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Niente errori con Anthem: Bioware coinvolge i giocatori nello sviluppo

Tra tanti dubbi e incertezze, lo sviluppo di Anthem  nuova mega produzione di Electronic Arts e Bioware  continua. Poche ore fa è stato confermato che il gioco sarà rilasciato entro la fine dell’anno fiscale, ovvero Marzo 2019. A questo punto è piuttosto improbabile che assisteremo a un nuovo ritardo, sembra che il titolo sarà fondamentale per raggiungere i risultati finanziari promessi dal colosso americano ai propri investitori.

A parte l’orientativo periodo di lancio, oggi apprendiamo anche che il gioco potrebbe essere commercializzato in una fase di early access, o accesso anticipato se preferite. In un documento divenuto pubblico, lo stesso CEO di Electronic Arts, Andrew Wilson, conferma che i giocatori avranno la possibilità di mettere le mani su Anthem “in anticipo”, in maniera tale da poter esprimere le proprie opinioni, offrire un feedback e aiutare a plasmare il prodotto nella maniera migliore. Queste le sue parole:

Anthem è fondamentalmente un’esperienza social, e daremo ai fan la possibilità di aggregarsi nella community e giocare in anticipo. Questo ci permetterà di dar forma al gioco e rifinirlo grazie ai loro suggerimenti e feedback. Siamo davvero emozionati all’idea di lanciare questo nuovo franchise, e siamo emozionati allo stesso modo all’idea di lavorare insieme ai giocatori al fine di rendere Anthem un titolo che non vedano l’ora di provare, e che possano condividere per anni insieme ai loro amici.

Per quanto Wilson non menzioni in maniera esplicita l’Early Access, è abbastanza chiaro che si stia parlando proprio di questo. E se da una parte tantissimi sviluppatori indipendenti cercano semplicemente di racimolare denaro, penso che un’iniziativa del genere da parte di due aziende di questo calibro possa essere molto positiva.
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Anthem arriverà probabilmente in early access, ma a che prezzo?

In tantissimi casi i tripla A multiplayer offrono una demo di prova agli utenti durante la fase beta. In questo caso però l’obiettivo ufficiale è solo uno stress test dei server, in qualche caso la correzione di certi bug. Parliamo comunque di una fase beta, quando lo sviluppo è praticamente ultimato, un assaggio che vuole prima di tutto spingere al preorder e pubblicizzare il prodotto.
Con Anthem si parla di qualcosa di molto diverso.

Electronic Arts sembra intenzionata a procedere in maniera cauta, e ha tutti i motivi del mondo per farlo, dopo quanto è successo con Battlefront 2. Bioware, dal canto suo, sa di non potersi permettere un altro errore dopo Mass Effect Andromeda.
Ben venga quindi una fase di early access.

Ovviamente non dobbiamo in alcun caso aspettarci che il gioco venga diffuso gratuitamente. Con ogni probabilità l’azienda proporrà inizialmente un prezzo ridotto, in maniera tale da invogliare all’acquisto. E’ una pratica utilizzata praticamente da tutti i publisher e gli studi di sviluppo che preferiscono sviluppare col supporto degli utenti.

Qualcuno su Reddit ha ipotizzato che Electronic Arts possa inserire la versione Early Access di Anthem all’interno di Origin Access ed EA Access, i servizi in abbonamento proprietari che hanno già riscosso un certo successo. Personalmente lo trovo poco probabile.
Sia EA Access (Xbox One) che Origin Access (PC) hanno un prezzo di 4 euro al mese o 25 euro all’anno. Considerata la copertura mediatica di Anthem, il livello di attesa della community e il denaro investito nella produzione è improbabile che EA voglia accontentarsi di una somma del genere.
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Anthem sarebbe una spinta fortissima per EA / Origin Access

Credo che la gente sia disposta a pagare decisamente di più per giocare ad Anthem prima del tempo, sapendo tra l’altro di stare contribuendo al suo sviluppo. Con ogni probabilità in tantissimi accetterebbero una spesa fra i 30 e i 40 euro, soldi a cui è molto difficile che Electronic Arts voglia rinunciare.

Prescindendo da prezzi e modalità, credo che il punto sia un altro. Quando una major del settore si rende conto di non essere più in grado di produrre contenuti in linea con le aspettative, rivolgersi ai propri consumatori può essere una scelta sensata. Lo ha fatto anche Bungie di recente con il suo Destiny 2, convocando presso i propri studi un numero consistente di youtuber, streamer e content creator.

Electronic Arts ha sbagliato con Mass Effect Andromeda, ha sbagliato con Need for Speed Payback e ha sbagliato con Star Wars Battlefront 2. Nessuno di questi giochi è riuscito a vendere secondo le previsioni, e mancare le previsioni è gravissimo quando sei quotato in Borsa.

Non importa se hai venduto 5, 10, 20 o 100 milioni di copie: se ne avevi previste di più stai mancando i tuoi obiettivi, e mancando gli obiettivi stai facendo incazzare gli investitori, che a loro volta perderanno fiducia, venderanno le tue azioni, ti faranno perdere denaro e di conseguenza valore agli occhi degli altri investitori, che potrebbero ovviamente reagire allo stesso modo. Reazione a catena, può succedere un macello, è una cosa pericolosissima.
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Anthem non può permettersi di sbagliare

Sia Mass Effect che Need for Speed che ovviamente Battlefront sono produzioni tripla A, videogame su cui il publisher aveva investito tantissimo. Con Anthem ci saranno budget probabilmente simili, è una scommessa molto importante per Electronic Arts. Andrà a competere in uno spazio dove la concorrenza è già agguerritissima, lo spazio di The Division e di Warframe, quello in cui lo stesso Destiny 2 è risultato fallimentare.

Non c’è molto tempo da perdere, tra Ubisoft che nel corso dell’E3 presenterà il suo The Division 2, Square Enix al lavoro su un multiplayer cooperativo basato sulla fortissima IP degli Avengers, Microsoft che investe milioni su milioni per supportare il suo Sea of Thieves, State of Decay 2 alle porte e i lavori di recupero di Destiny 2.

Penso che la strada scelta da Electronic Arts con Anthem non sia sbagliata. Di sicuro è una cosa nuova all’interno del mercato dei tripla A, se escludiamo il caso limite di Star Citizen che resta comunque un progetto indipendente.
E’ giusto provare, ed è apprezzabilissimo che un tentativo del genere arrivi proprio da Electronic Arts, una delle aziende storicamente meno inclini a dialogare con le proprie community.
Per quanto sia bene evitare di creare castelli in aria, fa piacere sapere che la direzione data ai lavori terrà conto dell’opinione dei giocatori.

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