Recensione: Syndrome – Incubi spaziali

Syndrome è un survival horror in prima persona sviluppato dai portoghesi di Camel 101.
Guardando alle fonti d’ispirazione del titolo, Dead Space e Alien Isolation, risulta facile immaginarne tematiche, ambientazioni e meccaniche, focalizzate sulla sopravvivenza all’interno di una nave spaziale infestata, la Valkenburg.
Si tratta di un prodotto incentrato sulla narrativa che si fregia di un background sci-fi sanguinolento per cercare di trasmettere paura e tensione ai giocatori, riuscendoci pure.
Ancora un po’ scossi dalle quasi 20 -intensissime- ore servite a portarlo a termine, ci apprestiamo a presentarvi un resoconto della nostra avventura nelle spaventose profondità dello spazio.

Syndrome

Uscita 6 Ottobre 2016
Lingua Italiano
Piattaforme PC, PS4, One
Versione recensita PC
Prezzo al lancio 22,99€

Syndrome inizia prendendosi tutto il tempo necessario a far ambientare il giocatore, per quanto possibile, nelle sue atmosfere tetre e degradato, in cui sembra che qualsiasi anfratto ricoperto dalla penombra possa nascondere pericoli letali.
Ci troviamo in una situazione di allerta dovuta allo scoppio di una misteriosa epidemia tra i membri dell’equipaggio di cui facciamo parte, e lo scopriamo svegliandoci da un sonno criogenico che ha offuscato la nostra memoria, come da cliché.
Difficile sintetizzare gli eventi senza spoilerare, quindi ci limitamo a dire che la storia, sebbene sia narrata principalmente tramite chiamate vocali e registrazioni, presenta un buon livello di approfondimento psicologico dei personaggi, inoltre riesce a tenere un ritmo piuttosto elevato nelle fasi finali.

Le prime ore le passeremo a vagare per corridoi semibui in cerca di porte e interruttori da sbloccare, guidati dall’istinto.
L’inizio piuttosto lento si sveltisce non appena veniamo in contatto con la prima voce amica presente sulla nave, la quale ci illustrerà un piano per tamponare la crisi e rimettere in azione i sistemi spenti.
Dovremo dunque ispezionare varie sezioni della struttura, divisa in piani, e raggiungere gli obiettivi assegnatici via radio evitando le insidie.

Esse vengono rappresentate da creature antropomorfe cannibali che non esiteranno a correrci dietro senza sosta anche per diversi minuti.
Non siamo entusiasti del lavoro svolto sui comportamenti dei nemici, talvolta soggetti a bug e animati alla meno peggio, oltre a non avere spesso alcuna reazione dopo i nostri attacchi; abbiamo invece apprezzato la loro estrema sensibilità ai suoni, un motivo in più per tentare l’approccio furtivo anziché andare avanti a testa bassa in stile Leeroy Jenkins.

Syndrome

Sì, perché la componente walking simulator è stata in parte accantonata in favore di un gameplay finalmente attivo (per il genere di appartenenza) che ci vede in grado di rispondere alle aggressioni nemiche a suon di chiave inglese e armi da fuoco, tenendo comunque presente la scarsità cronica di munizioni.
Da un lato siamo contenti di tale scelta, dall’altro avremmo preferito vedere una componente shooting per lo meno decente, e così non è stato.
Come detto prima il feedback degli impatti dei colpi sui nemici non ci ha convinti, idem per animazioni e suoni.
Il risultato è un sistema di combattimento solo abbozzato, dunque legnoso e difficile da controllare adeguatamente; abbiamo visto di peggio, d’accordo, ma gli sviluppatori avrebbero potuto fare di più sotto questo punto di vista.

In ambito level e sound design hanno, al contrario, agito benissimo.

Syndrome

Se escludiamo il backtracking eccessivo e snervante, la costruzione degli ambienti appare molto acuta in quanto evita la dispersione del giocatore fornendogli quasi sempre dei percorsi chiari da seguire e propone spesso momenti spaventosi, mai telefonati o banali, messi in scena in modo graduale.
Si parte dai piccoli rumori inquietanti fino ad arrivare ad inseguimenti furiosi in corridoi interminabili, mentre il cuore batte all’impazzata.
La sensazione di disagio viene accresciuta da un comparto tecnico abbastanza curato e realistico, notevole per un indie.
Abbiamo gradito il sistema di illuminazione, le ombre e gli effetti particellari, specie quelli scaturiti da fuoco e vapore.
Texture e modelli faticano ad impressionare, tuttavia il buio perenne nasconderà la maggior parte dei difetti di questo tipo.
Segnaliamo infine la presenza di svariati bug relativi all’interfaccia, all’interazione con alcune superfici e qualche sporadico calo di frame.

In sintesi
Nel complesso, Syndrome è un buon titolo che beneficia degli echi di Alien e Dead Space per offrire un’esperienza soddisfacente.
Non sarà qualcosa di mai visto, d’altronde Steam pullula di survival horror ambientati nello spazio, né privo di difetti se si considerano i limiti meccanici evidenti e i bug, però noi ci sentiamo di consigliarlo poiché si tratta di un prodotto molto curato nel suo aspetto narrativo e stilistico.
Da tenere d’occhio insomma, soprattutto nella prossima sessione di saldi natalizi nello store del buon GabeN.
Valutazione scala 1/10

6.9
+ Ottima atmosfera
+ Grafica e sonoro convincenti
+ Narrativa dotata del giusto grado di profondità
– Parecchi bug
– Sistema di combattimento solo abbozzato
– Molto backtracking, specie nelle fasi iniziali
– Niente di particolarmente originale

*Recensione basata su una copia promo fornita dal publisher*

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