just cause 3

[Recensione] Just Cause 3 – Keep calm and shoot stuff

Data di Uscita 1 Dicembre 2015 Lingua Italiano
Piattaforme PC, PS4, One Versione recensita PC

La serie di Just Cause è partita un po’ in sordina, facendosi apprezzare dal grande pubblico più che altro con il secondo capitolo, uscito ormai qualche annetto fa. Con ogni probabilità il punto di forza principale di questo action in terza persona è la libertà offerta al giocatore, sia in termini di movimento che di interazione con l’ambiente. In parole povere, sia Just Cause che Just Cause 2 gratificavano il giocatore permettendogli di far saltare in aria un po’ tutto, esperienza appagante nella maggior parte dei casi.
Just Cause 3 è da intendersi come l’innalzamento a potenza della vena casinista tipica di questo franchise, un gioco che sembra uscito fuori dal cinema action anni ’80. Vale il prezzo del biglietto?

Just Cause 3

Rico torna anche in questo nuovo episodio, pronto come sempre a un po’ di sano massacro. Il pretesto è questa volta un regime totalitario, oppressore di un’isola del Mediterraneo chiamata Medici, che sarà ovviamente nostro compito liberare. Per un motivo che al momento ci sfugge “liberare” significa radere al suolo l’intera isola, senza farsi troppi problemi se nel frattempo ci va di mezzo il civile (o i civili) di turno, in fondo è giusto sacrificarsi per un bene superiore.
Partendo da un incipit sensato, presto ci renderemo conto che sia la trama che la sceneggiatura non superano la mediocrità, con una storia che manca di mordente e personaggi del tutto dimenticabili, protagonista incluso.

Ma in fondo nemmeno i precedenti capitoli di Just Cause si fanno ricordare per una trama memorabile: il vero protagonista è sempre stato il gameplay, ed è lo stesso anche in questo caso.
Just Cause 3 offre un’esperienza sandbox di eccellente livello, una mappa immensa da esplorare, e una quantità rimarchevole di locazioni da far -giustamente- saltare in aria. Le nostre missioni consisteranno nel liberare determinate aree sensibili dal giogo del dittatore, siano esse fortezze gremite di avversari armati o semplicemente cittadine piene di civili. Come dicevamo prima, in questo caso il termine “liberare” significa distruggere un po’ tutto, e da questo punto di vista gli sviluppatori hanno svolto un ottimo lavoro, fornendoci un arsenale da fare invidia anche al migliore degli Schwarzenegger.
Missili, granate, bombe di vario genere, esplosioni, esplosioni e ancora esplosioni: Just Cause 3 diventerà ben presto un tripudio visivo dove Rico apparirà come una sorta di super eroe, dotato di abilità che lo porranno sempre in posizione di superiorità rispetto agli avversari.
Questo è dovuto principalmente al fatto che i colpi degli avversari infliggono danni irrisori, permettendoci di sopportare il fuoco nemico in moltissime situazioni “impossibili”. L’unico elemento a vantaggio dei soldati sarà il numero: spesso e volentieri saremo soverchiati dalla loro quantità, dunque sarà necessario riflettere un minimo prima di lanciarsi nella mischia, pena la morte del nostro eroe.

Oltre all’armamentario, Rico dispone inoltre del già conosciuto rampino, di un paracadute, e della nuovissima tuta alare, che ci permetterà di planare coprendo distanze notevoli. Potremo inoltre usare i nostri tre gadget congiuntamente, imparando letteralmente a volare e a spostarci da un posto all’altro a velocità incredibili. Si tratta di meccaniche divertenti, che ci permetteranno di fuggire da situazioni impreviste, o semplicemente di darci all’esplorazione dell’enorme mappa creata dai ragazzi di Avalanche.
La natura sandbox del gioco viene sublimata dal rampino, che ci permetterà di legare fino a quattro elementi gli uni con gli altri, esercitando poi una tensione. Per fare un esempio, potremo collegare una granata a un nemico per poi farlo saltare in aria, oppure colpire un elicottero con una estremità e collegare l’altra a una torre radio, per vedere poi la devastazione che ne conseguirà. Le possibilità sono moltissime, e tante volte si creeranno situazioni paradossali ma di certo divertenti, che tutti gli amanti del sandbox non potranno che apprezzare.

just cause 3Dopo aver liberato una determinata area, il gioco ci offrirà la possibilità di dilettarci in una serie di minigiochi, che potranno includere la guida di veicoli su percorsi prestabiliti o il volo su tuta alare attraverso degli anelli che fanno da checkpoint. Si tratta in teoria di un’attività facoltativa, ma in pratica necessaria se vorremo sbloccare tutto l’armamentario e i potenziamenti a nostra disposizione.
Sfortunatamente nessuna di queste attività risulta ispirata o particolarmente divertente, e la scarsa varietà fa sì che ci si annoi dopo poco tempo.
In effetti è proprio questo il difetto principale della produzione: la varietà.
Liberare paeselli assediati, fortezze nemiche e far saltare in aria dei silos può essere divertente per quella decina di ore, ma non molto più di questo. Se consideriamo inoltre che la trama non prende e che i personaggi risultano del tutto piatti è difficile immaginare che l’interesse del giocatore possa rimanere alto a lungo.
Le missioni principali ci terranno impegnati per circa 15 ore, un quantitavito inferiore rispetto a quanto offerto dalla maggior parte dei sandbox sul mercato. Se decideremo di esplorare ciascun anfratto e liberare tutte le zone sarà richiesto un impegno di circa 40 ore, ma in pochi troveranno l’esperienza stimolante così a lungo.
Il punto è che ci sono tante cose da fare, ma spesso e volentieri sono fini a se stesse. Perché dovrei utilizzare un’automobile quando la tuta alare e il rampino mi permettono già spostamenti più rapidi e senza limitazioni? Perché dovrei sbattermi per sbloccare i vari potenziamenti e le armi quando durante le missioni avrò comunque a disposizione un arsenale da paura?

just cause 3E poi bisogna considerare i problemi tecnici e gli evidenti bug che in un sandbox sono quasi sempre presenti. Tante volte capiterà ad esempio di cadere da altezze improponibili (tipo da un elicottero) e di sopravvivere alla caduta, per poi perdere la vita a seguito di una caduta molto più tollerabile.
La versione PC del gioco è andata incontro a crash fastididiosi, e ci sono problematiche non indifferenti nell’engine che muove il tutto. Nella fattispecie, una buona scheda video riuscirà a gestire la grafica con una buona fluidità, ma a volte capiterà di incappare in rallentamenti immotivati.
Su console tali rallentamenti sono comunque presenti, ma avvengono nelle situazioni più concitate, o quando ci sono un gran numero di esplosioni a schermo. Su PC sembra invece una cosa del tutto gratuita, forse una cattiva gestione della RAM video.
Problemi anche per quanto riguarda i caricamenti, estenuanti su console, migliori su PC solo grazie ai vari SSD. Risulta poi costante e stressante il problema DRM, con il gioco che a volte si disconnetterà dai server interrompendo l’azione fino alla successiva riconnessione.

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Conclusioni
Just Cause 3 è azione e devastazione gratuita, un gioco senza dubbio divertente, ma che non offre una trama o personaggi solidi, né varietà sufficiente per tenere il giocatore incollato allo schermo per più di una decina di ore. Se quello che desiderate è far saltare in aria roba ma il terrorismo fondamentalista non vi ispira, Just Cause 3 può essere una buona spesa. Se invece cercate semplicemente un ottimo gioco d’azione potrebbe avere più senso puntare su altro, o aspettare i classici saldi di Steam e, possibilmente, un qualche update che sistemi i bug attualmente presenti nel software.
Valutazione

7,6
+ Grande esperienza sandbox, molta libertà
+ Tuta alare davvero divertente
+ Far saltare in aria le cose ha sempre il suo fascino
– Trama e personaggi banali
– Pecca in varietà
– Bug e problemi tecnici

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