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Vogliamo davvero altri giochi con motion control?

Il recente evento dedicato a Switch ci ha portato a conoscere le due nuove IP in lavorazione presso Nintendo. Si tratta di 1-2 Switch e di Arms e, sorprendentemente, entrambi i titoli sono basati sul motion control.
Dopo il successo straordinario di Splatoon su Wii U, in moltissimi speravano che la compagnia avrebbe continuato sulla strada del gaming tradizionale, specie dopo tutte le critiche ricevute durante l’epoca Wii. Un gran numero di giocatori hardcore e fedelissimi di Nintendo si è infatti allontanato dall’azienda a causa di una deriva casual di cui proprio il motion control è stato in parte artefice.
Zelda Skyward Sword è il capitolo meno “completato” della serie, Star Fox Zero si è rivelato estremamente scomodo proprio a causa del sistema di controllo, ricevendo numerose recensioni negative dalla critica. Nintendo sembra però continuare a credere su un sistema di input che si allontana dal classico gamepad, ignorando le richieste degli appassionati di vecchia data.
La domanda da farsi oggi è: sentiamo davvero il bisogno del motion control?
Tralasciando situazioni come i visori per la realtà virtuale, i controlli attraverso movimento si sono sempre rivelati un gimmick ampiamente rimpiazzabile con un semplicissimo gamepad, Zelda a parte. Personalmente mi sono ritrovato ad apprezzare Wii Sports, così come l’idea di poter puntare un’arma sullo schermo in qualsiasi FPS, ma a parte un iniziale effetto wow nulla di tutto ciò mi ha fatto credere di avere a che fare con una periferica più comoda di un normalissimo pad.

Il punto è che ci si diverte a giocare con la chitarra di un Guitar Hero, con un tappetino per ballare, con una pistola nel più classico House of the Dead, ma il gamepad rimane la periferica di input a cui desidero tornare.

I videogame partono dal presupposto di voler divertire e rilassare. Qualsiasi novità, motion control incluso, può essere divertente, ma solo se dosata nella giusta maniera. Qualcosa di simile sta avvenendo anche con la realtà virtuale, piacevolissima e innovativa, senza però spingerci a rinunciare al gaming tradizionale.
A metà del ciclo vitale di Wii ero stufo, sapevo di non poter giocare a titoli divertentissimi se non agitando mani e braccia. Ero frustrato all’idea di dover completare Donkey Kong utilizzando quel minuscolo cosino in orizzontale, trovandomi in mano una periferica più scomoda di quanto non fosse il primissimo controller per NES. Immagino che su Switch sarà più o meno la stessa cosa, purtroppo.
Il motion control ha spinto Nintendo a sacrificare tempo e lavoro nell’inseguimento di idee che si adattassero a un gimmick. Quando si hanno tra le mani sviluppatori talentuosi e game designer tra i migliori al mondo è assolutamente folle cercare di incatenare l’estro all’interno di idee messe lì solo per essere forzatamente diversi dagli altri. Come detto già in passato, innovare non è per forza sinonimo di divertire, e sembra che Nintendo non abbia ancora afferrato.

Skyward Sword

GameCube ha perso la partita a causa del marketing sbagliato, della concorrenza spietata di PlayStation 2, del solito, assurdo rapporto di Nintendo con le terze parti. Ma era una console straordinaria, dotata di uno dei migliori controller di sempre, ricca di giochi di altissimo livello.
La stessa Sony ha cercato di proporre sistemi di controllo innovativi con PlayStation Camera, Move, senza ovviamente dimenticare Kinect di Microsoft. Nonostante periferiche del genere siano state spinte col marketing, con il software e con investimenti multi milionari, alla fine si è sempre trattato di buchi nell’acqua.
Da giocatore di vecchia data apprezzo molto l’innovazione quando sa divertire e proporre idee valide. Allo stesso tempo non posso non domandarmi che senso abbia nel 2017 proporre due nuove IP che sembrano (non possiamo saperlo con certezza) puntare ai casual, quando milioni di giocatori in tutto il mondo si domandano che fine abbiano fatto F-Zero, Metroid, Golden Sun ed Earthbound.

Oggi come oggi il casual gamer ha trovato una propria dimensione grazie a prodotti come Candy Crush, Clash of Clans e affini, prodotti mordi e fuggi che non richiedono chissà quale impegno mentale. L’idea di mettersi a muovere dei controller in aria non ha lo stesso appeal che poltrire sul divano con un tablet.

Clash of Clans

I giochi che ti costringono al movimento fanno sicuramente bene alla salute, ci chiedono di alzare gentilmente quel culo e fare qualcosa di fisico, fondamentale considerato il tipo di vita condotto da moltissimi di noi. Tuttavia, il giocatore medio non identifica questo genere di attività come rilassante e, per quanto possa divertire, va contenuta entro limiti temporali dettati dalla stanchezza fisica.
Questo è il motivo per cui Skyward Sword è stato completato da pochi: non perché sia più difficile, ma perché in tantissimi non hanno gradito venire forzati ad utilizzare un sistema di controllo del genere. E questo è un fatto.
Certo, Zelda è pur sempre un gioco hardcore, magari sarebbe sufficiente relegare il motion control ai titoli più casual e lasciare i prodotti tripla A così come sono. Ma vogliamo davvero che publisher grossi come Nintendo sacrifichino le proprie risorse per prodotti del genere?
Mi sta bene che Retro Studios lavori su un Donkey Kong, se il risultato è Tropical Freeze. Ma francamente non voglio un altro Skyward Sword se posso avere un Twilight Princess.

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