Nongünz nrs

Nongunz – Recensione

Adoro il mercato indipendente. Piccoli e meravigliosi sviluppatori che amano giocare e portare a compimento idee che fanno del gameplay il proprio dio. Mentre Bioware fa i suoi mea culpa per animazioni da querela  e Destiny 2 affascina con una rinnovata gestione degli shader, Nongunz se ne frega e prende la strada del monocromatico. Beh non proprio monocromatico, c’è anche un arancionino-rossiccio-marroncino non meglio identificato.
Il resto è tutto frenesia, precisione e un fiume inarrestabile di pallottole.
Cerchiamo di capire se il giochillo in questione ha le gambe lunghe o meno.

Nongunz

Nongunz è un action 2D a scorrimento basato su una struttura rogue e livelli generati in modo procedurale. Non ho capito granché della storia, non ci sono testi di alcun tipo. Quello che posso dirvi è che c’è molta malinconia, amarezza, una sensazione di desolazione. Queste emozioni sono evocate dalla particolare direzione artistica del gioco (in bianco e nero, come dicevamo) e da specifiche scelte di design.
All’inizio di ogni partita il nostro personaggio si ritroverà in un cimitero, per addentrarsi poi all’interno di una serie di dungeon creati in maniera procedurale. La musica è qui parte integrante della produzione, sottolineando un senso di perdita e di malinconia su note straordinariamente ispirate.

Nongunz si gioca come una sorta di shooter 2D dalle meccaniche più evolute. Oltre a poter sparare e saltare potremo infatti produrci un manovre evasive eleganti o effettuare una scivolata di schiena che ci permetterà di sparare verso l’alto.
Una mappa nella parte alta dello schermo ci darà una panoramica sulla conformazione del piano, indicando con chiarezza dove dovremo andare per raggiungere il boss, la presenza di eventuali negozi e scrigni del tesoro. Da questo punto di vista il gioco mi ha ricordato da vicino The Binding of Isaac, sia per la forma dei quadri sia per la difficoltà piuttosto elevata.
Nongunz è chiaramente un gioco hardcore, se affrontato con leggerezza le nostre partite saranno sorprendentemente brevi.

Ogni cosa appare cruda e violenta, il nostro eroe si farà strada tra ambientazioni ricche di avversari dalle forme grottesche. Alcuni sembrano parti del corpo umano animate, altri si rifanno al regno animale. I pattern comportamentali sono piuttosto semplici, ma il design stesso dei livelli rende le cose impegnative.
Bisogna inoltre considerare che i punti vita non saranno moltissimi, e rigenerarli non è la cosa più semplice del mondo. C’è poi da mettere in conto una curva della difficoltà piuttosto ripida, dato che Nongunz è del tutto sprovvisto di descrizioni o di spiegazioni.

nongunz

Alla base di tutto c’è un sistema di combo che ci permette di accumulare punti. Tali punti potranno essere spesi all’interno del dungeon presso certi NPC, oppure all’esterno per acquistare altri oggetti.
Ci possono molteplici possibilità sia in termini di potenziamenti che di personalizzazione. L’armamentario è variegato, si compone di armi da fuoco o da taglio. Cambia il raggio, la potenza, l’effetto dei colpi, la maniera in cui andranno a impattare e così via.
E’ possibile anche acquistare delle “teste” da montare sul nostro personaggio, che ci permetteranno di apprendere specifiche abilità. Ci sono poi le carte, che aggiungono un gran numero di bonus o che possono essere distrutte per recuperare qualche punto vita.
Il problema principale è che nulla di tutto ciò viene spiegato. In Nongunz – come accennavamo – non ci sono testi di alcun tipo, dunque dovremo cercare di capire da soli che effetto dia ciascuna carta. Queste riportano delle immagini stilizzate che potremo provare a interpretare, ma in generale tutto il gioco risulta estremamente criptico. A mio parere questo è uno dei problemi più grandi della produzione, che sembra essere gratuitamente cattiva con il giocatore, senza spiegare assolutamente nulla delle proprie meccaniche. Va benissimo rifarsi alla difficoltà dei tempi andati, ma indicare almeno come utilizzare l’inventario potrebbe essere un’idea saggia. Chiaro che gli sviluppatori debbano avere un’opinione differente.

Altro problema riguarda la natura procedurale della produzione. In Nongunz esiste una specie di permadeath, nel senso che ogni volta che moriremo dovremo ricominciare da capo. Nella maggior parte dei roguelike ci sono meccaniche simili, che però non eliminano del tutto un sistema di progressione di qualche tipo. Qui l’unica cosa che rimane dopo il game over sono gli NPC che avremo sbloccato, tutto il resto ritorna al nulla.
Da una parte questo ci spinge a migliorarci in termini di reale abilità con il gamepad (sconsiglio di utilizzare la tastiera). Dall’altra si dà troppo spazio a una frustrazione che non tarderà ad arrivare.
Dover ricominciare sempre da zero, privi di armi, di potenziamenti o di punti sarà a volte demotivante. Si potrà avere la sensazione di star perdendo tempo, manca la gratificazione che offrivano titoli come Rogue Legacy, Ascendant o lo stesso The Binding of Isaac.

nongunz

Nongunz è un buon gioco, un roguelike action molto ispirato nella direzione artistica, dotato di ottimi controlli e di un gameplay divertente. Affascina da subito in virtù di una splendida pixel art e grazie a una colonna sonora davvero ispirata.
Il gameplay è solido, i controlli sono eccellenti, si impiega parecchio tempo a imparare a sfruttare al meglio tutte le mosse. Il livello di difficoltà piuttosto elevato aiuta a rendere le cose più interessanti.
Il problema è che Nongunz risulta anche poco accessibile, non spiega assolutamente nulla al giocatore. C’è anche il problema del sistema di progressione, praticamente assente, cosa che tende a frustrare.
Resta comunque un gioco consigliato agli amanti dei roguelike, anche per via del prezzo molto contenuto.

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