1998 The Toll Keeper Story – Recensione | Il peso dell’umanità

1998: The Toll Keeper Story è un’avventura narrativa sviluppata e pubblicata da GameChanger Studio, team indipendente già noto per il suo approccio intimo e attento ai temi sociali. L’ispirazione è chiaramente il classico Papers, Please di Lucas Pope, ma per fortuna c’è abbastanza qualità e innovazione per trovare una propria, forte identità. Si gioca nei panni di una semplice operatrice di un casello autostradale che cerca di mantenere un fragile equilibrio personale in una società sull’orlo del collasso.
Il gioco è disponibile dal 28 Ottobre 2025 su PC Windows tramite Steam (lo abbiamo giocato quasi per intero su Steam Deck senza particolari difficoltà, ma è necessario utilizzare il trackpad per muovere il cursore o usare il touch screen) e Android. Lo sviluppatore ci ha gentilmente mandato una chiave di attivazione per analizzare il gioco in questa recensione.

La storia di 1998: The Toll Keeper Story è ambientata nella nazione immaginaria di Janapa (chiaro riferimento a Jakarta), nel Sud-est asiatico, in un periodo segnato da disordini politici e da una crisi economica che logora ogni aspetto della vita quotidiana. L’estetica visiva si ispira fortemente alla fine degli anni ’90: colori tenui, un’atmosfera sommessa che contribuiscono a creare un senso di malinconia.

Al centro della storia c’è Dewi, una giovane donna incinta che trascorre lunghe ore di lavoro in solitudine all’interno del suo casello autostradale. Fuori, la nazione si sta disgregando: licenziamenti di massa, disordini civili, corruzione e povertà sono all’ordine del giorno. Ma la maniera in cui il sociale viene presentato qui è piuttosto diverso rispetto a quanto avveniva in Papers, Please. Potremmo dire che questo 1998 The Toll Keeper Story è un racconto molto più intimo e per certi versi più umano rispetto al lavoro di Pope. Si restringe lo sguardo per concentrarsi sulla lotta interiore di Dewi, sui suoi tentativi di restare speranzosa, responsabile verso il proprio nucleo familiare ma al tempo stesso empatica verso un mondo sul baratro di un precipizio.
Ponendo l’attenzione su una donna comune, alle prese con scelte piccole ma significative, il gioco riesce a dire più di molti titoli ben più blasonati su temi come la resilienza e la moralità. Dewi è un personaggio sfaccettato – mai vittimizzato in modo gratuito – e il legame emotivo con lei cresce in modo naturale man mano che le giornate passano.

Ogni giorno Dewi deve decidere chi far passare e chi fermare al suo casello, sapendo che ogni scelta porta con sé conseguenze morali ed emotive. Ci sono infatti più finali possibili, che vanno dal positivo all’assolutamente nichilistico. Starà a noi quindi decidere se credere o meno a una madre che ha bisogno di portare il figlio in ospedale ma non ha soldi per pagare il pedaggio. Starà a noi capire se sia o meno saggio distribuire volantini che appoggiano la rivolta popolare o il governo. Starà a noi comportarci nel modo che riteniamo più corretto.
E nonostante la struttura essenziale, la scrittura è sorprendentemente intima e diretta. Avremo dei brevi scambi di battute con i guidatori durante il lavoro, ma a fine giornata avremo modo di assistere a scenette che porteranno avanti la storia in modo più netto, incontrandoci con alcuni dei personaggi chiave del racconto.

Molto interessante è la presenza di un vero e proprio diario di Dewi, che il giocatore può compilare alla fine di ogni giornata. Saremo liberi di scrivere come faremmo con un vero diario, un elemento originale che aggiunge una dimensione più riflessiva. Va da sé che se giocate su Steam Deck l’esperienza sarà in questo caso parecchio sacrificata, l’ideale sarebbe avere davanti a sé una vera tastiera.

Passando al gameplay vero e proprio, il nostro ruolo sarà presidiare un piccolo casello: controllare i documenti dei veicoli in arrivo, rispondere ai dialoghi, reagire a eventi imprevisti. Sono azioni che all’inizio sembrano banali, quasi ripetitive, ma poco a poco le cose diventano più interessanti e complesse, mentre ogni mattina apprendiamo le ultime notizie sulla situazione del Paese e le nuove direttive.
Con il passare dei giorni infatti il tono diventa sempre più cupo. Le scorte di viveri iniziano a scarseggiare, la tensione sociale cresce e dai superiori arrivano istruzioni sempre più discutibili. La forza del design sta proprio qui: non combatti mostri, combatti lo sfinimento, il senso di colpa e il dubbio costante su cosa sia giusto fare.

Va da sé che la ripetitività del lavoro al casello, pur avendo un preciso valore narrativo, può risultare lenta per alcuni giocatori. Aggiungere qualche sequenza più interattiva o incontri ramificati aiuterebbe a mantenere il ritmo senza snaturare il tono riflessivo. Anche piccoli miglioramenti all’interfaccia – grandezza del testo regolabile, un cursore più leggibile – renderebbero l’esperienza più fluida senza intaccare lo stile minimalista, soprattutto per chi giocherà su Steam Deck o su smartphone.

Un’idea apprezzabilissima è la possibilità di selezionare giornate specifiche quando si rigioca. Questo permette di tornare su decisioni precedenti e provare strade alternative senza dover ripartire da zero. Questa possibilità incoraggia il giocatore a rileggere le proprie azioni, a chiedersi “cosa avrei potuto fare diversamente?”, in maniera tale da poter accedere ai diversi finali senza per forza rigiocare l’intera avventura.

Consigliato
Nel complesso, 1998: The Toll Keeper Story è una simulazione pacata ma intensa, dal forte impatto emotivo. Non punta sullo spettacolo o su meccaniche complesse, ma sull’intimità della lotta quotidiana di Dewi per restare umana in un mondo che si disfa. Il sistema di scelte, il diario personale e la tensione ambientale si fondono in un’esperienza davvero immersiva. È una storia lenta, riflessiva, che parla di resistenza, compassione e stanchezza morale. Ti resta addosso dopo aver smesso di giocare, non per le sue meccaniche, ma per le verità silenziose che fa emergere su sopravvivenza ed empatia. Se vi è piaciuto Papers, Please lo adorerete.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *