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Battlegrounds fa 1 milione in 48 ore su Xbox, giocatori contenti con videogame incompleti

Battlegrounds è al momento la più importante esclusiva console di Xbox One. E’ appena stato rilasciato sulla macchina di Microsoft, e in appena 48 ore ha superato il traguardo del milione di copie vendute. Dettaglio che è il caso di aggiungere: PUGB è un gioco in early access, attualmente in sviluppo.

Steam ha fatto fior di milioni con il suo programma degli early access. E’ un sistema che permette agli sviluppatori di mettere sulla piazza dei prodotti incompleti, che magari si basano però su idee molto valide. I giocatori li provano, ne parlano sui forum, diffondono gli stream su Twitch e il gioco diventa un fenomeno virale.
E’ avvenuto con Minecraft, con H1Z1, con ARK, con Battlegrounds e tanti altri. E senza dubbio succederà di nuovo.

Quando un gioco diventa più una moda che un semplice videogame, gli sviluppatori si sentono autorizzati a calcare la mano. Battlegrounds costa 30 euro. State pagando 30 euro per un videogame incompleto. E state pagando 30 euro per comprare il diritto di dire agli sviluppatori come migliorare il loro lavoro.
Questa fase dello sviluppo, non molto tempo fa, si chiamava alpha. Lavoravi a un progetto, cominciavi a rendere giocabile qualche contenuto, quindi andavi a cercare gente che potesse darti un feedback, aiutarti a migliorare il lavoro. E’ sensato, hai bisogno di più punti di vista, il tuo gioco in quel momento fa acqua da tutte le parti, manca l’ottimizzazione, la parte tecnica è tutt’altro che stabile, non ci sono i contenuti che hai in programma per la versione completa. Si tratta in pratica di un assaggio.
Un assaggio che può trasformarsi in un’esperienza poco piacevole, dunque decidi di farti dare una mano per migliorare.

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La furia dei 20 frame al secondo di Battlegrounds

Da qualche anno a questa parte siamo dispostissimi a pagare per poter avere quel meraviglioso assaggio. E se gli utenti vogliono pagare, perché uno sviluppatore dovrebbe rifiutare il denaro? Un ragionamento semplice, lineare e comprensibile.
Il problema si presenta quando gli sviluppatori capiscono come funziona questo meccanismo, e sviluppano progetti che ruotano intorno a un early access semi-perenne.
Seguitemi. Sono sufficienti un’idea valida, la capacità di entusiasmare con le parole e un gameplay che abbia un concept divertente. Tutto il resto verrà dopo, forse, se c’è tempo.

Vi propongo un battle royale, usiamo una grafica realistica. Finisci su quest’isola insieme ad altri giocatori, devi recuperare delle armi di fortuna, puoi ripararti dove capita. Funziona proprio come in Hunger Games, proverai una tensione fortissima anche mentre cammini acquattato sull’erba. Potresti venire colpito da lontano e finire la partita in un secondo, potresti vedere un avversario in lontananza e avvicinarti senza essere scoperto, potresti imbatterti in un rifugio abbandonato o dove un altro giocatore si è nascosto pochi minuti prima. Emozioni intense, perfette per quegli attori che si improvvisano streamer su Twitch e YouTube. C’è spazio per le imprecazioni, per le risate, per le grida, anche un macaco col quoziente di un Favij sarebbe capace di massimizzare l’impatto sul proprio pubblico.


Perché i publisher dovrebbero rilasciare giochi completi, se li compriamo a prescindere?

Il punto è che ormai non ci scandalizziamo più per nessun motivo. I publisher sono abituati a rilasciare videogame praticamente rotti al lancio, che hanno bisogno di patch correttive per poter girare decentemente. I giochi tripla A sono soliti basarsi su DLC a pagamento e offrire alla release solo una frazione dei contenuti. La pianificazione dei Season Pass inizia già nelle prime fasi dello sviluppo di un nuovo prodotto.
Figuratevi che oggi un’azienda come CD Projekt Red viene osannata semplicemente perché ha rispetto per i propri clienti. Sentiamo il bisogno di dire grazie solo perché qualcuno ci tratta con decenza! Vi rendete conto?
Significa che siamo così abituati a ricevere merda da sorprenderci quando qualcuno ha un atteggiamento “normale”. E’ il sovvertimento di bianco e nero, è il normale che è diventato anomalo, la correttezza che appare fuori dal mondo. Un po’ come quando un uomo apre la portiera per una donna. Oggi come oggi fa un po’ strano.

the witcher iii 3 blood and wine

The Witcher 3, scandalosamente onesto e corretto con i suoi DLC

Gli sviluppatori si sentono autorizzati ad arrivare sul mercato con prodotti tronchi perché noi li compriamo lo stesso. Abbiamo fame di nuovi contenuti, siamo cavallette pronte a muoversi in massa verso la prossima hit che invaderà Twitch.
E non importa se Battlegrounds fa 20 frame al secondo su Xbox One X, non importa nemmeno se il draw distance sia a tratti imbarazzante. Microsoft lo pubblicizza come se fosse la più grande esclusiva della macchina, nonostante non sia neanche lontanamente completo. Intanto gli sviluppatori continuano ad aggiungere contenuti, perché la gente vuole altri cappelli, preferisce una nuova pinzetta per i peli del culo che non un’ottimizzazione dell’engine. In fondo oltre un milione di giocatori hanno pagato per un prodotto in condizioni disastrose, se gli sta bene così ci si può anche concentrare su altro.

Battlegrounds è un gioco che fa provare emozioni forti, e in questo c’è un innato divertimento, una indiscutibile gratificazione. Ma la dicitura “early access” è ormai diventata una giustificazione per situazioni che sfiorano il ridicolo.
Eh, ma è in early, se non lo vuoi non lo compri. – Benissimo, tutto vero, ma cosa significa early access? Per quale motivo il gioco è in questa fase? Effettivamente stanno ancora sviluppando gli elementi chiave del software, o è in accesso anticipato perché tanto gli utenti lo comprano anche se è rotto? E’ normale che questo early access in tanti casi finisca per durare anni? E’ giusto pagare 30 euro per un software in sviluppo con lacune tecniche tali da mettere in ginocchio una scheda video da 400 euro e passa? Anzi, è giusto pagare per un software in sviluppo?

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Le emozioni forti di Battlegrounds. Se vi gira.

Io credo che gli sviluppatori non rispettano i giocatori perché i giocatori non rispettano se stessi. Credo che giocare al PvP di Destiny 2 mentre la Lente di Prometeo era ancora rotta sia come dire che tutto sommato va bene anche così. Penso che comprare Star Wars Battlefront 2 nonostante si odino loot box e micro transazioni sia fare un torto a se stessi e al proprio pensiero. Comprare FIFA 18 lamentandosi di dover potenziare nuovamente tutti i giocatori con le micro transazioni è quanto di più malsano si possa fare nei confronti di se stessi.
In politica esistono le elezioni, la gente decide per chi schierarsi. Nel mondo dei videogame il nostro voto sono i soldi, li spendete per un sì, chiudete il portafogli per un no.

Se domani mattina l’onorevole Enzo Penzo decidesse di candidarsi a Premier e proponesse una tassa sul possesso dei fenicotteri, io non voterei per lui. Perché concepire una tassa sui fenicotteri è da psicopatici.
Se Electronic Arts mi propone un gioco basato sui loot box io non pago. Perché è da psicopatici.
Quel milione di giocatori che ha comprato Battlegrounds ha dichiarato che va bene anche così. L’industria attuale non ha problemi, i videogame possono arrivare sul mercato anche rotti, i 20 frame al secondo tutto sommato sono ok. Per adesso quindi vi do i miei 30 euro, so che nel prossimo aggiornamento inserirete una nuova padella da corpo a corpo. No dico, una nuova padella. Mica cazzate.

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