state of decay 2

State of Decay 2 – Recensione | Apocalisse perfezionata senza ambizione

Il 2018 di Microsoft non è esattamente ricchissimo di esclusive. Dopo aver lanciato Sea of Thieves, il colosso di Redmond ci riprova con State of Decay 2, anche in questo caso un prodotto pensato per spingere sull’acceleratore di Xbox Game Pass, l’eccellente servizio in abbonamento fornito agli utenti Xbox One e PC Windows.
Il gioco fa da seguito a un primo capitolo lanciato nel 2013. Questa volta entra si introduce una componente multiplayer cooperativa che arricchisce la formula di base, e lascia intuire un supporto a lungo termine da parte della compagnia, come ormai è diventato costume nell’era dei game as a service.
Cerchiamo di scoprire quanto vale questo nuovo titolo nella nostra recensione completa della versione PC Windows.

State of Decay 2

Data di uscita: 22/05/2018
Versione recensita: PC
Disponibile su: PC, XBO
Lingua: Italiano (sub), Inglese (voci)
Prezzo di lancio: 29,99€

State of Decay 2 è un survival open world con una componente gestionale e la possibilità di essere affrontato in multiplayer cooperativo con un massimo di tre compagni. Il giocatore prenderà il controllo di più personaggi, ciascuno con propri vantaggi e svantaggi dal punto di vista fisico e attitudinale. Il gioco si concentra infatti sul riprodurre le ipotetiche situazioni che si potrebbero verificare durante un’apocalisse zombi, dunque la necessità di aggregarsi ad altri individui, la creazione di una roccaforte sicura in cui trovare rifugio e le escursioni in giro per il mondo alla ricerca di viveri e oggetti utili alla sopravvivenza.

All’inizio del gioco ci si chiederà di scegliere una coppia di personaggi con cui affronteremo il tutorial.
Il gioco porge le informazioni in maniera graduale, la curva della difficoltà non è ripida, anche perché i combattimenti in sé risultano sempre piuttosto semplici.
I personaggi vengono generati in maniera procedurale, possiedono background non molto approfonditi, ma danno un minimo di contesto. Nel corso del gioco saremo chiamati a controllarne parecchi, perché in State of Decay 2 se qualcuno muore dovrete salutarlo definitivamente, c’è il perma death. Dovremo quindi assicurarci di curare gli infetti in modo tempestivo e garantire un’alimentazione soddisfacente.
Ciascun personaggio ha inoltre una serie di parametri che incrementano man mano che eseguiremo determinate azioni. La stamina ad esempio determina la predisposizione a stancarsi, cosa che nessuno vorrebbe succedesse mentre cerca di scappare da una decina di zombi arrabbiati. Fate jogging.

State of Decay 2 – Video recensione

Uno dei primi obiettivi sarà la creazione di una base dove poter riposare, offrire riparo ad altri sopravvissuti e magari provare a curare chi fosse stato infettato da un non morto. Dovremo migliorare la roccaforte creando piccoli orti necessari alla produzione di cibo, un’infermeria dove curare gli ammalati e tanto altro ancora.
Le infermerie potranno salvare la pelle di chi viene morso da alcune particolari creature. Arrivare troppo tardi o non disporre delle risorse necessarie significherà perdere definitivamente quel personaggio, che potrebbe venire soppresso per evitarne la trasformazione in non morto.

Nel mondo di State of Decay 2 esistono strutture di vario tipo, e andandocene un po’ in giro per la mappa troveremo più basi all’interno di ciascuna area. Non esiste un rifugio perfetto: ci saranno sempre dei punti di forza e delle mancanze, che ci imporranno di pensare in maniera tattica per arginare i problemi o per massimizzare l’efficienza.

Rispetto al primo capitolo la base è adesso un luogo più sensato e coerente. Ci sposteremo fisicamente da una parte all’altra, interagendo con i diversi punti di interesse, non sarà solo un posto da utilizzare come deposito e navigare attraverso menu.
Il problema è che non c’è chissà quanta libertà in termini di personalizzazione, si tratta in fondo di sbloccare una serie di strutture e attrezzare il posto secondo le nostre necessità. Tutto sommato è un’impalcatura piuttosto sottile, sarebbe stato più opportuno approfondire da questo punto di vista.
E’ vero, di tanto in tanto dovremo difenderci dagli attacchi degli infetti, ma non si tratta di sfide particolarmente impegnative, dopo un po’ diventa un semplice diversivo alla routine.

state of decay 2

State of Decay 2 ci porta a saccheggiare case

Anche se in teoria dovrebbe essere possibile creare un campo autosufficiente, all’atto pratico sarà sempre necessario lasciare la base e andare alla ricerca di risorse nel pericoloso mondo esterno.
L’ambientazione si dipana attraverso tre mappe principali, ciascuna delle quali è grande quanto quella del gioco originale. Ci sono tanti edifici da visitare e saccheggiare, ma purtroppo manca la diversificazione. Le tre mappe consistono in paesi di medie dimensioni, non c’è il fascino della città che avevamo visto in uno degli ultimi DLC del precedente episodio.
C’è inoltre un fortissimo riutilizzo degli asset. Sia le strutture, che le abitazioni, che le pompe di benzina utilizzano modelli a volte riciclati dal primo capitolo. Ci sono poi molti casi di classico “copia e incolla”, con edifici identici ad altri già visitati.
Ad ogni modo dovremo rovistare con attenzione in tutti gli angoli per trovare viveri e risorse necessarie a sopravvivere almeno per un altro paio di giorni.
Potremo spostarci a piedi o utilizzando vetture di fortuna, a patto di trovare il carburante necessario.

Il gameplay si basa su una sequenza che si ripeterà in maniera sistematica: scegliamo un personaggio, usciamo dalla base, cerchiamo risorse, combattiamo zombi, torniamo alla base, scarichiamo le risorse, miglioriamo la base e cambiamo personaggio. La varietà in teoria c’è, ma è come se si rimanesse su un livello qualitativo che oscilla fra il sufficiente e il discreto, senza raggiungere mai una vera eccellenza. E per quanto State of Decay 2 sia chiaramente un prodotto a medio budget (costa solo 30 euro), è anche uno dei titoli su cui Microsoft ha puntato di più in questo 2018.
Intendiamoci, è pur sempre in grado di offrire un’esperienza piacevole. Non è però straordinaria, e il gioco rischia di venire a noia dopo una decina di ore o poco più.

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State of Decay 2 rischia di annoiare per l’intrinseca ripetitività

Un elemento piacevole di questo capitolo è l’attenzione che dovremo rivolgere ai rapporti col vicinato. Non siamo infatti gli unici sopravvissuti del pianeta, capiterà di incontrare altri gruppi. Questi potranno chiederci aiuto attraverso la radio, ma la decisione di soccorrerli o meno sarà solo nostra. Cooperare potrà portare dei vantaggi, saremo ricompensati, ma ovviamente dovremo investire tempo, munizioni e risorse per l’altro gruppo.
Ignorare le richieste di soccorso potrebbe portare invece alla nascita di ostilità e magari a episodi di guerriglia e conflitti territoriali. C’è una certa libertà.

Le missioni che riceveremo non godono purtroppo di molta varietà. Andremo alla ricerca di oggetti, faremo favori ai nostri compagni, ascolteremo le loro richieste e li accompagneremo in giro facendogli da scorta, difendendoci nel frattempo dagli affamatissimi zombi.
Aiuta solo marginalmente il fatto che l’ambientazione subisca a volte delle modifiche, ad esempio con orde di infetti che si radunano in una zona particolare. Serviva maggiore varietà, più mordente, qualcosa che incrementasse il coinvolgimento o che dal punto di vista meccanico divertisse di più. Peccato.

Andandocene a spasso per la mappa potremo naturalmente anche trovare nuovi superstiti, personaggi creati a loro volta in maniera procedurale che potranno unirsi al nostro gruppo. Questi aggiungono varietà in termini di skill e abilità, ma anche in questo caso mancano approfondimenti sufficienti nel background.
Proprio questo è in effetti uno degli elementi più deludenti dell’intera produzione. Capiterà di ascoltare qualche scambio di battute (doppiate tra l’altro in maniera mediocre), ma non ci sarà molto altro. All’interno del rifugio è come se i personaggi non si conoscessero, non c’è alcun tipo di interazione. Addirittura abbiamo visto morire un personaggio, episodio che è stato riccamente ignorato dalla fidanzata con cui aveva avuto degli scambi poco prima. In pratica manca coesione interna fra le varie parti.

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State of Decay 2 è gradevole, ma manca quel quid in più

Ma passiamo all’esterno e guardiamo un po’ come funzionano questi combattimenti. Quando andremo alla ricerca di risorse gli scontri con gli infetti avverranno con una certa frequenza. Per quanto siano sensibilmente migliorati rispetto al passato, non riescono comunque a scrollarsi di dosso una sensazione di sufficienza non troppo piacevole. Si tratta solo di schiacciare un tasto a ripetizione finché non avremo la meglio sul nemico. Di tanto in tanto eviteremo qualche attacco, poco altro. E’ in pratica una sorta di button mashing dove l’unica incognita è la fragilità delle nostre armi, che tenderanno a rompersi com’è giusto che sia in un qualsiasi survival.

Più divertenti sono i Juggernaut, avversari di grosse dimensioni e che fanno un male cane. Sono capaci di garantire una sfida decisamente più impegnativa, soprattutto quando dovremo affrontarne più di uno per volta. La cosa opportuna in questi frangenti sarà mettersi a correre, stare attenti alla barra della stamina e giocare con la telecamera per osservare con attenzione i movimenti dei nemici. Sarà consigliabile eliminare prima gli avversari meno impegnativi, per poi concentrarsi sui Juggernaut assicurandosi di non finirgli tra le mani.
In questi casi rischieremo seriamente di rimetterci la pelle, ma è un’esperienza piuttosto divertente, peccato solo che rappresenti l’eccezione e non la regola.

Il comparto tecnico di State of Decay 2 è migliorato rispetto al lancio, ma continua a non superare la mediocrità. Il gioco è afflitto da una sfilza di bug che uccidono l’immedesimazione. Alcuni non hanno un reale effetto sul gameplay ma risultano visivamente sgradevoli, come il draw distance degli zombi. Altri hanno un impatto decisamente più evidente e fastidioso, come nel caso dei crash, degli NPC invisibili e dei poligoni tra i quali ci incastreremo, ovviamente mentre stiamo combattendo con qualche infetto.

state of decay 2

I Juggernaut garantiscono una sfida interessante

Visivamente il gioco è più che sufficiente, per quanto non faccia gridare al miracolo. E’ ottimizzato abbastanza bene, non risulta troppo pesante, a volte c’è un colpo d’occhio gradevole. Nella maggior parte dei casi parliamo comunque di una grafica da 7, nulla di più.
Ci sono inoltre parecchi problemi con le animazioni, che appaiono a dir poco semplicistiche, poco rifinite. Ok, stiamo parlando di un gioco da 30 euro, ma anche in questo caso penso si potesse fare di più.

Accettabile

Più che un vero e proprio seguito, State of Decay 2 sembra una versione perfezionata e migliorata del primo capitolo, una sorta di “ecco come avrebbe dovuto essere”. Se fosse uscito 4 anni fa sarebbe stato indubbiamente un gioco da consigliare a chi non aspetta altro che un’apocalisse zombi. Oggi come oggi però ci troviamo solo di fronte a una versione più ricca e più pulita del precedente episodio, cosa che per alcuni potrebbe essere sufficiente, ma per quanto mi riguarda credo che il team di sviluppo avrebbe dovuto puntare un po’ più in alto, dimostrare maggiore ambizione.
State of Decay 2 ha paura di osare, si limita a perfezionare quanto già fatto 4 anni fa, senza aggiungere sul tavolo nulla di travolgente per i nuovi giocatori.
L’aggiunta della modalità cooperativa ha un effetto molto meno incisivo di quanto ci aspettassimo. Per quanto giocare con degli amici sia più divertente, le limitazioni imposte all’inventario e alla progressione dei compagni rendono il tutto poco interessante sul lungo periodo.

Detto questo, se eravate rimasti ingabbiati nelle meccaniche del primo è praticamente certo che apprezzerete anche questo capitolo. Semplicemente non aspettatevi nulla di rivoluzionario né di particolarmente innovativo, e mettete in conto che la ripetitività non tarderà a farsi sentire. Il consiglio è di approfittare di Xbox Game Pass e provarlo per un paio d’ore, il servizio a pagamento di Microsoft vale ogni centesimo del prezzo richiesto e vi permetterà di capire se il gioco possa fare o meno al caso vostro.

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