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Recensione: Dishonored 2 – Un grande ritorno

Circa 4 anni fa usciva Dishonored, titolo rivelatosi un’eccellente sorpresa sia per il pubblico sia per la critica di settore. In molti ne sono rimasti incantati, aggiungeremo a buona ragione. Il suo affascinante setting steampunk dai toni grigio ratto e l’estrema profondità del sistema di gioco parlavano da soli, rendendolo uno degli stealth game in prima persona meglio riusciti da tempo immemore.
Oggi, con Dishonored 2, Arkane Studios ha deciso di concederci il doveroso bis. Lo aspettavamo con ansia, i trailer promettevano scintille e non vedevamo l’ora di provare tutte le novità annunciate.
Sarà andata come speravamo? Lo capirete a breve.

Dishonored 2

Uscita 11 Novembre 2016
Lingua Italiano
Piattaforme PC, PS4, One
Versione recensita PS4
Prezzo al lancio 69,99€

Se avete già finito il primo capitolo, saprete sicuramente che il sipario era calato con la sconfitta del Lord Reggente e la fine della peste a Dunwall, luogo in cui si era compiuta la vendetta di Corvo Attano nei confronti degli uccisori dell’allora imperatrice. Ben 15 anni dopo ci ritroviamo a seguire le vicende di Emily Kaldwin, figlia di Corvo nonché erede al trono. La sua legittima successione viene fermata da un improvviso colpo di stato ordito da un misterioso usurpatore, il quale riesce ad impossessarsi del palazzo e mettere l’intero Paese sulle sue tracce.

Per riportare la situazione alla normalità dovremo farci strada tra i pericoli della plumbea capitale e della zona costiera di Karnaca, scenario affascinante in quanto ricco di storia, architettura e personalità eclettiche, e togliere di mezzo tutti i partecipanti alla cospirazione, nei panni (a nostra discrezione) di Emily o Corvo. La campagna dura 8-10 ore ma presenta un buon grado di rigiocabilità proprio perché può avvalersi di due protagonisti.
A prescindere dal personaggio selezionato la storia presenta un’ottima struttura, flessibile quanto basta da permettere sempre almeno due percorsi narrativi che poi andranno a scaturire in tre finali e varie sequenze che coinvolgono i comprimari. Della trama abbiamo apprezzato l’aspetto citazionistico, forse addirittura involontario, all’Alice di Bobin ed opere affini. Lodevole, in particolare, come si sia riuscito a far convivere elementi soprannaturali/fiabeschi con la spietata crudezza del mondo raffigurato. Non siamo certo di fronte a una costruzione originalissima, sia chiaro, tuttavia il materiale trattato tocca senz’altro le giuste corde.

Passiamo ora al gameplay, ritoccato da Arkane al fine di offrire un’esperienza ancora più profonda rispetto al primo capitolo. Il fulcro rimane invariato: tornano gadget, armi potenziabili e poteri d’ombra, tuttavia il loro numero è stato notevolmente incrementato. Sia Corvo che Emily potranno contare su una vastissima gamma di strumenti di morte da utilizzare in mille, fantasiosi, modi.
Le armi principali sono pistola, balestra e pugnale, tutte dotate di caratteristiche uniche e potenziamenti esclusivi. L’arma bianca ci permetterà di parare i colpi ricevuti e contrattaccare cogliendo i nemici alla sprovvista. Quelle da fuoco avranno la facoltà di mutilare varie zone del corpo, oltre ad includere munizioni non letali. Seguono granate, mine, artefatti ed ogni genere di trappola sadistica in circolazione, da equipaggiare attraverso una comoda ruota.

dishonored 2

Allo stesso modo si può usufruire, previo sblocco, di un corposo quantitativo di abilità (attive e passive) dal design interessante. Si parte dalle classiche già presenti nel predecessore come la simil-spinta della forza e lo stop del tempo in stile Dio Brando fino ad arrivare alla forma oscura, che ci renderà quasi invisibili per un lasso di tempo, e all’effetto domino con cui intrappolare più nemici nei nostri attacchi. Questo per quanto riguarda le attive. Le passive invece vengono chiamate Amuleti d’Osso, possono essere craftate e prevedono bonus o malus a determinate statistiche. Tutto ciò non è attraente solo sulla carta, anzi dà il meglio di sé brillando alla prova dei fatti. Uccidere i nemici in Dishonored 2 è infatti quanto mai appagante, soprattutto se si combinano effetti di armi e abilità.

Ma solo sfruttando l’ambiente circostante e la sua complessa verticalità si raggiungono i risultati migliori. In tal senso bisogna specificare che a beneficiarne maggiormente sarà l’amante dello stealth, il cosiddetto purista. Qualsiasi compito potrà essere svolto in maniera letale o furtiva, persino le missioni di assassinio; il problema è che l’approccio action risulta molto più semplice rispetto alla controparte silenziosa, complice la potenza talora estrema dei poteri d’ombra e un’intelligenza artificiale soggetta ad alcune criticità. I nemici, oltre ad ignorare parecchi rumori, tendono ancora a formare i “trenini” diretti verso il giocatore una volta allertati. Va da sé che sbarazzarsene anche a livello difficile sarà un gioco da ragazzi, spesso con una singola granata. Insomma, se volete una vera sfida giocate scegliendo uno stile furtivo e aumentate al massimo la difficoltà. Poco importa se sceglierete Corvo o Emily (i due differiscono per una manciata d’abilità), Dishonored 2 bisogna goderselo in stealth.
E a proposito di godere, noi lo abbiamo giocato su PS4 Pro in 4K con HDR attivo. Inutile dire che ne siamo rimasti alquanto impressionati, nonostante il motore grafico Void non faccia gridare al miracolo tecnico.
Il limite dei 30fps si fa sentire, modelli e texture appaiono datati, il livello di dettaglio scarseggia, specie dalla distanza. In compenso ombre e illuminazione convincono appieno e complessivamente il gioco fa la sua porca figura anche su console. Crash a parte, visto che ne abbiamo riscontrati almeno 4.

In sintesi
Con Dishonored 2 Arkane Studios conferma di essere uno studio talentuoso ed attento alla qualità dei suoi prodotti. Sebbene non brilli per originalità, questo secondo capitolo vanta un comparto narrativo ben approfondito e citazionistico nel modo giusto. In più apporta numerose migliorie alla formula di base, pur senza stravolgere un gameplay profondissimo che tutti gli amanti dello stealth apprezzeranno dal primo all’ultimo secondo.
Sono presenti lacune? Sì ma non compromettono la godibilità del titolo, pur rendendolo decisamente più semplice se si sceglie l’approccio letale. Le poche storture del comparto grafico, poi, non inficiano la pura bellezza visiva messa in mostra su PS4 Pro.
Senza se e senza ma, si tratta di un gioco per cui consigliamo l’acquisto anche a prezzo pieno. Vi assicuriamo che non ne rimarrete delusi.
Valutazione scala 1/10

8.6
+ Tantissima libertà d’azione
+ Le abilità sono quasi tutte degne di lode
+ Una gioia per gli estimatori dello stealth
+ Campagna di buon livello, discretamente rigiocabile
+ Tutto sommato un bel vedere su PS4 Pro
– L’approccio non stealth è troppo facile
– Alcune bizze dell’IA
– Motore grafico non proprio perfetto
– Qualche crash di troppo

*Recensione basata su una copia promo fornita dal publisher*

9 commenti

  1. L’ideale probabilmente sarebbe:
    1) Menu: Recensioni/News con tag di ricerca più inerenti (es. Recensioni PC Windows mi aspetto di avere una lista solo di recensioni PROVATE su PC Windows…)
    2) Giusto il discorso del “solo l’aspetto tecnico cambia” e comprendo il desiderio di mostrare cmq un contenuto interessante per l’utente che cerca info su un titolo (anche se la recensione non è esattamente per la sua piattaforma) ma per quello basta cliccare su Recensioni in generale e listerà tutte le recensioni per tutte le piattaforme in cui andare a cercare il prodotto che interessa.

    3) ….Potreste in alternativa come risultato (nella lista generata) notificare meglio per quale piattaforma esatta è stato realmente recensito: in questo modo 2 viene mantenuto come è e attira cmq l’utenza, ma l’utente più esigente può eventualmente “evitare” di cliccare e leggere una recensione per una piattaforma a cui non è interessato (malgrado cercasse quel gioco). Soluzione che salva capra e cavoli insomma.

  2. Scusate ma non sono d’accordo con la scelta: se una recensione è “per PC Windows”, significa che è stata fatta su PC Windows, o così dovrebbe essere.

    Era il mio sito preferito per le recensioni “severe” che fate senza regalare voti immeritati come il 99% degli altri siti specializzati, ma questa cosa di leggere recensioni per PS4/XBox come fossero per PC non mi piace. Peccato.

    • Personalmente sono un appassionato di grafica e hardware, è il motivo per cui quando dobbiamo fare delle recensioni di prodotti multipiattaforma cerchiamo di dare precedenza alle versioni PC. Purtroppo i publisher tendono a ricevere molti più codici console che non per Steam, quindi tante volte ci dobbiamo accontentare. Quando possibile cerchiamo di fare un’analisi della controparte PC, ma dipende molto anche dalla disponibilità di tempo e dalla rilevanza del gioco.
      Nell’indicazione delle piattaforme potremmo indicare solo quella per cui è stata fatta la recensione, ma l’ideale sarebbe modificare il sistema per avere un sistema di ricerca più preciso. Provo a parlarne con il webmaster per vedere se troviamo una soluzione, mi interessa che l’esperienza utente sia il più possibile chiara.
      Posso chiederti come la vedi riguardo il multipiattaforma? Immagina di essere un utente xbox One, cerchi un gioco in quella sezione e non lo trovi perché la review era di una versione ps4. Ci saranno senza dubbio delle differenze tecniche, ma non ti stai informando su tutti gli altri aspetti del prodotto, le meccaniche, la storia, il gameplay e via dicendo. Ne vale la pena? Se puoi fammi sapere cosa ne pensi, mi interessa.

  3. “Versione recensita PS4” ma compare selezionando Recensioni – PC Windows. Non dovrebbe, anche se il titolo è multipiattaforma perché non è la stessa cosa un titolo su PC o console.

    • Sì, lì indichiamo semplicemente le piattaforme per cui un gioco è disponibile, come nei tag dell’articolo

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