La guerra tra i grandi produttori di TV si è ormai definitivamente spostata sui settori 4K, OLED e pannelli curvi. Panasonic ha da poco presentato la propria linea di televisori per il 2015, introducendo la nuova tecnologia 4K Pro, che sarà presente nei top di gamma CR850 e CX800.
Tralasciando l’ovvia, altissima risoluzione, tale nomenclatura sta a indicare la presenza del processore Studio Master 4K, che a detta dell’azienda dovrebbe riprodurre immagini fedeli a quanto effettivamente girato dal regista in fase di produzione.
Come molti di voi sapranno infatti, le riprese di un film vengono effettuate con dispositivi molto costosi, dotati di un gamut particolarmente ampio, che poi non riesce a essere riprodotto dalla totalità dei dispositivi su cui il film va alla fine visualizzato.
Se la situazione per quanto riguarda i cinema è assolutamente drammatica (la luminosità di un film proiettato al cinema è quasi il 50% inferiore rispetto a quanto è stato effettivamente girato), le cose migliorano in ambiti televisivi, in particolare grazie alle più recenti tecnologie.
Studio Master 4K farà lavorare il software Accurate Colour Drive che, oltre a utilizzare i tre primari di riferimento (rosso, verde, blu) potrà usare anche le tonalità ciano, magenta e giallo, per una enorme mole di cromatismi in più, percepibilissimi dall’occhio umano.
In pratica i classici 100 punti di registri cromatici diventeranno 8000, mentre le 256 gradazioni del gain e della retroilluminazione passeranno a 1024.
Interessante inoltre come Studio Master 4K supporti contenuti girati in HDR, quella che con ogni probabilità sarà la vera, nuova rivoluzione in ambito televisivo, insieme all’introduzione del 4K e dei pannelli OLED.
Come gli appassionati di videogame già ben sapranno, l’High Dynamic Range è un particolare effetto che permette di riprodurre con grande realismo le luminosità più intense e la diffusione ambientale della luce stessa, creando elementi a schermo che risultino all’occhio più “abbaglianti” di quanto in teoria il pannello stesso non possa riprodurre. Tale tecnologia crea immagini molto più credibili, ed esiste ormai da tempo nel campo dei videogame, essendo stata introdotta per la prima volta da Valve sfruttando DirectX 9, standardizzandosi poi con le DirectX 10.
Elementi come il contrasto, le sfumature cromatiche, le ombre e l’intensità dei colori vengono influenzate dall’High Dynamic Range in maniera decisiva, dunque dei contenuti cinematografici girati con tale tecnologia delizierebbero l’occhio dell’osservatore molto più di quanto non sia possibile fare nel presente.
I modelli che utilizzeranno 4K Pro si affideranno a pannelli con retroilluminazione Edge LED (molto discutibile considerate le dimensioni, ma è comunque presente un ottimo Local Dimming) Wide Colour Phosphor, a detta dell’azienda i migliori per accompagnare tale tecnologia. Il gamut dovrebbe riuscire a coprire il 98% dei colori stabiliti dalla Digital Cinema Initiative, la joint venture tra Disney, Fox, Paramount Pictures, Sony Pictures, Universal e Warner Bros. Si tratta di un valore estremamente alto che, unitamente alle altre tecnologie, dovrebbe garantire un nuovo livello di eccellenza per una ritrovata Panasonic, che negli ultimi anni ha saputo impensierire sia i lavori di Samsung che di LG, vendite a parte.
Di base si tratta del solito “la concorrenza fa bene a tutti“, con i diversi colossi dell’intrattenimento a darsi battaglia a suon di nomi altisonanti, miliardi spesi in ricerca e sviluppo, marketing a tempesta e – perché no – gimmick che verranno dimenticati nel giro di un lustro.
Per il momento la situazione è comunque chiara: il futuro si chiama OLED, si chiama 4K e si chiama HDR. Come tutte queste tecnologie potranno coesistere dipenderà ancora una volta dalla coesione tra software e hardware, dove oggi i due colossi coreani Samsung e LG dettano legge.