Indika – Recensione | Quando il diavolo sussurra

Indika esplora il rapporto tra una suora e il diavolo. E, per me, questo è un concept sufficiente per voler approfondire e capire dove gli sviluppatori vogliano andare a parare. È una produzione indipendente, pubblicata dai ragazzi di 11 Bit Studios, un editore piuttosto attento e del quale avevamo analizzato di recente il bel The Thaumaturge. E proprio come The Thaumaturge, anche qui abbiamo una forte componente narrativa, ed il racconto risulta in effetti l’elemento portante della produzione.
Il gioco è disponibile dal 2 Maggio su PC Windows tramite Steam (pienamente compatibile con Steam Deck), PS5 e Xbox Series. È disponibile solo in lingua inglese ed è proposto su PC al prezzo di 24,99€.

Indika – Recensione

Indika si gioca come un adventure tradizionale, dove però non è previsto alcun combattimento. Si tratta soprattutto di risolvere gli enigmi ambientali in cui ci imbatteremo.
Vestiamo i panni di una suora che sembra attraversare un momento di grande incertezza emotiva, che sente letteralmente la voce di Satana che parla dentro la sua mente. Il diavolo osserva e commenta ciò che accade, sembra mettere continuamente in dubbio l’etica e la morale della fede cristiana. E lo fa sempre con grande lucidità, riuscendo a mostrare i paradossi del credo della protagonista, evidenziandone gli aspetti più ridicoli e irrazionali. In pratica una sorta di diavolo tentatore, che cerca di far crollare determinate convinzioni in nome della libertà dell’individuo e dell’accettazione di se stessi.

La qualità dei dialoghi e la grande differenza di pensiero tra il diavolo e i due protagonisti porta sempre a scambi di idee che sapranno stimolare il giocatore. Sono recitati in lingua inglese, e purtroppo non sono presenti i sottotitoli in italiano, quindi dipenderà molto dalla vostra conoscenza della lingua.
Da parte mia, posso dirvi di essermi ritrovato quasi sempre d’accordo con la voce dentro la testa della suora, piuttosto che con la parte più bigotta della morale. E ciò avviene proprio grazie all’ottima qualità della scrittura, che più volte mi ha portato a interrompere il gameplay per ascoltare con attenzione le conversazioni tra i personaggi.

Dal punto di vista meccanico, Indika non inventa nulla di nuovo. Il gioco è fondamentalmente un viaggio a piedi dal punto A al punto B, con alcuni puzzle da risolvere durante il tragitto, ed alcune sequenze platform da superare che fanno da flashback mentre raccontano il passato della protagonista.
Gli enigmi hanno una complessità medio-bassa. Non sono triviali, ma non offrono un livello di sfida particolarmente impegnativo. Si tratta di utilizzare macchine e ingranaggi, spostare carrelli, giocare un minimo con la fisica e poco altro. Assolutamente positivo il fatto che i puzzle non siano per nulla ripetitivi: gli sviluppatori hanno creato un gioco breve, ma la varietà delle meccaniche negli enigmi è consistente, nessuna idea viene riciclata o ripetuta.
Fondamentalmente è bene capire che Indika non vuole intrattenervi con enigmi complessi in stile Zelda, ma con la bontà della propria storia, che è certamente molto valida.

Consigliato

In definitiva mi sento consigliare Indika a tutti gli amanti di walking simulator, o a chi sia interessato in generale all’argomento religioso. La storia è valida, interessante, con personaggi ben caratterizzati e una certa evoluzione nella protagonista. Molto buona anche la direzione artistica, basata su pochi colori ma comunque piacevolissima. È un gioco piuttosto breve, dura una manciata di ore, ma il prezzo è a sua volta contenuto e la qualità della narrazione rimane eccellente per tutta la durata dell’esperienza, senza tempi morti.

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