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[Recensione] Sadame – Il Giappone feudale ha il suo fascino

Data di Uscita 25 Febbraio 2016 Lingua Inglese
Piattaforme 3DS Versione recensita 3DS

Ishi-Sengoku-Den Sadame – per gli amici solo Sadame – è da poco approdato in occidente attraverso l’eShop di Nintendo 3DS. Si tratta di una mistura tra il genere hack and slash e il gioco di ruolo più canonico, almeno per quanto riguarda alcuni degli elementi. Parlando di hack and slash veri e propri, non ci sono molti esponenti del genere sulla console portatile Nintendo, ma alcuni sono di indiscussa qualità, e a breve vedremo anche l’arrivo di Hyrule Warriors Legends, un musou, comunque orientativamente simile in quanto a tipologia.
Sadame è uscito in Giappone sul finire del 2014, per arrivare solo adesso nel nostro continente. Un’attesa che sarà ripagata?

Sadame

Dato che non viviamo ancora in un mondo libero dove ognuno è libero di fare a pezzi il prossimo (Trump ci sta lavorando, ma ha bisogno di tempo), gli sviluppatori hanno inserito una trama che giustifichi i massacri che ci apprestiamo a compiere nel ruolo di uno dei protagonisti della vicenda. Un’invasione di demoni rischia di distruggere l’intero Giappone, sotto la guida diligente di alcune tra le personalità militari più importanti della storia nipponica, tra cui Nobunaga, per l’occasione demone anche lui.

Non sappiamo bene come i giapponesi possano averla presa in patria, ma l’idea di fare a pezzi una versione demoniaca di William Wallace o di Pompeo e Cesare ha il suo fascino, dunque l’incipit può anche starci bene.
Inizieremo scegliendo una delle quattro classi disponibili tra Samurai, Ninja, Monk e Rogue.

Per fortuna lo sviluppatore è stato capace di diversificare parecchio il gameplay di ciascuna delle classi, costringendo a un approccio molto differente in base alle nostre scelte. Se quindi da una parte avremo il Samurai che farà quasi da carro armato ma avrà bisogno di avvicinarsi tantissimo per colpire, il Monk sarà abile con il bo (bastone) per tenere gli avversari a distanza, il Ninja si baserà sulla notevole agilità, mentre il Rogue potrà fare affidamento sia su una lancia che sull’arco.
Sono disponibili quattro slot per i salvataggi, dunque vi consigliamo di provare per qualche missione tutte le classi e di continuare con quella favorita.

Se da una parte avremo a che fare con stili di combattimento diversi, il problema fondamentale di Sadame emergerà fin da subito, una volta scesi sul campo di battaglia. La fase di attacco si traduce infatti in un banale e ripetitivo spam della combo a nostra disposizione fin dall’inizio dell’avventura, che rende ogni scontro di una noia mortale.

Ancora oggi i vecchi hack and slash o picchiaduro a scorrimento reggono perfettamente al passare del tempo (pensiamo a Double Dragon), grazie però a varietà sia nelle meccaniche che nelle ambientazioni, varietà che qui è del tutto assente.
Sadame procede per missioni: alcuni NPC ci spiegheranno di volta in volta situazione e obiettivi, poi ci lanceremo nella nostra avventura. Ciascun quadro sarà popolato da più ondate di avversari, una volta sconfitto l’ultimo mostro dell’ultima ondata otterremo delle ricompense. Potremo inoltre ottenere oggetti distruggendo casse e barili presenti nello scenario. All fine di ciascun livello dovremo vedercela con un boss, giustamente enorme, ovvero un personaggio storico realmente esistito che in questo frangente è diventato un demone assassino dai propositi non esattamente igienici. Il design dei boss è gradevole, riporta alla memoria l’epoca d’oro dei 16bit, ma nella maggior parte dei casi tutto ciò che ci sarà richiesto sarà il solito spam della combo iniziale.

Mal calibrato il livello di difficoltà: Sadame è fin troppo semplice per quasi tutta la durata dell’avventura, permettendoci di fare dei massacri sconsiderati senza troppo impegno, limitandoci a scegliere l’equipaggiamento migliore in nostro possesso.
Sul finale le cose si fanno però fin troppo ardue, con uno spike ingiustificato che avrebbe avuto più senso dilazionare in una curva più morbida. Ci sarà dunque un po’ di frustrazione, ma da questo punto di vista saremo aiutati dal fatto che i punti esperienza non andranno persi in caso di sconfitta, dunque ciascun nuovo tentativo ci vedrà leggermente più forti rispetto a quello precedente.

Per quanto Sadame offra sia un sistema di combo, che di abilità, che di magie, il tempo di preparazione di ciascuna mossa è fin troppo lungo perché l’azione risulti utile, dunque si tende a usare la prima combo per la maggior parte del tempo, intervallandola ovviamente con magie curative quando necessario.
Dobbiamo ammettere che spammare la stessa sequenza di tasti fino al boss finale all’interno di scenari che peccano parecchio in varietà non è esattamente la cosa più divertente che abbiamo fatto questa settimana.

La cosa bizzarra è che l’elemento ruolistico è invece organizzato discretamente bene, con un sistema di punti esperienza, di apprendimento di nuove abilità e soprattutto una buona organizzazione dei loot, differenziati per colore e livello di rarità come in un classico action RPG o MMO. Ciascun oggetto di tier alto sarà caratterizzato da statistiche bonus peculiari, e sarà dunque necessaria una fase di analisi di ciascun pezzo per capire cosa si adatti meglio al nostro stile di gioco.

Il comparto tecnico di Sadame si affida a un 2D chiaramente 16bit, gradevole alla vista, ma non accompagnato da una direzione artistica all’altezza. Per quanto non ci siano problematiche in termini di bug o rallentamenti, la ripetitività degli ambienti e la palette cromatica estremamente ridotta rendono l’esplorazione piuttosto noiosa, dato che le diverse zone tendono ad assomigliarsi un po’ tutte.
Buona invece la colonna sonora, tipicamente giapponese, orecchiabile e in grado di svolgere il proprio dovere senza stancare per tutta la durata dell’avventura.

Conclusioni
Sadame fa bene tutto ciò che dovrebbe contornare il gioco, offrendo una buona progressione del personaggio, quattro stili di combattimento che garantiscono rigiocabilità e una gestione dei loot da action RPG. Fallisce tuttavia nell’elemento più importante di ogni videogame, ovvero nel fornire un divertimento o uno svago sufficiente. Anche se amate gli hack and slash, le semplicistiche meccaniche del gameplay di Sadame sono fin troppo ripetitive per risultare appaganti, e in generale ci sono in commercio prodotti decisamente migliori.
Valutazione

6.5
+ Buona progressione del personaggio
+ Sistema dei loot intrigante
+ Colonna sonora gradevole
+ Ottima rigiocabilità grazie alle quattro classi
– Combattimento poco profondo e inevitabilmente noioso
– Scarsa varietà nelle ambientazioni

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