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Wolfenstein II: The New Colossus Recensione | Ahh, le gioie del nazismo

Wolfenstein II: The New Colossus inizia con il cattivissimo BJ Blazkowicz in fin di vita, su una carrozzina, semi-morto. Ovviamente tenendo in mano un fucile automatico e facendo il culo a una carrettata di nazisti sfortunati.
Simboleggia chiaramente il potere del cazzutismo che trascende gli impedimenti del disabilismo.
Ho conosciuto Wolfenstein con il primissimo episodio, giocato su un 386. E’ stato amore. In effetti credo sia stato il primo first person shooter a cui abbia mai giocato.
Potrei stare a parlare delle implicazioni politiche di questo nuovo episodio, dei riferimenti con quanto sta accadendo nel mondo al giorno d’oggi. Ma credo che mi concentrerò sulle cose più importanti.
E’ BJ Blazkowicz in carrozzina che spara in faccia ai nazisti. Dovreste essere già andati a comprarlo. Qui.

Wolfenstein II: The New Colossus

Il gioco si apre con un comodissimo riassunto di quanto accaduto nel capitolo precedente. Potrete quindi rinfrescarvi la memoria o fare il punto della situazione partendo da zero, riuscirete a seguire la trama senza problemi.

La storia parte subito dopo la conclusione degli eventi del primo capitolo. Ci troviamo in un passato alternativo in cui la Germania ha vinto la seconda guerra mondiale e gli Stati Uniti sono sotto il controllo nazista. In Wolfenstein: The New Order avevamo inferto un durissimo colpo ai cattivoni tedeschi. Non è stato sufficiente, e il nostro moribondo Blazkovicz porterà quindi un po’ di sano scompiglio tra le fila nemiche.

La storia in sé è davvero piacevole ed è accompagnata da una sceneggiatura di altissimo livello. Gli sviluppatori hanno creato dei personaggi eccellenti sia dal punto di vista estetico che caratteriale. Sono tutti credibili, stratificati, convincono. Che si parli dei buoni o dei cattivi è difficilissimo trovare dei veri difetti o buchi nel racconto.
Certo, bisogna farsi andare bene la particolare narrativa, che personalmente ho molto apprezzato.

Wolfenstein II: The New Colossus – Trailer di lancio

In Wolfenstein non c’è infatti l’atteggiamento serioso come si potrebbe trovare in un Metro, né quello da psicopatico dal grilletto facile stile Doom. Abbiamo invece un racconto serio, intrecciato bene, con digressioni verso il patriottismo e momenti che lasciano un minimo sconvolti. Attenzione, sconvolti non da colpi scena o risvolti inattesi, ma a causa di situazioni al limite dell’assurdo che però accettiamo perché, cavolo, è Wolfenstein. E va benissimo così.

Wolfenstein II è un tripudio d’azione, meno veloce di Doom senza dubbio, ma divertentissimo e gratificante come pochi.
Utilizzeremo spesso armi abbastanza canoniche, ma la possibilità di utilizzarne due in simultanea rende le cose davvero interessanti. Non saremo inoltre vincolati dal dover utilizzare la stessa arma su entrambe le mani, potremo essere creativi. E la creatività, quando si uccidono nazisti, è una cosa importante. Il sistema per scegliere la modalità di fuoco da utilizzare non è il più comodo del mondo, specie se intendiamo modificarlo mentre cercano di impallinarci. Difetti di poco conto comunque, nulla di trascendentale.

Ci sono poi una serie di armi che mettono da parte il dual wield perché richiedono l’utilizzo di entrambe le mani. Sono strumenti di morte spettacolari, ci permetteranno di polverizzare i nemici, magari passando attraverso ciò che rimane dei loro corpi un istante dopo. Questo gioco è divertimento, il semplice sparare alla gamba di un nazista e vederlo vacillare regala grandi soddisfazioni.

Ogni arma può godere di tre potenziamenti, ma non aspettatevi di andare in giro trovando oggetti da power up dietro l’angolo, sono rari. Ad ogni modo, le armi diventano più efficaci in maniera intelligente, i designer hanno lavorato bene in termini creativi. Il gameplay viene dunque semplificato, alterato leggermente, in maniera tale da offrire un’esperienza sempre fresca. Non è un semplice “hai potenziato l’arma, quindi ora fai più danni, bravo”.

Wolfenstein II supporta la sensibilizzazione al dual-wield selvaggio

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I livelli di Wolfenstein II sono lineari, non offrono un’esplorazione liberà né particolarmente sviluppata. L’intento del gioco è metterci contro una sfilza di nazisti, offrirci le giuste coperture e rendere possibile un approccio stealth. I nemici sono spesso numerosi, quindi muoversi silenziosamente ha il suo perché. E’ uno stile di gioco più impegnativo, ma è anche molto soddisfacente.
C’è qualche incoerenza: se venissimo scoperti alcune guardie chiameranno i rinforzi, eppure non reagiscono in alcun modo vedendo i compagni morti per terra. E’ uno stealth inserito quindi come meccanica extra per uccidere il nemico, ma non ben strutturato all’interno del gioco.

Quale che sia il vostro stile preferito, in Wolfenstein II dovrete stare attenti a non prendere troppe botte. Manca infatti il recupero automatico dei punti vita, qui si fa tutto a forza di kit medici e armature. Fortunatamente gli sviluppatori hanno ascoltato le critiche ricevute con il primo gioco, rimuovendo la necessità di pressare X o quadrato ogni volta che vorremo raccogliere qualcosa. Saremo comunque chiamati ad esercitare il ditino, ma il ritmo è ora molto più costante.

Se non avete dimestichezza con i first person shooter classici vi sconsiglio di impostare una difficoltà superiore a Normale. I nemici picchiano e picchiano duro. Potrete curarvi con una certa agevolezza, ma è necessario procedere con attenzione.
Il design dei livelli consente di ripararsi dietro coperture, di sporgersi per sparare da posizione protetta e di fare veri e propri agguati agli avversari. Questi non hanno un’intelligenza artificiale particolarmente rifinita, ma fanno il loro lavoro.

Parlando di nemici credo che il difetto più grande sia la scarsa varietà. Certo, alcuni sono spettacolari e mettono anche una certa ansia, fanno un po’ effetto Big Daddy di Bioshock, ma sarebbe stato opportuno aggiungere qualche variante addizionale. Delusione anche per quanto riguarda i boss, non entusiasmano.

Il cast di Wolfenstein II è qualcosa di glorioso

wolfenstein ii-2Ho giocato a Wolfenstein II: The New Colossus su PC Windows, e ci sono un paio di discorsi da fare. Da una parte sono rimasto estasiato dalla quantità di opzioni grafiche messe a disposizione dagli sviluppatori. Potremo selezionare uno tra i classici preset stile Basso, Medio, Alto, Uber e altre parole tedesche, oppure modificare manualmente una pletora di valori. Potremo intervenire su filtri, anti aliasing, ombre, riflessi, luci, risoluzione delle texture, scalabilità delle risoluzioni eccetera eccetera. C’è davvero un sacco di roba, chi ne capisce un minimo sarà col sorrisone.

D’altra parte il lancio della versione PC è stato afflitto da un po’ di problematiche. Bethesda ha rilasciato rapidamente dei fix, ma nei primissimi giorni è stato necessario tamponare manualmente.
Al momento sembra che vada tutto bene, ma le valutazioni del pubblico su Steam non sono proprio straordinarie.

Graficamente il gioco si presenta molto bene, c’è un miglioramento significativo rispetto al predecessore. Sono rimasto sorpreso in particolare dagli effetti particellari, qualitativamente simili a quelli di Destiny 2, ma presenti in maggior quantità. Capita molto saltuariamente di incontrare delle texture a risoluzione bassa, ma il colpo d’occhio è eccelso.
Purtroppo ci sono ancora numerosi problemi con il ragdoll, proprio come nel primo gioco. Anche in questo caso infatti i nemici moriranno in pose improbabili, con un effetto comico o grottesco che non si sposa sempre bene con il tono del momento.

Ottimo l’accompagnamento sonoro, le musiche martellano quando devono, ricordano vagamente lo stile di Doom, per quanto rimangano comunque inferiori.
Molto buoni gli effetti sonori, con armi a ripetizione che danno un feeling piacevolmente metallico e un fucile a pompa che fa i buchi urlando potenza.
Accettabili i dialoghi, nettamente inferiori rispetto alle straordinarie controparti americane.

L’oppressione nazista porta a barbe discutibili

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Wolfenstein II: The New Colossus è un first person shooter che tutti gli appartenenti alla vecchia scuola non possono permettersi di perdere. Offre una trama notevolissima per questo genere, intrecciata con criterio e appassionante, ricca di personaggi eccelsi. E’ condito con l’ironia, l’insensatezza e la brutalità tipica di questo franchise, fa ridere e spiazza il giocatore in modo sorprendente.
Il gameplay è ottimo, ancora meglio che in passato. I livelli continuano ad essere un po’ troppo lineari, ma tutto sommato sono funzionali al tipo di esperienza che si vuole offrire. Ci sono tante possibilità in termini di stealth, tante altre per il fuoco diretto sfruttando le coperture, si gioca come si preferisce. Per alcuni sarà forse troppo impegnativo, ma è per questo che è possibile modificare il livello di difficoltà.
E poi dai, Blazkovicz in carrozzina che spara ai nazisti. Serve davvero sapere altro?

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