciando il fatto che i movimenti delle labbra non hanno quasi mai nulla a che vedere con quanto viene detto, spesso capita che un personaggio parli tenendo la bocca totalmente chiusa. E non parliamo dell’NPC sconosciuto di turno, ma anche dello stesso protagonista!
A questo aggiungiamo che i sottotitoli vanno spesso in pallone, proponendo testi che non hanno alcuna attinenza con il dialogo.
Altro elemento che non ci ha soddisfatti è l’intelligenza artificiale, con avversari che non riescono a mettere in atto strategie sensate e che spesso si lanciano in trenini suicidi facendosi impallinare uno dopo l’altro. Altre volte cercano di stanarci utilizzando delle granate, usando ingressi alternativi e proponendosi con furbizia, ma non c’è costanza. C’è stato un punto a Golem in cui sono riuscito a uccidere 17 avversari tutti nello stesso punto creando una sorta di montagnetta umana. E’ stato bello.
Molto peggio la IA degli NPC, che propone scenette esilaranti. Aneddoto basato sulla mia esperienza: uso un condotto d’areazione per entrare nell’appartamento di un criminale, lo uccido, la moglie se ne accorge e si accovaccia in lacrime. Comprensibile. Non la uccido, mi sento magnanimo, vado a frugare per l’appartamento. Dopo cinque minuti buoni torno in salotto, è ancora appallottolata in preda al panico. Va beh, vado in cucina. Finisco con la cucina, faccio per tornare in salotto e vedo la tizia che prova a scappare. Con uno slancio apre la porta per uscire, ha gli occhi verso la salvezza ma ci ripensa. Lascia la porta aperta, corre in bagno, si mette davanti a un armadietto e si accartoccia di nuovo. Io ovviamente la seguo aspettandomi una situazione stile Tom Cruise in South Park, che con mio dispiacere non avviene. Dopo un paio di minuti la vedova ritiene sia il momento giusto per tentare di nuovo la fuga: inizia a correre, raggiunge la porta aperta che dà sull’uscita, la ignora e va in cucina. Poi fa altri due giri intorno alla cucina stessa, sospetto sia un problema di stretching muscolare che anticipa la fuga. La seguo, si accartoccia (ci mancherebbe), ci ripensa, inizia a correre e questa volta imbocca l’uscita. Solo che per qualche motivo prende le scale verso l’alto, che conducono guarda caso al mio appartamento. Va beh.
Intanto tutti gli NPC presenti all’esterno hanno visto la donna delirante e hanno ritenuto opportuno seguirla nel suo delirio. Si scatena il panico, sono tutti rannicchiati su se stessi in preda alle urla. Scendo di un piano, tutti atterriti. Scendo di due piani, tutti in lacrime. Tranne due tizi, al centro dell’androne, che professano la superiorità dei potenziati mentre intorno a loro tutti gli altri (potenziati tra l’altro) hanno una crisi d’isteria collettiva.
Credo che questo sia stato il mio miglior momento con Mankind Divided.
Ci sono altre mancanze, tra cui animazioni che sembrano vecchie di un paio di generazioni e un’espressività facciale degli NPC paragonabile a quella di un lombrico morto. Oh, e la colonna sonora (ottima) ogni tanto decide di interrompersi. Così, giusto per fare una sorpresa.

In sintesi
Deus Ex Mankind Divided è un buon gioco di ruolo, dotato di una trama solida e molto (a volte troppo) complessa, personaggi interessanti e un Adam Jensen più intrigante che mai. Il level design è ineccepibile, senza dubbio uno dei migliori degli ultimi anni, e permette una libertà d’azione straordinaria. Che siate fan di Duke Nukem o di Solid Snake, Mankind Divided vi permetterà di esprimere al meglio la vostra predisposizione, concedendo spazio alla creatività di ciascun giocatore. Il sistema di hacking è divertente, la possibilità di potenziare e modificare le armi gratifica, le abilità di Jensen sottolineano continuamente la differenza tra naturali e potenziati, creando situazioni in cui ci sentiremo quasi dei semi dei.
Le mancanze che affliggono la versione PlayStation 4 del gioco sono di natura tecnica. Alcuni difetti sono trascurabili, altri sono davvero incomprensibili (vedi la qualità delle animazioni e la sincronia dei doppiaggi).
Ad ogni modo, pur senza raggiungere le vette dello straordinario Human Revolution, Mankind Divided è un Deus Ex degno di questo nome, un gioco di ruolo che piacerà senza dubbio agli appassionati di sci-fi in cerca di un lore stratificato e credibile. Lo raccomandiamo senza esitazioni a chi abbia amato il precedente capitolo della saga. Gli altri avranno qualche difficoltà in più a seguire tutti i riferimenti, ma tra riassunti e video del prequel si riesce a godere di tutto.
Valutazione scala 1/10

8.0
+ Uno dei migliori level design degli ultimi anni
+ Gameplay divertente
+ Libertà nell’approccio al gioco
+ Grande profondità nella personalizzazione
+ Trama gradevole e quest solidissime
+ Buona colonna sonora
+ Jensen è un badass
+ Video recap e riassunti aggiornati con costanza
+ Il lore di Deus Ex è sempre straordinario
– Finale affrettato
– La sincronia del parlato è disastrosa
– Animazioni antiquate e volti inespressivi
– Intelligenza artificiale incostante

*Recensione basata su una copia acquistata dalla redazione*

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