[Recensione] Hot Tin Roof: The Cat That Wore A Fedora – Elementare, Francine

Data di Uscita 20 Febbraio 2015 Lingua Inglese
Piattaforme PC, Mac Versione recensita PC Windows

L’idea di giocare a un titolo investigativo, con un certo tono umoristico, in cui i personaggi sono una detective e una gattina di nome Francine, solletica la vostra immaginazione? Bene, potremmo avere il gioco che fa per voi: si chiama Hot Tin Roof: The Cat That Wore A Fedora, ed è disponibile su PC, Mac e Linux. Vediamo di che si tratta.

Hot Tin Roof: The Cat That Wore A Fedora

Appena avviato il titolo, il giocatore verrà immediatamente a contatto con lo stile grafico decisamente peculiare della produzione. Il gioco, infatti, propone una rappresentazione grafica caratterizzata da dei personaggi stilizzati e composti da grandi poligoni, talmente grandi che, in effetti, intuire che il personaggio che andremo a impersonare, ovvero la detective Emma Jones, sia una donna, sarà questione abbastanza complicata. Chi ha giocato a titoli come Unturned, ma anche a Minecraft, dovrebbe aver capito di che tipo di realizzazione estetica stiamo parlando.

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Abbiamo iniziato la nostra analisi dalla parte grafica perché l’intera produzione risente di questa scelta peculiare: il titolo, infatti, è sostanzialmente un’avventura investigativa in cui saremo chiamati a scoprire il mistero che si cela dietro a un omicidio, e soprattutto a far luce sulla scomparsa del testamento del defunto. Il modo in cui il giocatore dovrà venire a capo di tutto ciò sarà naturalmente esplorando i numerosi ambienti proposti dal gioco. In questo senso, il titolo si atteggia ad avventura bidimensionale, proponendo degli spostamenti di visuale tridimensionali nel momento in cui si raggiunge un determinato punto della schermata che si sta visitando (un po’ come se si stesse cambiando la facciata di un cubo, tanto per intenderci). Il meccanismo risulta evidentemente disorientante, anche perché il gioco non darà mai una qualche indicazione precisa su dove si trovino i vari obiettivi da raggiungere.

La sensazione latente di fastidio si trascina anche in altri frangenti di gioco, per esempio nel momento in cui bisognerà ricaricare il proprio revolver: in questi casi, infatti, sarà necessario andare a sostituire manualmente i proiettili uno per uno. Se si considera che praticamente fin dall’inizio del gioco si avrà a che fare con diversi tipi di munizioni intercambiabili (come ad esempio i proiettili che sparano bolle di sapone), si può capire come un’attività di questo tipo, reiterata per diverse volte, risulti assai indisponente.

Se si escludono i difetti appena citati, in effetti, l’esperienza offerta dal gameplay di Hot Tin Roof: The Cat That Wore A Fedora non è del tutto malvagia, e propone momenti piuttosto divertenti. La comicità di cui stiamo parlando, però, sembra mancare di quella marcia in più che avrebbe definitivamente differenziato la produzione. Anche qui, l’aspetto estetico ha permesso di giocare spesso con la sessualità dei prostagonisti (specie di Francine), che d’altra parte incontreranno tutta una serie di personaggi, sia umani che animali, spesso stilizzati e inquadrabili in stereotipi definiti. Tutto ciò non è un male in sé, me è anche vero che l’impianto umoristico un po’ alla “Chi ha incastrato Roger Rabbit” manca di quel guizzo, quel qualcosa in più.

Il titolo, dal punto di vista stilistico, risulta essere assai verboso, con una narrazione affidata esclusivamente a delle vignette (che presentano un font un po’ fastidioso da leggere, in verità), grazie alle quali saremo chiamati a interagire con i vari personaggi. Anche qui, il gioco sembra steccare: molte volte, infatti, potremo presentare ai vari testimoni degli indizi raccolti (oppure ottenerli) solo scegliendo le giuste linee di dialogo; questo significa, ad esempio, che prima di imbroccare il dialogo giusto dovremo andare un po’ per tentativi, ripetendo spesso intere conversazioni, rendendo l’esperienza di gioco un po’ troppo macchinosa.

Conclusioni
Hot Tin Roof: The Cat That Wore A Fedora ci ha lasciato un po’ l’amaro in bocca: le premesse per un titolo brillante e divertente sono presenti, ma il titolo presenta tante piccole inesattezze, o se si vuole piccoli difetti, che impediscono alla produzione Glass Bottom Games di eccellere. In ogni caso, parliamo comunque di un titolo più che sufficiente, che potrebbe piacere specialmente agli appassionati di avventure investigative che non disdegnano qualche battuta umoristica.
+ Un discreto taglio umoristico… – …a cui però manca quel guizzo decisivo
– Gameplay con molti piccoli difetti

Metascore ND
Hot Tin Roof: The Cat That Wore A Fedora | Steam | 14.99€

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