assassin's creed origins nrs

Denuvo craccato dopo 3 mesi, ma è comunque un successo

La più recente versione di Denuvo (la 4.8) è stata infine craccata dai soliti ragazzi di CPY, dopo aver retto stoicamente agli assalti dei cracker per ben tre mesi. Nonostante il sistema DRM abbia ceduto, è innegabile che tre mesi siano un quantitativo di tempo più che buono, il software ha svolto egregiamente il proprio lavoro. Ricordiamo infatti che la stragrande maggioranza delle copie di un gioco viene venduta nelle prime tre settimane di commercializzazione, anche se su PC si verificano spesso eccezioni.
Ad ogni modo, tre mesi al sicuro dai cracker sono un risultato più che accettabile dalla prospettiva di un publisher.

Denuvo Software Solutions è stata molto intelligente, lanciando sul mercato la nuova versione del DRM subito prima della release di alcuni blockbuster di grande richiamo. Il primo gioco a sfruttare Denuvo 4.8 è stato Assassin’s Creed Origins di Ubisoft, che si è appoggiato tra l’altro anche su VM Protect. Questa doppia protezione avrebbe causato dei rallentamenti importanti al gioco, che peserebbe sulla CPU molto più del necessario. La notizia è stata ufficialmente smentita da Ubisoft, ma gli hacker hanno continuato a sostenere la propria versione. Purtroppo sarà davvero difficile dire con certezza dove stia la verità.

Altri giochi che si appoggiano su Denuvo 4.8 sono Football Manager 2018, Injustice 2, Sonic Forces, Need for Speed Payback e Star Ocean: The Last Hope. E’ ragionevole presumere che nel giro dei prossimi giorni vedremo apparire tutti questi titoli sui principali network di videogame pirata e torrent.

Sonic Forces

Sonic Forces utilizza su PC la versione 4.8 di Denuvo

Nonostante tutto la vita dei pirati è oggi un po’ più complicata su PC. Se fino a poco tempo fa era possibile craccare quasi indisturbati, Denuvo ha cambiato le carte in tavola. Ovviamente bisognerà vedere con che velocità l’azienda austriaca saprà aggiornare il proprio software e quanto tempo impiegheranno i cracker per bucarli di volta in volta. Ad ogni modo, se si consentiranno almeno due mesi di sicurezza i publisher avranno di che stare allegri.

Naturalmente tutto ciò non è esattamente positivo per i consumatori, che si ritrovano comunque con un sistema DRM tra i piedi. E’ come avere una bomba a tempo piazzata in un videogame che abbiamo legittimamente comprato. Qualora i server di Denuvo dovessero chiudere o essere irraggiungibili, ci ritroveremmo con un software non funzionante. A quel punto dovranno essere gli sviluppatori a rilasciare gli aggiornamenti necessari ad aggirare il problema. Non serve un genio per capire che in pochi si preoccuperanno di rilasciare una patch per un gioco rilasciato anni e anni prima.


Sarebbe meglio concentrarsi sui problemi veri, la guerra alla pirateria lascia il tempo che trova

injustice 2Capisco che non sia giusto fasciarsi la testa prima di rompersela, ma a mio parere si continua a perdere di vista il problema vero. Il pirata è un pirata, ed è altamente improbabile che acquisterà il tuo gioco a prezzo pieno. Inserendo un sistema di protezione non porti il pirata a sborsarti i suoi 60 euro, semplicemente ignorerà il gioco e si dedicherà ad altro. Chi intende pagare per un videogame, dal canto suo, si ritroverà a fare i conti con un sistema di protezione che rischia di peggiorargli l’esperienza. Perché costringere ad un’attivazione online? Che senso ha rischiare di rallentare il software o di avere problemi con i server? Sono tutte problematiche che andranno a interessare l’acquirente, il giocatore onesto. E’ un controsenso colossale, ed è francamente grottesco.

I pirati continueranno a fare i pirati, indipendentemente dagli sforzi e da qualsiasi sistema di sicurezza. Gli hacker esistono ed esisteranno sempre, perché se c’è un muro ci sarà anche un modo di superarlo. E’ una sfida, è il voler dimostrare di essere più bravi, più intelligenti, più preparati. A conti fatti si tratta di pura e semplice competizione, non è un concetto difficile da capire.

Piuttosto che dedicare tempo e denaro a proteggere i propri videogame forse sarebbe più sensato concentrarsi sulla qualità del prodotto. Forse sarebbe opportuno ascoltare quello che vuole la community, invece che ignorarla in maniera sistematica. La gente paga per avere un gioco, non un DRM. Se ti do i miei soldi pretendo di possedere ciò per cui ti ho pagato. E’ mio, devo poterci fare quello che voglio. Non darmi un servizio, non sto comprando un servizio, voglio il gioco. Questo semplice concetto, a tantissimi, non è ancora entrato in testa.

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