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GameStop migliora la propria abilità di farsi odiare

GameStop è una delle aziende più detestate dai videogiocatori informati. È spesso sotto i riflettori a causa di tattiche scorrette verso i consumatori, abusa da anni della propria posizione dominante nel mercato retail, offre valutazioni dell’usato a dir poco ridicole sfruttando l’ignoranza della gente e tanto, tanto altro ancora.

In quello che pare un tentativo di farsi odiare ancora di più, la compagnia ha trovato il tempo di mettersi a giocare con temi caldi come i DLC e le prenotazioni.

Il videogame utilizzato per questa trovata è Assassin’s Creed Origins, atteso entro la fine del mese da milioni di appassionati. GameStop ha creato una gif animata dove si vede il protagonista del gioco in azione. L’immagine viene improvvisamente coperta dal faccione di un cammello che dice: “Ci dispiace, la missione aggiuntiva è bloccata. A meno che non prenoti il gioco.

La simpaticitagine dello spot GameStop

In pratica siamo arrivati a un punto in cui le più scorrette pratiche di mercato riescono a diventare un tema su cui fare ironia. La cosa più inquietante non è che GameStop faccia una cosa del genere, ma che dietro una scelta pubblicitaria di questo tipo ci sia uno staff di esperti che l’ha ritenuta una strategia vincente. Persone che hanno guardato il mercato, hanno messo a frutto le proprie capacità di marketing e decretato che questa gif avrebbe spinto i giocatori a prenotare il gioco. Parliamo di gente che sa come funziona la testa del consumatore medio, il che è piuttosto angosciante.

GameStop vive di prenotazioni e rivendita dell’usato acquistato a prezzi ridicoli. E’ ovvio voler spingere quindi sui preorder, ma questa modalità è folle.
Secondo il parere degli esperti un messaggio passivo-aggressivo come quello qui sopra dovrebbe far presa sulle masse.
A questo punto viene da chiedersi se il problema sia il reparto marketing di GameStop o l’utente medio che vuole farsi trattare in questo modo.

Ovviamente se ne avete la possibilità vi invito a rivolgervi ad altri rivenditori, tra cui i piccoli retailer o direttamente Amazon.

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