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Dipendente Konami alza il medio alla compagnia con un messaggio nascosto in Metal Gear Survive

Inizierei dicendo che provo rispetto e stima per questo signore rimasto anonimo. Si parla di un dipendente di Konami incaricato di lavorare su Metal Gear Survive, gioco molto controverso di cui vi parlavo giusto ieri.
A quanto pare questo simpatico giapponesino non è particolarmente felice del destino toccato a questo franchise, né della maniera in cui siano andate le cose con Hideo Kojima. L’omino in questione – che per comodità chiameremo Jessico – ha inserito all’interno di Metal Gear Survive un messaggio più o meno nascosto, che per qualche motivo è sfuggito durante la fase di testing e di controllo del prodotto.

Vi invito a guardare questa immagine:

Kudos allo sviluppatore che ha curato questa lista

E’ tratta dal gioco, apparentemente si tratta solo di una semplice lista di nomi. Osservando con un po’ di attenzione è però possibile notare una qualcosa di bizzarro, talmente bizzarro che è impossibile pensare a una semplice coincidenza.

La lista contiene una serie di nomi, tra cui quello del giocatore, in questo caso Snake.

Adesso provate a leggere la prima lettera dei cognomi, a partire dal quarto nominativo. Otterrete la scritta “KJP Forever”. KJP è la sigla di Kojima Productions, lo studio di sviluppo di Hideo Kojima attualmente al lavoro su Death Stranding.

Perché cominciare a leggere dal quarto nome? Perché i primi tre hanno un’altra valenza. Sembra che il primo nome, Vengeful Mosquito, sia il modo in cui Jessico abbia deciso di firmarsi. Si definisce una “zanzara vendicativa”, perfettamente consapevole di essere solo una piccola voce e di non avere molto potere, ma comunque vengeful, vendicativa, chiaramente amareggiata per la maniera in cui Konami abbia fatto andare le cose.

Guardiamo adesso il secondo e il terzo nome, Marlin e Gibbon. Notate le iniziali? Metal Gear. E guardate un po’ la sigla scritta appena sulla destra: KIA, ovvero Killed in Action, acronimo militare di “ucciso in azione”. Sono gli unici due nominativi della lista ad avere questa sigla. E’ come se si volesse dire che il franchise di Metal Gear è stato ammazzato in azione, alla maniera di un soldato, ucciso all’interno di uno scontro che si è consumato in seno a Konami.

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Metal Gear Survive ha generato insofferenze anche in Konami

Non finisce qui, perché mancano all’appello gli ultimi due nomi, quei Bastard Yota e Cunning Yuji. Sono chiarissimi riferimenti al direttore del progetto, Yota Tsutsumizaki, e al produttore del gioco, Yuji Korekado. Il primo viene associato al nome Bastard, il secondo a Cunning, che significa “scaltro”, nel senso di furbo e subdolo. Sono due connotazioni molto negative associate ai nomi dei due individui responsabili del gioco. Ed è veramente assurdo che nessuno si sia accorto di una simile coincidenza, se vogliamo chiamarla in questo modo.

La lista è in pratica una sorta di manifesto che esprime una fortissima amarezza da parte del responsabile. Volendo esplicitare ne verrebbe fuori una cosa come:

“Provo rabbia e desiderio di vendetta, ma mi rendo conto di essere fastidioso per Konami quanto può esserlo un insetto.
Metal Gear è stato ucciso, ma Hideo Kojima e il suo studio di sviluppo saranno il futuro, e hanno tutto il mio supporto.
Il direttore di Metal Gear Survive è un bastardo, il produttore un furbo.”

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Immaginiamo l’amarezza di Kojima per un progetto come Metal Gear Survive

E’ un messaggio che vogliamo interpretare, e senza dubbio dispiace che programmatori, grafici e impiegati possano trovarsi in una condizione così scomoda in questo momento.
Hideo Kojima ha creato una spaccatura enorme in Konami, non è un segreto che molti colleghi siano andati a lavorare per lui in Kojima Productions. Per qualche motivo Jessico è rimasto al proprio posto, non possiamo sapere esattamente perché.

Adesso sarà interessante vedere come la compagnia vorrà comportarsi nei confronti di questa lista. Magari rilascerà una patch correttiva dove modificherà i nomi, magari non farà proprio nulla per non alimentare le discussioni e minimizzare il danno d’immagine. Non che ci sia davvero un’immagine da difendere, in realtà.
A prescindere dalle decisioni in merito alla questione, è più che probabile che Konami andrà alla ricerca del sabotatore. Auguriamoci che questa persona abbia fatto bene i propri calcoli.

Al di là di tutto, appoggiamo e difendiamo il diritto di questa persona di esprimere il proprio dissenso, seppur in forma anonima, seppur con la paura di perdere il proprio posto di lavoro.

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