[Recensione] Pandora: First Contact – Un seguito non ufficiale per Alpha Centauri

Andiamo ad esaminare questo strategico a turni con ambientazione post-terrestre. Riuscirà a superare la prova del tempo? Pur non essendo una mega-produzione, i presupposti sembrano esserci. Procediamo con ordine e nel dettaglio.

Pandora: First Contact – Un seguito non ufficiale per Alpha Centauri

L’introduzione, concisa ma d’effetto, ci riassume la situazione. Dopo aver lasciato la Terra, probabilmente sepolta nei rifiuti dopo millenni di disgraziato consumismo con i soli Wall-e a cercare di ripulire montagne di monnezza, l’umanità vaga per la galassia alla ricerca di una nuova casa. Pandora pare un ottimo candidato: non necessita di terraformazione, è ricco di risorse e non pare abitato da “indiani” altri tre metri dalla pelle blu, abbigliati con perizomi e anelli al naso. I capi delle fazioni umane decidono quindi di atterrare, sparpagliandosi sulla superfice e fondare le rispettive capitali.

La schermata iniziale, oltre alle solite opzioni di “continua partita” e “carica posizione” vi permette di impostare le condizioni per avviare una nuova partita. Dimensione e clima del pianeta, numero delle fazioni partecipanti, aggressività degli esseri viventi autoctoni, livello di difficoltà e condizioni di vittoria.
Le fazioni tra cui scegliere sono sei. Ognuna di esse arriva su Pandora convinta della propria visione di umanità e di conseguenza riceve dei bonus e dei malus. Teocraciti, militaristi, ambientalisti, scienziati, industriali ed economisti si contenderanno il pianeta.

La visuale della mappa è “a volo di uccello” con altitudine del punto di osservazione regolabile, suddivisa in un numero variabile di caselle esagonali, dipendente dalla dimensione del mondo che avrete scelto. Avremo a disposizione una unità colone più una combattente, che potremo muovere per esplorare le vicinanze o tenere di guardia. Fondata la capitale, come per qualunque altra città, cliccando sul nome di questa potremo avere una panoramica delle opzioni e dei bonus dell’area circostante. Interpellare quindi i vari consiglieri (militare, scientifico, economico, diplomatico ), visionare l’enciclopedia, che contiene le informazioni di base e che si auto-aggiornerà inserendo qualunque nuova scoperta, oppure accedere al registro eventi o al laboratorio. Quest’ultimo serve a configurare e a tener traccia delle diverse versioni delle nostre unità. Sarà infatti possibile modificarne l’equipaggiamento offensivo o difensivo e la presenza e il tipo di dispositivi speciali, man mano che l’avanzamento nella ricerca li renderà disponibili. Ovviamente questo comporterà un costo immediato in caso di upgrade delle unità esistenti o un numero di turni differente per ogni configurazione (per produrre un soldato coloniale senza armatura e dispositivo speciale occorreranno meno turni rispetto ad un altro che li equipaggia entrambi). Se saprete gestire bene la vostra cassa potrete così evitare una rapida obsolescenza delle vostre unità.

Si potrà quindi scegliere quale versione della stessa unità mettere in produzione in relazione al costo e alle funzionalità: equipaggiare un soldato con fucile avrà bonus e malus invertiti rispetto ad uno con lanciarazzi (più efficace contro avversari biologici il primo, contro avversari meccanici il secondo).
Sarà molto importante impostare il progredire della ricerca nel ramo che più coincide col vostro stile di gioco in relazione alla mappa generale della partita oltre che alla vostra posizione iniziale.

La mappa del mondo viene generata casualmente tenendo conto delle impostazioni iniziali. Di partita in partita saranno quindi necessari alcune decine di turni esplorativi per rendersi conto delle possibilità di sviluppo e di vitoria. Considerando la vicinanza ed il numero di nidi di alieni autoctoni alle nostre città oltre che alla presenza di caselle con risorse rare e particolarmente produttive.
Successivamente a questa fase esplorativa, tramite alcuni interludi narrativi, ad ogni partita dovremo far fronte prima ad un’esplosione dell’attività indigena, poi al ritorno di una antica e misteriosa civiltà aliena. L’obbiettivo sarà quindi quello di non farsi trovare impreparati quando questi compariranno, rivendicando la proprietà del pianeta attaccando tutte le fazioni ancora in gioco.

L’aspetto economico del gioco è quello meno sviluppato. Sarà sì possibile stringere trattati economici, oltre ai patti di ricerca, con le altre fazioni ma la mancanza di materie prime strategiche e della necessità del controllo di queste, toglie a al gioco la possibilità di impostare la nostra strategià in tale verso. Difatti la produzione di unità, di armi e miglioramenti delle caselle sarà disponibile appena sviluppata la relativa tecnologià. Questi trattati si riducono infatti a meri bonus in denaro o ricerca.

Altro aspetto non particolarmente articolato del gioco è quello diplomatico. Appena entrati in contatto con una delle altre fazioni sarà possibile proporre accordi e alleanze, elargire o richiedere donazioni, lodare o denunciare i leaders avversari. Ogni leader ha un carattere diverso e reagirà alle nostre azioni di conseguenza, diventando progressivamente amico o nemico. Il limite di tutta la parte diplomatica sta nell’esiguo numero di opzioni disponibili e
nell’incidenza sulla partita delle relazioni tra fazioni, specialmente nelle fasi iniziali. In pratica l’unica variante all’equilibrio geopolitico della partita sono gli alieni.

La semplicità degli aspetti diplomatico ed economico, la relativa velocità nell’ottenere avanzamenti tecnologici dalla ricerca unite alla possibilità di gioco multiplayer online evidenziano la vocazione giocatore contro giocatore, anziche giocatore contro computer, di
Pandora First Contact. Nonostante a livello di difficoltà medio rappresenti già una sfida impegnativa (considerando sempre che nella fase iniziale di ciascuna partita sarete voi a valutarne le possibilità di sopravvivenza/vittoria), ai giocatori più esperti in questo genere di gioco le opzioni per diversificare le strategie di approccio parranno limitate.

Commento
Molti avranno notato come abbia evitato di menzionare e fare paragoni con la fortunata serie Civilization di Fireaxis. Difatti questo Pandora First Contact può essere considerato un remake di Alpha Centauri comprensivo di Alien Crossfire con mappa a caselle esagonali. L’incipit narrativo è quasi lo stesso, le fasi di gioco (esplorazione, reazione del pianeta, ritorno della razza aliena) sono le stesse. Anche il laboratorio per la configurazione delle unità, non è una novità assoluta. Il gioco è comunque valido e tecnicamente ben realizzato. Le novità sono poche ma ben implementate, in particolare la possibilità di ottenere alcune tecnologie al di fuori del ricerca (cacciando alcuni rari mostri marini, ad esempio, si sbloccheranno vari tipi di armature). Il prezzo “budget” e il buon supporto – il gioco gode di frequenti aggiornamenti – lo rendono comunque appetibile a qualunque nostalgico appassionato in attesa da oramai sedici anni di un sequel o di un reboot di Alpha Centauri. Caso vuole che quest’ultimo sia stato annunciato pochi mesi fa, in uscita il prossimo anno. Pandora First Contact è un ottimo gioco che, nella peggiore delle ipotesi, grazie all’ambientazione fantascientifica post-terrestre dà la possibilità di giocare ad una sorta di Civilization semplificato su di un pianeta alieno.

+ Ottimo per chi vuole avvicinarsi al genere
+ Vocazione Multiplayer
– Singleplayer povero di varietà
– Pochissime le novità
– Design e comparto grafico poco ispirato

valutazione

Metascore 67/100
Pandora – First Contact | Steam | 27.99€

Un commento

  1. Lascio un commento per precisare la valutazione finale. Il voto 7.8 è dovuto al mio personale gradimento. Una valutazione più distaccata e obbiettiva non supererebbe il 7.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *