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Recensione: Virginia – Il trip di acidi è servito

Virginia è più una storia interattiva che non un videogame. Se amate il cinema d’autore e apprezzate lo stile di David Lynch sappiate che questo titolo è quasi un tributo al lavoro del Maestro.
Da Twin Peaks a Mullholland Drive e passando per Strade Perdute, Virginia è un videogame al momento unico nel suo genere, diverso dai classici walking simulator, almeno per quanto riguarda la maniera in cui desidera raccontare la sua storia.
In linea di massima apprezziamo questo genere, a patto che abbia qualcosa di significativo da comunicare. Un po’ tutti abbiamo adorato Everybody’s Gone to the Rapture o Gone Home, più criptico il primo, più esplicito il secondo, ma qui siamo su toni decisamente diversi.

Virginia

Uscita 22 Settembre 2016
Lingua Italiano
Piattaforme PC, PS4, One, GRID
Versione recensita PC
Prezzo al lancio 9,99€

Virginia ci porta nell’omonimo Stato degli USA e ci mette nei panni di un’agente dell’FBI incaricata di indagare in segreto sulla propria collega, con cui cercherà di risolvere un caso inerente la scomparsa di un ragazzino. Il gioco si svolge narrando i 6 giorni successivi alla denuncia di sparizione, permettendoci di controllare la protagonista solo per camminare e interagire con pochi oggetti.
Virginia è completamente muto, dunque la storia dovrà essere estrapolata dalla recitazione dei personaggi, dalla regia e dai pochi testi disponibili.

Proprio la regia è originalissima, concettualmente simile a quella del già citato David Lynch. Le immagini vengono spezzate di continuo, ci sono degli stacchi brutali che da una situazione specifica ci portano avanti nel tempo, o magari a ritroso, o magari ancora all’interno dell’immaginazione della protagonista.
Virginia ha una componente ludica estremamente ridotta, peggio che nelle classiche avventure narrative di Telltale Games, tanto che abbiamo preferito descriverlo come un racconto interattivo.
Detto questo, David Lynch è David Lynch: non aspettatevi di trovare la stessa qualità in questo prodotto.
A onor del vero, gli sviluppatori sono stati piuttosto bravi nel citare il maestro americano, solo che la totale assenza di dialoghi rende la comprensione degli eventi davvero complicata. Si riesce per sommi capi a comprendere la trama e lo svolgersi degli eventi, ma molte sfumature verranno inevitabilmente perse durante il primo playthrough.

Il punto è che Virginia parla prevalentemente in maniera allegorica, ogni elemento ha un significato particolare che sarà nostro compito interpretare. Da chiavi spezzate a maschere, da bufali a sigarette, il lavoro di estrapolazione e comprensione richiesto al giocatore è mastodontico, questo è un prodotto di cui si potrebbe parlare per ore e ore confrontando ipotesi e teorie, e in effetti sia Reddit che NeoGAF hanno da subito ospitato parecchie discussioni.
Per la maggior parte del tempo manca la potenza espressiva di un’opera di Lynch, ma sul finale i brividi freddi lungo la spina dorsale saranno inevitabili, merito della sinergia tra la magistrale colonna sonora e il lavoro del regista.

Virginia spinge ad affrontare un gran numero di tematiche, ma “afferrare” i contenuti è nella maggior parte dei casi troppo difficile. Non è insomma un prodotto che cerca di farsi capire, ma un lavoro da aggredire con la ragione e con la capacità di astrazione del giocatore.

Si parla di innocenza e di corruzione, si affrontano sogno e realtà, percezione delle cose e soggettività, si affoga in un passato che ci segna a vita, ci si inabissa nel trip di acidi lasciando galoppare l’immaginazione, si distorce il reale e ci si domanda chi siamo, cosa siamo disposti a fare pur di raggiungere la meta. Siamo la persona che crediamo di essere, oppure quella è solo una maschera con cui cerchiamo di confortare noi stessi sfuggendo alle debolezze che ci portiamo dentro? Il padre e la madre, le cose che hanno fatto, la maniera in cui ci hanno inevitabilmente strutturati; l’amicizia o l’amore a volte non bastano per andare avanti.

E’ un problema di priorità, decidere di attribuire più valore a un aspetto della propria vita sacrificando il resto, e tante volte le nostre scelte comportano dolore per gli altri, per gli innocenti, gli animali ancora selvatici di questo mondo.

In sintesi
Virginia solleva molti temi interessanti ed è un’esperienza originalissima nel panorama dei videogames. E’ necessario tuttavia chiarire che si tratta più che altro di una storia interattiva, nulla di più. I chiari riferimenti a David Lynch rendono questo prodotto unico, ma gli sviluppatori non sono riusciti a raggiungere la qualità del bravo regista.
Virgina è estremamente difficile da comprendere, sembra non avere alcun interesse a offrire una chiave di lettura, è criptico, troppo criptico. Per questo motivo non ci sentiamo di premiarlo al 100%, perché la sua accessibilità risulta davvero ridottissima, e la comprensione sarà per forza di cose vincolata alla lettura online di eventuali discussioni e teorie di altri utenti, magari per confrontarle con le proprie.
Se apprezzate lavori cinematografici come Strade Perdute il nostro consiglio è comunque di mettere le mani su questo titolo, magari durante i saldi. Di certo è un’esperienza unica nel mondo dei videogame, uno di quei prodotti che non è possibile dimenticare.
Valutazione scala 1/10

7.5
+ Originale
+ Temi adulti, estremamente riflessivo
+ Grande densità immaginifica
+ Alcune scene sono da brividi
+ Colonna sonora straordinaria
– Comprensione troppo difficile, anche per gli amanti di Lynch
– Visivamente mediocre

*Recensione basata su una copia acquistata dalla redazione*

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