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Bungie si allontana da Destiny? Siglato nuovo contratto da 100 milioni di dollari

Bungie ha appena siglato un nuovo contratto da oltre 100 milioni di dollari con NetEase, colosso cinese che opera più che altro nel settore mobile. Con questo investimento NetEase diventa una voce importante all’interno di Bungie, e potrà avere un ruolo nello stabilire la direzione dei progetti futuri.
Ci sono delle dichiarazioni ufficiali, che però come al solito lasciano il tempo che trovano, e che dobbiamo prendere con la dovuta cautela.
L’unico dato certo al momento è che Bungie sta lavorando su una nuova IP per conto di NetEase.

Ora cerchiamo di riordinare le idee, utilizzando anche le informazioni non confermate ma provenienti dalle voci più autorevoli del settore.
Bungie è uno sviluppatore indipendente, legato ad Activision dal 2014 al 2024 per il franchise di Destiny. Il contratto prevedeva inizialmente lo sviluppo di 4 capitoli della serie e 4 espansioni per ciascun capitolo.

Jason Schreier ha fatto sapere che Bungie è al lavoro su una nuova IP ormai da un pezzo, semplicemente la notizia non era mai stata ufficializzata fino ad oggi. Schreier è attualmente un giornalista di Kotaku, e nel corso degli anni ha avuto accesso a leak che si sono rivelati veritieri su un gran numero di questioni. Non è una persona che parla per dar fiato ai polmoni, sono sempre notizie con fonti attendibili, per quanto anonime.
Questo ovviamente significa che non tutti i 1000 e passa dipendenti di Bungie sono attualmente al lavoro su Destiny 2 e sul probabilissimo Destiny 3.

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Bungie si prepara ad abbandonare la barca di Destiny?

Altrettanto vero è che il franchise di Destiny non è stato quel ciclone travolgente che ci si aspettava, né è riuscito a seguire le orme di Halo in termini di importanza nel mercato. Dopo il lancio deludente del primo capitolo, Destiny 2 ha saputo convincere nelle prime fasi, dimostrandosi però del tutto insufficiente nell’endgame vero e proprio. Questo ha portato a parecchi problemi con la community, flame sui forum, prese di posizione, errori di comunicazione, tentativi di frode da parte di Bungie prontamente smascherati eccetera eccetera eccetera.

Adesso sembra che le cose stiano lentamente migliorando, per quanto la situazione sia tutt’altro che idilliaca.
A prescindere dai miglioramenti, è chiaro che Activision non sia contenta dei risultati, considerato l’investimento di 500 milioni di dollari. Bungie, dal canto suo, si trova vincolata a un franchise che le ha portato danni notevoli in termini di immagine.
Farsi finanziare per 100 milioni di dollari da parte del nuovo publisher può quindi essere una mossa interessante, che si presta a più possibili interpretazioni.

Bungie ha dichiarato immediatamente che il nuovo contratto non arrecherà nessun danno agli amanti di Destiny, che potranno continuare a divertirsi e a contare sia sui DLC che sugli aggiornamenti.

Era stata la stessa Bungie non molto tempo fa a uscirsene con una frase infelice come “è troppo difficile creare nuovi contenuti”, quando i giocatori accusavano dell’eccessivo riutilizzo degli asset e di un endgame incentrato su micro transazioni e cosmetici. Viene da chiedersi come mai uno studio che ha difficoltà a mantenere un solo franchise voglia adesso curarne anche un altro contemporaneamente. Appare una mossa piuttosto strana.

L’ultimo DLC ha migliorato le cose, ma solo in parte

Secondo alcuni, Bungie avrebbe intenzione di abbandonare Destiny e cedere tutti i diritti ad Activision in cambio di una chiusura anticipata del contratto. Nulla di confermato ovviamente, a parte voci di corridoio di cui è difficile verificare la provenienza. Secondo questi rumor, Activision sarebbe già al corrente della cosa, ed è proprio questo il motivo per cui della versione PC di Warmind era stata incaricata Vicarious Visions. A quanto pare è proprio a loro che sarà affidato l’intero franchise, ovviamente con il supporto massiccio di Activision in termini di forza lavoro e finanziamenti.

L’altra possibilità sarebbe il gaming as a service. Secondo alcuni Bungie avrebbe già rinegoziato il contratto con Activision, e intende adesso supportare Destiny 2 fino al 2024, senza rilasciare nuovi capitoli. Gestire il gioco in questo modo permetterebbe un consumo di risorse estremamente limitato, dato che non sarebbe necessario sviluppare nuovi capitoli della serie ma semplicemente DLC e aggiornamenti dei contenuti, con introiti che arriverebbero prevalentemente dalle micro transazioni.

Questa seconda opzione farebbe contenti tutti quei giocatori che non avevano mai desiderato un vero e proprio seguito del primo capitolo, accusando Destiny 2 di aver cancellato senza motivo un buon 90% dei contenuti già pronti. Trattandosi di un quasi MMO è chiaro che i giocatori pretendano una certa continuità, in un modo o nell’altro, e perdere i progressi del proprio personaggio dopo 3 anni di gioco non è esattamente il massimo del divertimento.

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Vicarious Visions ha già sviluppato Warmind, La Mente Bellica

Allo stesso tempo, il gaming as a service rischia di portare a un’impennata delle micro transazioni, per le quali Bungie ha già avuto molti problemi. Essenzialmente un gioco di questo tipo ha bisogno di basarsi su loot e contenuti ottenibili in maniera lineare. Bungie non è stata in grado di progettare un sistema di progressione all’altezza, quindi ha preferito ripiegare su oggetti cosmetici che i giocatori potessero inseguire nei loot box. E i loot box non sono divertenti.

Un gioco può essere incentrato sull’estetica, se le meccaniche alla base sono sufficientemente solide. Destiny 2, proprio come Destiny e proprio come Halo, ha un eccellente gunplay. Ma per quanto il gunplay possa essere importante, ciò che detta legge è il gameplay in senso più generale.

Destiny 2 non è Overwatch. Overwatch può non restituire lo stesso feedback di Destiny quando spariamo ma la varietà di situazioni, la progettazione delle meccaniche, le differenze nei personaggi e le variabili in movimento in una singola partita non sono neanche lontanamente paragonabili. Overwatch funziona con loot box e cosmetici perché è gestito bene. Destiny 2 non funziona perché per mesi la gente è andata in PvP usando Dono di Uriel e Buon Diavolo, e perché per chissà quanti altri mesi andrà in giro con Lancia Gravitazionale. Bungie sta migliorando il gioco, è innegabile, ma siamo ancora lontani. E prospettare ai giocatori la possibilità di trasformare tutto in un game as a service potrebbe fare incazzare parecchia gente.

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Il PvP di Destiny 2 continua a non funzionare

In tutto questo il mercato cinese è molto interessante dal punto di vista economico, e da sviluppatore indie è chiaro che Bungie possa sentirsi stuzzicata dalle possibilità offerte da NetEase. Figuratevi che si parla anche della volontà di pubblicare in prima persona i propri prodotti, cosa che farebbe pensare a una riduzione degli investimenti per singolo titolo, lavorando magari a progetti più modesti che però non richiedano l’intervento di multinazionali esterne. In un periodo di cambiamenti in cui un piccolo team indie produce e pubblica Hellblade Senua’s Sacrifice, è giusto che anche Bungie faccia qualche esperimento.

Nel frattempo su 4chan è stato pubblicato un post da una persona che si definisce un insider di Bungie. Non abbiamo modo di confermare chi sia questa persona, se si tratti di un troll e se le informazioni siano o meno veritiere, ma vale la pena di riportarle, perché in ogni caso appaiono almeno credibili.

Secondo questa fonte Bungie sta effettivamente contrattando con Activision per allontanarsi da Destiny. Il franchise è stato affidato a Vicarious Visions, che sarà guidata da un piccolo team di veterani di Bungie che include Chris Barrett.
Bungie continuerà a supportare Destiny 2 fino alla fine del 2019. Nel frattempo saranno rilasciate altri 4 DLC, 2 di dimensioni modeste e 2 molto grandi. A settembre 2018 uscirà Summoning of Nine, il primo dei DLC più grossi, mentre il successivo sarà rilasciato alla fine del 2019. I contenuti più piccoli usciranno a cavallo tra i due più grandi, uno sviluppato da High Moon Studios e previsto per la primavera del 2019, e uno sviluppato da Vicarious Visions e atteso per l’estate del 2019.

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Bungie ha recuperato senza fare rumore due delle vecchie mappe del Crogiolo

Sempre secondo questo possibile insider, Bungie intende concentrarsi sullo sviluppo e la pubblicazione di prodotti più piccoli. Ci sono molti giochi attualmente in sviluppo, e il più promettente è basato su un concept di Jason Jones. Si tratta di un action game in realtà aumentata da giocare su più dispositivi. L’idea è di unire un action game tradizionale per console a un gioco in realtà aumentata per smartphone, in maniera tale da coinvolgere sia i giocatori hardcore che quelli più casual. Il progresso in uno dei giochi influenza l’altro, ma entrambi possono essere giocati in maniera indipendente.
La variante per console è un brawler in terza persona con elementi da RPG, mentre quella per smartphone segue lo stile di Pokémon Go, con l’aggiunta di scontri casuali nella vita reale. Sembra che il sistema di progressione abbia a che fare con i loot box. Evviva.

Sottolineo: non abbiamo modo di sapere se questa persona sia davvero un insider o meno, quindi prendete tutto con le pinze.

Alla fine non credo che il passaggio ad Activision possa essere un problema per il franchise di Destiny. Bungie ha combinato casini su casini, si è dimostrata semplicemente non all’altezza.
Un controllo più diretto da parte di Activision potrebbe portare da una parte a un peggioramento in termini di micro transazioni, ma è anche vero che al peggio c’è un limite. Certo, Activision usa delle pratiche assurde con i suoi Call of Duty, ma riesce comunque a realizzare giochi di qualità, se vuole. Forse perdere Bungie sarebbe per Destiny la cosa migliore. Staremo a vedere.

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