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Sundered – Recensione

Ultimamente i metroidvania vanno forte. Ci sono parecchi studi indie che sviluppano videogame si questo genere, a volte discreti, a volte mediocri, a volte splendidi. Non troppo tempo fa ho giocato a Hollow Night, e se apprezzate il genere vi consiglio fortemente di recuperarlo.
Oggi però parliamo di Sundered, sviluppato da Thunder Lotus Games (creatori di Jotun) e arrivato sul mercato lo scorso 27 Luglio. E’ disponibile su PC Windows e PlayStation 4 ed è venduto a 20 euro. Scopriamo se li vale nella nostra recensione.

Sundered

Il gioco è un metroidvania non troppo convenzionale. La storia è appena accennata, giusto qualche riga per dare un minimo di contesto. Il gameplay è sovrano come nella maggior parte dei videogame appartenenti a questo genere.
Sundered si affida a un engine procedurale, dunque ambientazioni, quadri, mappe e disposizione degli avversari cambieranno ad ogni partita. L’algoritmo ha il compito di miscelare le diverse variabili per creare un mondo che offra un livello di sfida adeguato e che nel contempo appaia fresco. Giochi come Ascendant o Rogue Legacy hanno ampiamente dimostrato che questo sistema può funzionare, se sostenuto da meccaniche all’altezza. Purtroppo in questo caso le cose non sono sempre perfette.

Sundered – Trailer di lancio

Sundered ha molte delle caratteristiche tipiche dei metroidvania, tra cui l’apprendimento di nuove abilità, una certa dose di backtracking e la risoluzione di piccoli puzzle. Potremo accedere alla mappa tramite la pressione di un tasto per farci un’idea più chiara sul da farsi. Qui viene infatti indicato la posizione dei boss, capiremo più o meno in che direzione muoverci. Attivare la mappa non mette il gioco in pausa, una scelta di design motivata dalla ritmica del gameplay.

Detto in parole povere, in Sundered si respira pochissimo. Il sistema di spawn dei nemici è infatti bizzarro, diverso da qualsiasi metroidvania io abbia provato finora. In pratica c’è una specie di repop costante degli avversari, sarà sufficiente muoversi all’interno del quadro perché ne appaiano di nuovi. Si creano spessissimo situazioni caotiche, dove fin troppi nemici saranno presenti a schermo, ammassandosi gli uni sugli altri.
La confusione visiva impedisce purtroppo di tenere tutto sotto controllo. Tante volte sarete colpiti perché non potrete vedere i nemici, magari coperti da altre creature in movimento. Non è piacevole, è evidente che l’algoritmo non sia particolarmente rifinito. Sbatterci in faccia una ventina di avversari senza alcun criterio e all’interno di spazi angusti non è una scelta saggia, né porta alcun tipo di divertimento.

Sundered – Uno degli avversari

sunderedDovremo quindi affidarci a un feroce button mashing per uccidere il più velocemente possibile. Fortunatamente la protagonista è dotata di attacchi ad area utili nel crowd control. I nostri colpi melee hanno un raggio sufficientemente ampio sia in orizzontale che in verticale. Portare a segno un attacco immobilizza i nemici, dunque concatenare fendenti è una tattica efficace.
Potremo anche contare su manovre evasive, come una schivata, un doppio salto (a parete e non) o la possibilità di sprintare a mezz’aria.

Nella maggior parte dei casi è consigliabile continuare a muoversi e andare avanti. Rimanere fermi non porta alcun vantaggio, i nemici continueranno ad apparire e ad attaccarci. Spostandoci potremo sfruttare le manovre evasive della protagonista, o raggiungere aree meno affollate.

In Sundered avremo a che fare con alcuni boss, probabilmente la parte migliore del gioco. Hanno dimensioni titaniche, costringono la telecamera ad allontanarsi e sono molto interessanti da affrontare. C’è una certa soddisfazione nel mandarli al tappeto, è innegabile.
Non va però tutto per il verso giusto. Questi giganteschi nemici ci attaccheranno regolarmente con abilità speciali che trasformano lo scenario in una sorta di bullet hell. In pratica dovremo trovare un posto per metterci al riparo e schivare in agilità. Sfortunatamente la nostra protagonista sarà visivamente molto piccola durante questi scontri, proprio a causa dello zoom di cui parlavo prima. Potrà capitare di perderla di vista, e in quel caso verremo quasi certamente colpiti da attacchi devastanti.

Sundered – A volte la telecamera si allontana parecchio

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Proprio come in Rogue Legacy, morire non è un gran problema in Sundered. Le meccaniche del gioco sono anzi imperniate intorno al game over, che ci permette di potenziare il personaggio.
Durante le partite collezioneremo infatti una speciale valuta che potremo poi investire in un grande albero delle abilità. Queste sono sia attive che passive, e garantiscono un senso di progressione costante.
Va da sé che farmare punti uccidendo avversari sia necessario per diventare più forti ed avere maggiori possibilità contro i boss. Il sistema funziona, ci sono tantissime opzioni tra cui scegliere, non ci si annoia.

Sundered è esteticamente molto curato. Le animazioni sono in particolare ciò che mi ha colpito di più, ma dallo studio che ha dato vita a Jotun non mi aspettavo nulla di meno. Per quanto riguarda invece gli scenari abbiamo una situazione un po’ più altalenante. Alcune delle locazioni sono state realizzate a mano, montate pezzo per pezzo come in qualunque altro gioco 2D. Fanno la loro figura, sono splendide da guardare.
Per la maggior parte avremo però a che fare con aree realizzate in maniera procedurale, e in questo caso la musica è piuttosto diversa. Gli asset sono pochi, la varietà è ridotta all’osso. Molte zone appaiono spoglie o completamente prive di carattere, in netto contrasto con quelle create a mano. Un peccato davvero.

Sundered – L’eccellente direzione artistica

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Sundered è un gioco più che discreto. Sta a cavallo tra un metroidvania e un hack and slash bidimensionale, ha una longevità soddisfacente e uno stile grafico affascinante.
Il suo principale difetto risiede nell’engine procedurale, che non riesce a garantire sufficiente varietà in termini di ambientazioni. Proprio l’algoritmo è reo di non saper offrire un livello di sfida coerente: ci sono momenti in cui ce ne andremo a spasso nel vuoto più assoluto, altri in cui saremo letteralmente bombardati da mostri che piovono da tutte le parti. Manca la consistenza, ci sono sbalzi eccessivi e conseguenti spike nella difficoltà per forza di cose frustranti.

Se vi piace il genere prendetelo in considerazione, ma solo se avete già portato a termine i migliori esponenti del genere. Del resto ultimamente l’offerta non manca.

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