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Sea of Thieves – Recensione e considerazioni sul futuro

Senza dubbio Sea of Thieves è un prodotto che sarebbe stato più corretto proporre come Early Access, al momento è fin troppo acerbo. Non è – e probabilmente non sarà mai – un gioco per tutti.
Oggi mi tocca scriverne una recensione, e non cercherò di difenderne le mancanze. Allo stesso modo non mi va di fare l’hater della situazione e dichiarare questo prodotto fallimentare.
Sono convinto che la verità sia molto più complessa di così, perché a conti fatti Sea of Thieves è concettualmente diverso dalla stragrande maggioranza dei videogame attualmente presenti sul mercato. E se da una parte è vero che mancano i contenuti, è vero anche che erano anni che non ridevo tanto grazie a un videogame.

Sea of Thieves

Partiamo con gli elementi di base. Sea of Thieves è un sandbox adventure in prima persona fortemente incentrato sul multiplayer cooperativo. Vestiremo i panni di un pirata e lo guideremo nell’esplorazione dei sette mari, alla ricerca di ricchezze e tesori nascosti.
Il primo impatto col gioco è estremamente ruvido. Non c’è nessuna storia, non c’è un livello che faccia da tutorial, sarete lasciati a voi stessi in una taverna. Ci saranno giusto un paio di testi a schermo che vi insegneranno qualche azione basilare. Punto.

Sea of Thieves – Video Recensione

Rare ha voluto creare un prodotto distante anni luce dalla filosofia del gaming moderno. Non si tratta di non tenere per mano il giocatore, ma di pretendere che questo esplori, capisca e sperimenti per i fatti propri. E’ esattamente lo stesso approccio del primissimo The Legend of Zelda. Non so quanto tale scelta possa essere azzeccata nel 2018, soprattutto per un gioco che vuole puntare al mass market.
E’ una struttura che qualcuno apprezzerà, ma sicuramente la maggior parte dei giocatori non la prenderà col sorriso sulle labbra. Sono certo che in tantissimi si innervosiranno chiedendosi cosa fare, non si sentiranno invogliati a restare ingame. Per molti si tratterà di un’esperienza frustrante.

Nelle intenzioni di Rare inizieremo comunque su un’isola, parleremo con qualche NPC, scopriremo che alcuni di loro vendono oggetti cosmetici, altri attivano missioni. E nei pressi del molo troveremo una nave.
Una volta a bordo cercheremo di capire come funziona l’ancora, le vele, il timone, i cannoni. Inizieremo a farci un’idea, poi salperemo.
Svolgere queste attività insieme ad altri compagni può essere stimolante e gradevole. Di contro, se amate giocare da soli, la maggior parte delle azioni risulterà lenta, macchinosa e in assoluto poco divertente. Questo gioco non farà al caso vostro, non è concepito per una fruizione in solitaria.

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La vegetazione di Sea og f Thieves è realizzata molto bene

Fondamentalmente ciò che ci si richiede in Sea of Thieves è di completare delle missioni e arricchirci fino a diventare pirati leggendari. Le missioni possono riguardare tre gilde, che ci daranno incarichi di diversa natura. C’è chi vorrà mandarci alla ricerca di merce da rivendere, chi ci chiederà di combattere contro plotoni di non morti e chi ci affiderà delle mappe del tesoro. A quel punto salperemo, andremo verso gli obiettivi, caricheremo il bottino sulla nave e faremo ritorno dai nostri cari NPC per la nostra paga.

Durante i viaggi potremo dedicarci anche ad altre attività. Potremo imbatterci in qualche relitto da esplorare sott’acqua, rinvenire una bottiglia o un libro con indicazioni su un tesoro sepolto e poco altro ancora. Questo “poco altro ancora” è uno dei principali problemi della produzione. Fondamentalmente c’è poca varietà in termini contenutistici. In linea di massima si tratterà sempre di andare dal punto A al punto B per far ritorno al punto A. Le cosiddette fetch quest.
I mari sono decisamente vasti, le dimensioni delle isole variabili e in generale soddisfacenti. In tutti gli altri campi Sea of Thieves non riesce però a garantire quantità a sufficienza.

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L’ancora del galeone è decisamente pesante

Gli unici nemici che incontreremo nel gioco sono scheletri, serpenti velenosi e – raramente – un kraken. I non morti hanno alcune varianti: ce ne sono alcuni dorati che hanno bisogno di essere bagnati per essere uccisi rapidamente, altri con gli occhi brillanti che dovremo illuminare con la lanterna sotto la luce lunare, altri ancora armati di spada o magari di pistola. Ma si parla comunque di pochissimi modelli, tutti fin troppo simili. Non c’è la varietà che ci si aspetterebbe da un gioco del genere. Non va bene.
Le missioni commerciali ci richiederanno solo di andare a cercare delle galline in giro per le isole, magari anche dei maialini. Nient’altro. Cambierà la colorazione della gallina o del maiale richiesto, ma non ci saranno altre variabili.

In poche parole, potrete godervi tutto il gameplay offerto dal gioco in non più di una decina di ore. Quindi sì, mancano contenuti e manca varietà, il gioco è arrivato in forma molto cruda sul mercato, con ogni probabilità prima che fosse tempo. Come dicevo in apertura, questo è un prodotto da considerare in Early Access, è molto lontano da ciò che ci si aspetta sborsando 70 euro.
Di certo Rare supporterà il prodotto con aggiornamenti di vario tipo, ma al momento possiamo valutare solo ciò che è effettivamente presente al lancio.

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Uno degli scheletri che affronteremo

Alcune delle attività sono inoltre gestite piuttosto male. Andare alla ricerca di galline o maialini richiede l’utilizzo di specifiche gabbiette per la cattura, gabbiette che potremo ricevere solo dopo aver attivato la missione. Ciò significa che potremo fare al massimo una missione, poi saremo costretti a consegnare gli animali per ottenere nuove gabbie, senza possibilità di svolgere più incarichi dello stesso tipo in sequenza.
Discorso opposto invece per quanto riguarda la ricerca dei tesori e i combattimenti con i non morti. In questo caso non saremo obbligati a tornare ogni volta a un avamposto, potremo attivare tutte le missioni a disposizione dell’equipaggio.
Sarebbe stato sufficiente disporre di un certo numero di gabbiette addizionali per risolvere il problema galline, magari ben conservate nella nostra stiva.
Questo è un problema facilmente risolvibile, ma altri sono più radicati nelle meccaniche.

La navigazione richiede tanto tempo, i viaggi sono davvero lunghi e spesso non interessanti, si dovrebbe aggiungere la possibilità di avere un pilota automatico o qualcosa del genere. Va benissimo che le vele e le ancore si comportino in maniera realistica, ma il realismo non deve uccidere l’elemento fondamentale di qualsiasi videogame, ovvero il divertimento.

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Quella nave sta per farci la bua

I combattimenti con la spada poi non vanno affatto bene, le collisioni non convincono, si ha la sensazione di menare fendenti a caso finché il nemico non muore. Bisognerebbe riprogettarlo da zero per poter ottenere qualcosa di soddisfacente, così non ci siamo proprio.

Anche gli stessi raid sono mediocri, consistono semplicemente in una modalità orda a ondate successive. Arrivano gli scheletri, li uccidiamo, arrivano altri scheletri eccetera. Non è originale, né creativo, né soprattutto divertente, in particolare a causa dell’intelligenza artificiale inesistente e del mediocre sistema di combattimento all’arma bianca.

Discorso anche più complesso poi per quanto riguarda l’elemento PvP della produzione. In Sea of Thieves tutte le navi che incontreremo appartengono ad altri giocatori. Non c’è modo di sapere se questi si comporteranno in maniera ostile nei nostri confronti, quindi è sempre bene tenere i cannoni carichi.
C’è chi vorrà lanciarsi all’arrembaggio, chi cercherà di rubarci il bottino mentre stiamo esplorando un’isola.

Sparare con i cannoni non è la cosa più facile del mondo

Se concettualmente può essere una cosa intrigante, all’atto pratico non esiste nessun motivo per cui attaccare un altro vascello. Se siete alla ricerca di tesori guadagnerete senza dubbio molto di più cercando di completare un raid, andando alla ricerca di relitti affondati o con le classiche missioni per le gilde. Perché in fondo non avete modo di sapere se la nave che intendete attaccare abbia a bordo dei tesori o meno. E anche se li avesse, non avete modo di sapere quanto possano valere.
So di gente che ha beccato navi con oltre 10 casse del tesoro a bordo. Personalmente non ho mai trovato più di un paio di teschi, la ricompensa è stata decisamente magra.
Attaccare un vascello può aver senso quando siete in competizione per i tesori di un raid, ma anche in questo caso è meglio cooperare piuttosto che competere.
Alla tirata dei conti si tratta di un PvP fine a se stesso e male implementato.

Anche mettendo in considerazione tutte le problematiche, ho giocato a Sea of Thieves per circa 30 ore, e mi ci sto divertendo parecchio.
Il merito è della natura stessa di questo prodotto, che come vi accennavo è molto diverso rispetto alla stragrande maggioranza dei videogame in commercio.
Sea of Thieves non ha alcun sistema di progressione, tutto ciò che sbloccheremo è di natura cosmetica. Non ci sono punti esperienza, livelli, abilità o altro. Questo significa anche che non si gioca davvero per arrivare da qualche parte, ma piuttosto per il piacere di farlo. E questo piacere deriva, in questo caso, dalle possibilità offerte dal sandbox.

Le mappe sono sempre da interpretare, le locazioni andranno cercate e trovate

Il gioco non si prende affatto sul serio. Mi sono ritrovato più e più volte ad apprezzare l’ironia o il grottesco delle situazioni, a fare sarcasmo con i miei comportamenti insieme agli altri giocatori, a rispondere alle azioni più deliranti dei miei compagni. In tanti videogame fallire una missione è frustrante, fastidioso, fa saltare i nervi. In Sea of Thieves c’è una generale atmosfera di rilassatezza che rende tutto in qualche modo divertente.

Diverte perché ci sono trenta miliardi di cose che possono andare storte durante la navigazione, perché svuotare con un secchio una stiva che sembra un colabrodo è un’operazione che fa ridere; diverte perché il design dei personaggi, dei maialini e delle galline è ridicolo, così come ridicolo è guardare un nostro compagno correre con un pollaio tra le mani; diverte perché ci convinceremo di saper fermare una nave al momento giusto, mentre all’atto pratico finiremo sistematicamente per schiantarci contro qualcosa.

Fondamentalmente Sea of Thieves è pensato per un gruppo di persone che vogliano divertirsi insieme, non per un gruppo di giocatori che vogliano finire un gioco. Sicuramente salirete di rank, diventerete più ricchi, comprerete vestiti, uncini e armi, ma il piatto forte dell’offerta non sta nella progressione, quanto piuttosto nell’esperienza in sé. Perché cercare di consegnare una sfilza di tesori raccolti mentre altri giocatori si avvicinano con l’intento di rubarceli sa mettere parecchia tensione. Cercare di capire se la nave all’orizzonte stia venendo o meno contro di noi mette tutti in guardia. In termini di sensazioni e di coinvolgimento, Sea of Thieves svolge bene il proprio lavoro.
Questo non è un gioco da fare tutto d’un fiato, ma è sicuramente un prodotto su cui tornerò più volte nel corso dei mesi. Perché anche se mancano i contenuti, anche se ci sono tanti bug, anche se più elementi andrebbero modificati, non posso negare che sia un’esperienza piacevole. Incontra il mio gusto personale.

In Sea of Thieves sarà fondamentale anche occuparsi delle vele

Come vi dicevo Sea of Thieves non prevede alcun sistema di progressione. Ciò che potremo sbloccare e acquistare nel gioco saranno solo contenuti cosmetici. In pratica inizieremo il gioco con tutti gli oggetti necessari all’avventura: avremo un cannocchiale, un set di vestiti, tutte le armi e un bel secchio in cui vomitare. Di ciascun oggetto potremo acquistare delle varianti più belle da vedere, direttamente nei vari negozi.
Nessuno degli oggetti che compreremo sarà però più efficace di quelli con cui inizieremo l’avventura, la differenza sarà soltanto estetica. In questo modo un giocatore con un centinaio di ore sulle spalle sarà visivamente più figo di uno che ha appena cominciato, ma entrambi avranno la stessa potenza di attacco, ala stessa difesa e via dicendo.

Se proviamo a concepire questo gioco come un prodotto casual una simile scelta di design ha il suo perché. Fondamentalmente si vuole fare in modo che chiunque possa entrare nel mondo di Sea of Thieves in qualsiasi momento del suo ciclo vitale. I niubbi della situazione andranno in giro come dei pezzenti, ma in termini meccanici avranno le stesse probabilità di succedere di chiunque altro, potranno partecipare agli stessi eventi, non saranno una palla al piede per nessuno.

Dall’altra parte, credo che Rare abbia sottovalutato un elemento a mio avviso piuttosto importante: il gioco è in prima persona.
Il giocatore non ha la libertà di girare la telecamera e ammirare il proprio personaggio, se non utilizzando alcuni emote. Se è per questo non è nemmeno possibile guardarne un’anteprima all’interno del menu. Potremo effettivamente vedere il personaggio solo al momento del login, oppure quando cambieremo indumenti.

Lu porcu

Non mi sento molto invogliato a creare un personaggio figo, se non ho la possibilità di guardarlo quando mi gira. Un sistema che punta sull’estetica e sulla cosmesi ha più senso su un prodotto in terza persona, oppure in uno ibrido (pensiamo a Destiny), oppure ancora in un gioco che spinga molto verso l’incontro/scontro con altri giocatori (Overwatch è il primo esempio che mi viene in mente).
Per quanto Sea of Thieves sia un videogame fortemente incentrato sul multiplayer, è probabile che passerete il vostro tempo sempre con lo stesso gruppetto di amici. Certo, ci si può anche affidare al matchmaking, ma da quanto ho potuto leggere la maggior parte della gente preferisce giocare con compagni fidati.

E’ necessario che Rare faccia qualcosa per migliorare questo aspetto, magari dandoci la possibilità di giocare in terza persona mentre ci troviamo negli avamposti, magari inserendo un’anteprima del personaggio nei menu e nelle ruote di selezione, magari piazzando un cavolo di specchio nella sala del capitano sulle navi. Fate qualcosa, qualunque cosa.

Bisogna inoltre domandarsi se un sistema di progressione basato solo sui cosmetici possa in questo caso funzionare. Ci sono molti altri giochi che adottano una struttura simile (di nuovo, pensiamo ad Overwatch), ma c’è una differenza fondamentale.
Prodotti come Overwatch e Splatoon afferrano il giocatore e lo trattengono nel proprio universo grazie prima di tutto a meccaniche splendidamente affinate, piacevolissime. Overwatch è frenetico, ma è anche tattico, estremamente profondo, sa gratificare i giocatori più esperti, quelli più rapidi, quelli più reattivi. Ha insomma un gameplay stratificato, rodato e ottimizzato. Si rimane nel gioco perché le partite sono sempre divertenti, si imparano le mosse dei personaggi, si impara come contrattaccare, si impara come sfruttare al massimo le potenzialità di ciascuno, si vince e si perde. C’è varietà e qualità.

La mia bussola in versione figa

In Sea of Thieves le cose sono molto diverse. Il sistema di combattimento raggiunge la sufficienza dalla distanza, ma è mediocre con le armi bianche. La navigazione è piena di tempi morti che devono in qualche modo venire smorzati, non è divertente passare dieci minuti per andare dal punto A al punto B. Certo, resteremo in allerta alla ricerca di qualche relitto strada facendo o di qualche pirata ostile, ma in assoluto parliamo pur sempre di 10 minuti spesi aspettando che succeda qualcosa. Qualcosa che tante volte semplicemente non succede.
Queste due meccaniche non sono rifinite né paragonabili a quelle di un Overwatch, dunque le ricompense cosmetiche non offrono abbastanza mordente per tenermi incollato allo schermo.
Detto in due parole: divertimi con il gameplay e basterà qualsiasi pretesto perché io continui a giocare.

Oggi invece Sea of Thieves fa ridere e appassiona perché la fantasia delle persone e la voglia di divertirsi trascendono quelle che sono le mancanze del prodotto. Come dicevo è merito del sandbox, che coinvolge a dispetto dei numerosissimi bug ancora presenti.
Questo non è da sottovalutare, perché caratteristiche del genere permetteranno al gioco di avere ampio spazio fra Twitch e YouTube. Sea of Thieves si presta molto bene alla commedia e all’intrattenimento nudo e crudo. Per quanto le recensioni non siano state al momento entusiastiche, il gioco sta facendo parlare di sé parecchio un po’ ovunque. Che l’interesse rimanga alto o meno dipenderà esclusivamente da Rare e dalla sua capacità di creare contenuti accattivanti, ascoltando nel contempo la community.

Quanto odierete le galline…

Il discorso a conti fatti è proprio questo: Sea of Thieves può funzionare. Ha una struttura molto originale, lontana dall’ordinario, delle idee che da sole riescono a smorzare la pochezza dei contenuti e la fallacità di alcune meccaniche. Attenzione: smorzano i problemi, non li eliminano. Rare non può e non deve permettersi di stare a guardare, deve intervenire al più presto sulle maggiori criticità della produzione, aggiungendo i classici quality of life improvements che caratterizzano la quasi totalità dei videogiochi online.

Mettete una navigazione automatica, create da zero un sistema di combattimento melee o rendete più versatile quello a distanza, aggiungete una gilda incentrata sulla pesca, eliminate i tempi morti o aggiungete diversivi, implementate dei minigame a tema piratesco. Ci sono tantissime possibilità, tantissime idee da esplorare. Microsoft ha per le mani un franchise che può diventare enorme, a dispetto di un inizio senza dubbio zoppicante.

Conclusioni

Cerchiamo di concludere e di raccogliere un po’ le idee. Oggi Sea of Thieves è un prodotto con un potenziale che sarà possibile esprimere solo se Rare e Microsoft sapranno ascoltare la community sul lungo periodo.
Nel presente garantisce tra cinque e dieci ore di divertimento. Andare oltre significa entrare nelle meccaniche del grinding, scontrarsi con la cronica mancanza di varietà e sulle carenze del gameplay. Fondamentalmente Sea of Thieves non era pronto al lancio, sarebbe stato molto più corretto proporlo come un Early Access.

Se tendete a giocare da soli, questo gioco non ha molto da offrirvi, e non posso che sconsigliarvelo. Le attività non sono qualitativamente valide, offrono più che altro un’impalcatura intorno a cui creare avventure insieme ad altri amici. In quel caso vale la pena di lanciarsi alla scoperta dei sette mari e vedere cosa succede, perché gran parte del divertimento viene proprio dalle possibilità offerte dal sandbox.
C’è una notevole libertà interpretativa, si finisce spesso per giocare “di ruolo”, si ride, ci si diverte nonostante il prodotto sia afflitto da mancanze notevoli e bug di vario tipo.

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Sea of Thieves resta comunque un gioco da provare con mano

In un MMORPG giochiamo per raggiungere il prossimo livello, in un MMO vogliamo ottenere il loot migliore. In Sea of Thieves giochiamo perché è un parco giochi da condividere con i compagni.

Da redattore non posso premiare Sea of Thieves per ciò che offre. Ci sono meccaniche che non funzionano, attività noiose, difetti macroscopici, mancanze tecniche. Non posso soprassedere.
Ma da giocatore trentatreenne con 28 anni di esperienza sulle spalle, tutto ciò che posso dirvi è che Xbox Game Pass è gratuito per i primi 14 giorni, poi costa solo 10 euro al mese. Iscrivetevi e avrete Sea of Thieves senza dover sborsare un centesimo in più. Va bene qualsiasi PC, i requisiti tecnici sono davvero bassi.
Provate questo gioco, possibilmente in compagnia di uno o più amici. Forse ve ne innamorerete, forse lo odierete, forse deciderete di tornare tra qualche mese o magari tra un anno. Dopo essere saliti su quella nave, forse vi ritroverete a sorridere, magari per qualcosa che non avevate previsto. E lì capirete che è tutto nelle vostre mani.

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