Ogni volta che si parla di film, anime o serie TV dedicate ai videogame mi tremano le ginocchia, specie quando si tirano in ballo le mie serie preferite. Con Castlevania è successa esattamente la stessa cosa, anche se la paura ha lasciato spazio a un minimo di speranza sapendo che sarebbe stata Netflix a curare il progetto. Detto questo, sono del parere che sarebbe opportuno lasciar fare i giapponesi ai giapponesi e gli americani agli americani.
Evitiamo però i preconcetti e cerchiamo di avvicinarci a questo prodotto a mente sgombra.
Castlevania – Stagione 1
La prima stagione di Castlevania è composta da 4 episodi di circa 25 minuti ciascuno. E’ chiaro che Netflix volesse un po’ sondare il terreno prima di lanciarsi in un’opera più impegnativa. A testimonianza di ciò, la qualità tecnica della produzione non è spettacolare, la serie avrà avuto un costo ridotto. L’amore dei fan non è comunque mancato, tanto che è già stata confermata una seconda stagione da 8 episodi. Ci sarà sicuramente spazio per una maggiore convinzione da parte di Netflix, speriamo che anche il budget a disposizione possa incrementare.
Il primo episodio di Castlevania è piuttosto intelligente, incentrandosi su Dracula e delineandone i tratti. Viene dipinto come un cattivo che non vuole essere un cattivo, possiede un fascino romantico. Naturalmente non aspettatevi approfondimenti tipo Bram Stoker, ma un incipit piuttosto affrettato dove per motivi di tempo è difficile sentire una reale connessione con i personaggi.
La storia non è particolarmente sviluppata. Si affida senza troppi complimenti a temi triti e ritriti come il bigottismo della chiesa cattolica. Potrebbe anche essere interessante, se solo fosse accompagnato da personaggi all’altezza. Purtroppo non è questo il caso.
Trevor Belmont è il protagonista della vicenda, ma non riesce a convincere. La sua famiglia, un tempo ricca e potente, è adesso caduta in disgrazia. Egli stesso sembra essere afflitto da un passato travagliato, su cui però non è dato sapere. Non ho troppe aspettative sul futuro ad essere onesto, ma se si approfondisse la storia del personaggio ci sarebbero certamente i presupposti per creare un protagonista interessante. Per il momento sembra tutto fin troppo abbozzato, manca di definizione.
“avvicinarsi a questa prima stagione di Castlevania senza aspettarsi nulla è l’approccio più saggio“
Nemmeno i dialoghi lasciano soddisfatti, a parte qualche piccolo spunto. Trevor è a metà tra il serioso, l’annoiato e il “non me ne frega niente della vita”. Non è stimolante né ha una grande presenza sullo schermo. Di tanto in tanto si intravede un accenno di contenuti interessanti, che però vengono lasciati lì a morire. E’ anche un po’ fisiologico dato che è stato necessario organizzare una storia in poco più di due ore.
Il doppiaggio in lingua italiana mi ha deluso. La scelta delle voci va anche bene, ma l’interpretazione di Trevor suona banale quanto il personaggio stesso. Meglio invece gli altri personaggi.
Castlevania non offre un doppiaggio in lingua giapponese purtroppo, quello originale è in inglese. Ciò che lascia più contrariati è l’arbitrarietà delle traduzioni italiane, che cambiano il testo originale rendendolo più pulito e meno volgare. Perché?
Alla tirata dei conti, avvicinarsi a questa prima stagione di Castlevania senza aspettarsi nulla è l’approccio più saggio. Non è il solito massacro dei videogame che si vede di solito, ma un lavoro che raggiunge la sufficienza senza andare molto oltre. Qui non troverete lo scempio fatto con gli adattamenti di Super Mario Bros. o Street Fighter, ma nemmeno un capolavoro.
Se siete fan di vecchia data potrete anche apprezzare lo stile e le ambientazioni. La storia è chiaramente una preparazione a quel che verrà, una sorta di lungo episodio pilota. Staremo a vedere se le cose si faranno interessanti nella seconda stagione o se resteremo su una scialba sufficienza.