Concubine è sexy ma per il momento non convince

Concubine è un nuovo action RPG con sistema di combattimento hack and slash rilasciato lo scorso 13 Ottobre su Steam in Early Access. Ho avuto modo di provarlo grazie ad una chiave di attivazione offerta dal publisher ma, per il momento, trovo non sia proprio imperdibile, pur offrendo un setting molto affascinante e, se vogliamo, anche piuttosto atipico. Ne seguiremo lo sviluppo sperando che la situazione migliori, anche in virtù di alcune buone idee che meritano di essere ulteriormente esplorate. Nel frattempo andiamo a vedere cosa ha da offrire per chi vorrà supportarne lo sviluppo sborsando i circa 15 euro richiesti.

L’ambientazione di Concubine è una Istanbul medievale in cui vestiremo i panni (non sono molti in realtà) di una concubina del sultano. Inizieremo quindi creando e personalizzando l’estetica della nostra eroina, in un editor che va più che bene considerata la natura budget della produzione.
L’idea è molto semplice: durante il giorno faremo parte dell’harem del nostro sultano, mentre di notte ci dedicheremo alle nostre scorrerie sanguinarie mentre facciamo strage di cattivi, in qualità di assassina.

Concubine prevede missioni in sequenza strutturate come livelli, nei quali dovremo farci largo attraverso ambientazioni quali ricchi palazzi, quartieri della città, cripte, passaggi sotterranei e poco altro, senza una varietà eccessiva, in tutta franchezza. D’accordo che siamo in accesso anticipato, ma si poteva fare qualcosina in più.

Il sistema di combattimento è molto action, tipico appunto degli hack and slash. Non è punitivo né troppo ostico, basandosi soprattutto su attacchi a raffica che potremo effettuare con armi diverse. La scelta va da approcci melee tramite spade, daghe, mazze, archi, fruste e anche qualche magia. Potremo cambiare arma durante i combattimenti, quindi è possibile utilizzarne determinati tipi in base alla situazione, preferendo magari l’arma bianca per i classici briganti di Istanbul e quelle a distanza per le creature che abitano il sottosuolo.

Nelle intenzioni degli sviluppatori i combattimenti dovrebbero essere sempre facili da “leggere” piuttosto che caotici, ma credo che questa speranza al momento sia piuttosto ottimistica.
Manca infatti una sufficiente profondità per rendere gli scontri davvero interessanti, anche a causa di mancanze nell’intelligenza artificiale (le mosse degli avversari sono poche e prevedibili), un map design banale e animazioni che lasciano insoddisfatti. A questo si aggiungono una serie di glitch come compenetrazioni poligonali, comportamenti un tantino a caso da parte dei nemici, o avversari che restano bloccati nella geometria dell’ambientazione.
C’è un senso di grezzo e non rifinito che spero dipenda dal fatto che il gioco è ancora in accesso anticipato, ma per il momento la situazione è questa.

Interessante il fatto che durante i combattimenti potremo portare con noi altre tre assassine controllate dalla CPU che ci assisteranno negli scontri. L’intelligenza artificiale purtroppo è però deficitaria, sia nel comportamento che nel path finding, ma si aggiunge un minimo di carne al fuoco. Nel corso delle missioni potremo infatti apprendere nuove abilità e impostarle su ciascun personaggio. In questo modo si creano party che rispondono alle nostre esigenze, è un buon livello di personalizzazione, c’è spazio per un minimo di approccio strategico. Equipaggiare armi ed armature diverse avrà poi effetti diretti sul modo in cui i personaggi si comporteranno sul campo, trasformandosi ad esempio in tank armati di mazza o in arcieri che preferiscono mantenere le distanze. Una buona base.

L’equipaggiamento non serve solo a fare numeri più alti, ma anche a definire stile e identità visiva. Concubine spinge molto sulla personalizzazione dell’aspetto fisico e dell’abbigliamento, con outfit “fantasy sensuali” che potremo sbloccare o acquistare. Il loot comprende armi, pezzi di armatura, accessori e costumi, spesso pensati sia per la resa estetica sia per piccoli bonus funzionali. La progressione quindi è duplice: da un lato punta ad aumentare potenza, salute e capacità offensive; dall’altro vuole farci costruire una corte privata che è anche la nostra squadra d’élite.
Questo è supportato da un altro pilastro del gioco: l’harem come base operativa. Potremo arredare le stanze del palazzo, espandere aree come bagni turchi, sotterranei e zone di riposo, assumere e personalizzare domestiche e decorazioni. Da una parte è chiarissimo che si tratti di fanservice; dall’altra c’è anche un’impostazione da videogame gestionale, si crea questa specie di hub vivo che rende tangibile la nostra progressione tra una missione e l’altra e che dovrebbe, nelle intenzioni degli sviluppatori, crescere insieme al nostro potere politico e militare.

Sconsigliato
Pur offrendo una ventata d’aria fresca rispetto ai classici action RPG ad ambientazione occidentale, Concubine manca in troppi elementi, si presenta davvero troppo grezzo e non ha dalla sua un sistema di combattimento all’altezza. Apprezzabilissimo tutto l’elemento fanservice, la personalizzazione di harem e personaggi, il party configurabile. Ma alla fine è tutto piuttosto inutile se il gameplay non riesce a dare le dovute soddisfazioni. Ne seguiremo lo sviluppo, ma per il momento è un no.

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