life of black tyger

Shovelware, ovvero l’invasione dei giochi di merda

Iniziamo con la definizione del termine direttamente dall’Accademia della Crusca:
Shovelware: videogame dozzinale spalato su uno Store digitale come se fosse merda fumante, con la quale condivide la generale qualità.

Da un paio d’anni a questa parte tutti i negozi digitali (Steam su tutti) si stanno riempiendo di shovelware. Si tratta di giochi che per un motivo o per un altro risultano orribili, magari perché sono rotti o incompleti, oppure perché sviluppati da un pangolino ubriaco.
Giochi del genere non darebbero fastidio a nessuno se restassero in un angolino, ma purtroppo non è così. Sempre più spesso notiamo come produzioni vergognose vadano a togliere spazio a giochi molto più meritevoli tra le pagine delle ultime release su Steam, soffocando la qualità degli altri titoli con il proprio tentativo di fare cassa. Se avete sfogliato il PlayStore di Google saprete perfettamente di cosa stiamo parlando.
Cloni, cloni di cloni, prodotti con grafica di 20 anni fa, miscugli di poligoni raccapriccianti. Su Steam la situazione sta assumendo proporzioni vergognose, tanto che il 40% di tutti i giochi mai rilasciati sulla piattaforma di Valve è uscito solo nel 2016. Significa tante, ma proprio tante porcherie.
Adesso temiamo che Sony voglia intraprendere la stessa strada. Perché? Perché pochi giorni fa il colosso giapponese ha ben pensato di pubblicizzare Life of Black Tiger sul proprio canale YouTube ufficiale, scatenando giustamente un putiferio.

Il gioco in questione è stato originariamente rilasciato sugli store di iOS e Android come free to play. Su tali piattaforme ha fatto la sua magra figura, limitandosi a sparire senza fare troppo rumore.
Ora, in base a quale criterio Sony ha ritenuto opportuno piazzare un bel (?) trailer del gioco sul proprio canale YouTube? Che tipologia di ictus è necessario per credere che 10 euro siano un prezzo accettabile per una vergogna simile?
Qualunque persona in possesso di un quarto di neurone capirebbe dai primi 3 secondi del trailer di avere a che fare con una macedonia di vomito caldo. Il tigrotto in questione saltella festosamente su poligoni evidentemente trattati con una pialla, uccidendo altri poligoni animati che secondo studi recenti dovrebbero rappresentare dei lupi, e infilando la faccia dentro un coccodrillo perché vaffanculo. Il canale PlayStation non è gestito da un bot né da un automa, dunque qualcuno ha effettivamente selezionato questo gioco, caricato il trailer online e infine cliccato sul tastino Pubblica. E’ improbabile che il soggetto in questione fosse ubriaco, il video sarebbe stato rimosso. E’ improbabile si sia trattato di soldi, parliamo di uno studio indipendente che al momento sta organizzando una colletta per comprare le maniglie delle porte. Utilizzando un metodo squisitamente analitico e procedendo per esclusione, l’ipotesi più accreditata è dunque il pompino.

Per capire bene quanto il problema sia grave facciamo una cosa semplicissima e scattiamo una foto degli ultimi giochi rilasciati su Steam:
steam
Tra i titoli che potete leggere qui sopra l’unico prodotto più o meno interessante è Nefarious. Ora, trovo sia giustissimo lasciare a tutti uno spazio e una possibilità di vendere, a patto però che non si vada a far danno a produzioni indipendenti meritevoli di successo.
Nel corso degli ultimi anni tantissimi prodotti sono rimasti nell’ombra perché la copertura mediatica non riesce a star dietro a tutto, ma anche perché gli shovelware tolgono visibilità a chiunque non abbia alle spalle un publisher milionario.
Abbiamo recensito Icey da pochissimo, ma quanti di voi ne avevano sentito parlare? Conoscete un certo Stephen’s Sausage Roll? Andiamo più indietro: avete mai sentito parlare di Aquaria? Thirty Flights of Loving? C’è chi non ha mai sentito parlare di un capolavoro come Braid. E Fract OSC? Anodyne? Si può continuare a lungo, ma non credo sia necessario.
Il punto è che ci sono un sacco di giochi che meritano attenzione, magari non capolavori, ma certamente titoli molto validi. Infilare roba di qualità all’interno di una lista fatta di presenze mediocri significa uccidere il potenziale e impedire a chi ha talento di concretizzare le proprie idee.
Tante volte sono i forum e il passaparola tra gli utenti ad aiutare alcune produzioni ad uscire fuori dall’ombra, ma troppe volte ciò non avviene.
Ci sono giochi fortunati come Terraria e Creeper World, ma sono solo una piccola parte del totale.

Quello che serve è una selezione, non importa se fatta dallo Store o dagli utenti. Steam non può pubblicare qualsiasi cosa sul proprio catalogo, così come non può farlo Sony su PSN.
Ben 30 anni fa Nintendo inventava il Seal of Quality, un marchio che indicava che il gioco era stato testato e approvato dalla compagnia stessa. Avere il sigillo non significava essere un capolavoro, significava solo funzionare bene ed essere in grado di mettere qualcosa sul piatto. E va bene così, non si chiede molto più di questo in fondo. E’ giustissimo che ci siano i giochi brutti, quello che non vogliamo sono i giochi “rotti”. E ovviamente non gradiamo nemmeno oscenità come Life of Black Tiger, 7 Days to Die o Umbrella Corps.

Umbrella Corps
Valve aveva inventato Greenlight per lasciar decidere alla community cosa dovesse approdare sulla piattaforma e cosa no. L’idea, almeno sulla carta, era buona, ma non è riuscita a dare i frutti sperati. Ci si può e ci si deve lavorare. Non è giusto affogare negli shovelware, non si risolve dando la possibilità agli utenti di chiedere un rimborso. Possedere uno shop online significa anche essere responsabili di ciò che si vende, non esistono scusanti.

Dato che i grandi publisher e le loro decisioni sembrano spesso inamovibili gli acquirenti devo far sentire la propria voce in maniera intelligente. Se non desideriamo gli shovelware tutto ciò che possiamo fare è comprare informati. Trovate un sito, un blogger, un amico, una palla di vetro, qualcuno che condivida i vostri gusti e interessi e leggete, leggete tantissimo, apprendete informazioni, diffondetele. Se vi piace un gioco condividetene qualcosa su Facebook, parlatene con i vostri amici. Se trovate qualcuno che ha dei gusti simili ai vostri cercate lo scambio, arricchitevi anche culturalmente, perché sappiamo benissimo che i videogame possono veicolare qualsiasi contenuto.
Se amate questo media aiutatelo a non soffocare sotto il proprio peso, perché la mediocrità è sempre esistita, e senza dubbio continuerà ad esistere. Sta a noi, pezzi di carne con un portafogli, elevarci al di sopra del lerciume, del costante tentativo di spremerci con promesse studiate a tavolino, sta a noi informarci e indirizzare il denaro verso chi merita davvero, condividendo la conoscenza e l’amore per qualche stringa di codice scritta nel modo giusto.

Un commento

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *